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Una puntata che non nasconde affatto il suo essere “episodio di raccordo”, anzi lo rivendica con orgoglio nei suoi quasi 40 minuti di dialoghi ininterrotti prima di arrivare alle scene d’azione.
Protagonisti assoluti di questa puntata sono i personaggi di Shades e Misty. Il che è sicuramente positivo in quanto è bene ogni tanto lasciare spazio anche agli “elementi di contorno” rispetto alla sola storyline principale (quella di Luke Cage), anche per rendere molto più concreto quello che è il background dell’Uomo Antiproiettile.
E anche perché, in effetti, alla lunga risultano come i personaggi più carismatici e interessanti di tutto lo show.
Del primo, orfano del suo migliore amico Comanche, viene descritta in pochi ma azzeccati dialoghi l’infanzia e la personalità complessata e misteriosa. Tra le altre cose viene finalmente rivelata l’origine dei suoi occhiali neri e del perché li porta continuamente 24 ore su 24 (anche di notte al buio). Su quest’ultima rivelazione è necessario glissare in quanto la modalità con cui viene raccontata e la motivazione in sé poteva essere presentata meglio, così rischia di diventare quasi comica anche se in linea con il personaggio.
L’altra grande protagonista, Misty, torna al lavoro dopo la morte del suo tutore-padre Ridenhour e, per la prima volta, si trova a fare le veci del “capo” nel proprio commissariato. Un compito che comporta più seccature e mediazioni diplomatiche che non senso della giustizia. interessante, da questo punto di vista, la contrapposizione tra i due personaggi nella ricostruzione (esatta) dell’omicidio di Cheyenne e di Ridenhour.
Protagonisti assoluti di questa puntata sono i personaggi di Shades e Misty. Il che è sicuramente positivo in quanto è bene ogni tanto lasciare spazio anche agli “elementi di contorno” rispetto alla sola storyline principale (quella di Luke Cage), anche per rendere molto più concreto quello che è il background dell’Uomo Antiproiettile.
E anche perché, in effetti, alla lunga risultano come i personaggi più carismatici e interessanti di tutto lo show.
Del primo, orfano del suo migliore amico Comanche, viene descritta in pochi ma azzeccati dialoghi l’infanzia e la personalità complessata e misteriosa. Tra le altre cose viene finalmente rivelata l’origine dei suoi occhiali neri e del perché li porta continuamente 24 ore su 24 (anche di notte al buio). Su quest’ultima rivelazione è necessario glissare in quanto la modalità con cui viene raccontata e la motivazione in sé poteva essere presentata meglio, così rischia di diventare quasi comica anche se in linea con il personaggio.
L’altra grande protagonista, Misty, torna al lavoro dopo la morte del suo tutore-padre Ridenhour e, per la prima volta, si trova a fare le veci del “capo” nel proprio commissariato. Un compito che comporta più seccature e mediazioni diplomatiche che non senso della giustizia. interessante, da questo punto di vista, la contrapposizione tra i due personaggi nella ricostruzione (esatta) dell’omicidio di Cheyenne e di Ridenhour.
I volti di Misty e di Shades sovrapposti idealmente tramite gli occhiali da sole sono la perfetta metafora di queste due personalità così diverse eppure così simili tra loro. Non a caso il dialogo-interrogatorio tra i due è la sequenza più rilevante dell’episodio.
Meno avvincenti, invece, i dialoghi che avvengono nel microcosmo costruito ad hoc del commissariato di Harlem tra Luke, Mariah e Tina. Quest’ultima appare ancora troppo come elemento messo a caso all’interno della trama e viene rappresentata in maniera troppo acerba, senza personalità alcuna, continuamente sospinta da una parte e dall’altra tra i due poli opposti rappresentati dalla madre e dallo stesso Luke. Poteva andare bene nei primi episodi ma, da questo punto in poi, sarebbe bene che anche lei trovasse un suo ragionevole spazio e senso all’interno della storia.
Per quanto riguarda Mariah, la puntata lascia presupporre che dai prossimi episodi ci potrebbe essere una collaborazione con Luke e Misty per combattere contro Bushmaster, cosa che converrebbe a tutti anche se è presumibile che Misty potrebbe avere delle rimostranze al riguardo.
Meno avvincenti, invece, i dialoghi che avvengono nel microcosmo costruito ad hoc del commissariato di Harlem tra Luke, Mariah e Tina. Quest’ultima appare ancora troppo come elemento messo a caso all’interno della trama e viene rappresentata in maniera troppo acerba, senza personalità alcuna, continuamente sospinta da una parte e dall’altra tra i due poli opposti rappresentati dalla madre e dallo stesso Luke. Poteva andare bene nei primi episodi ma, da questo punto in poi, sarebbe bene che anche lei trovasse un suo ragionevole spazio e senso all’interno della storia.
Per quanto riguarda Mariah, la puntata lascia presupporre che dai prossimi episodi ci potrebbe essere una collaborazione con Luke e Misty per combattere contro Bushmaster, cosa che converrebbe a tutti anche se è presumibile che Misty potrebbe avere delle rimostranze al riguardo.
Fatto sta che, ancora una volta, riesce ad essere il personaggio più ambiguo di tutta la serie e la vera e unica villainess dello show, se solo dimostrasse un po’ più di decisione (cosa facilitata dal fatto che anche Bushmaster appare abbastanza passivo e con dei piani criminali prevedibilissimi da gangster anni 30 o da bambino di 5 anni) potrebbe effettivamente essere uno dei migliori villain usciti dalle serie Marvel/Netflix.
Purtroppo il suo percorsodi formazuione si limita ancora la rapporto contrastato tra lei e Shades, tanto che nella scena del litigio all’interno della casa bruciata si spera sempre in una loro definitiva separazione (speranza puntualmente disattesa).
Tutto dipenderà, dunque, da quanto viene rilasciato nel cliffhanger finale, e cosa i quattro co-protagonisti dello show (Luke, Misty, Mariah e Tilda) riusciranno ad escogitare per salvarsi avendo contro tutto e tutti.
Su quest’ultima parte finale ci sono almeno due aspetti veramente considerevoli: ,ancora una volta viene sottintesa una collaborazione tra la serie di Luke Cage e quella di Iron Fist, lasciando presagire un futuro possibile crossover e forse una possibile “serie a due” (cosa non così improbabile a questo punto e che ricalcherebbe le storie a fumetti dei due personaggi); dopo quasi 40 minuti di soli dialoghi finalmente esplode l’azione. Non è la prima volta che succede, e probabilmente non sarà l’ultima, ma alla lunga questo tipo di episodio non aiuta certamente la concentrazione per lo spettatore.
Tanto varrebbe a questo punto diminuire il minutaggio delle puntate e accorpare queste parti ad altri episodi. O diminuire direttamente gli episodi dal momento che il “modello a 13 puntate” risulta, nel 2018, ormai vecchio e stantio.
Purtroppo il suo percorsodi formazuione si limita ancora la rapporto contrastato tra lei e Shades, tanto che nella scena del litigio all’interno della casa bruciata si spera sempre in una loro definitiva separazione (speranza puntualmente disattesa).
Tutto dipenderà, dunque, da quanto viene rilasciato nel cliffhanger finale, e cosa i quattro co-protagonisti dello show (Luke, Misty, Mariah e Tilda) riusciranno ad escogitare per salvarsi avendo contro tutto e tutti.
Su quest’ultima parte finale ci sono almeno due aspetti veramente considerevoli: ,ancora una volta viene sottintesa una collaborazione tra la serie di Luke Cage e quella di Iron Fist, lasciando presagire un futuro possibile crossover e forse una possibile “serie a due” (cosa non così improbabile a questo punto e che ricalcherebbe le storie a fumetti dei due personaggi); dopo quasi 40 minuti di soli dialoghi finalmente esplode l’azione. Non è la prima volta che succede, e probabilmente non sarà l’ultima, ma alla lunga questo tipo di episodio non aiuta certamente la concentrazione per lo spettatore.
Tanto varrebbe a questo punto diminuire il minutaggio delle puntate e accorpare queste parti ad altri episodi. O diminuire direttamente gli episodi dal momento che il “modello a 13 puntate” risulta, nel 2018, ormai vecchio e stantio.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Puntata di puro raccordo che parte molto lenta e a fatica raggiunge il suo apice solo negli ultimi minuti finali dove il cliffhanger finale preannuncia un possibile crossover interessante. Tutto molto bello… ma che fatica arrivarci!
On And On 2×07 | ND milioni – ND rating |
If It Ain’t Rough, It Ain’t Right 2×08 | ND milioni – ND rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!