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Mindhunter 2×06 – Episode 6TEMPO DI LETTURA 5 min

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L’attesissimo confronto dei protagonisti di Mindhunter con Charles Manson poteva far pensare a un momento spartiacque della serie, come se un personaggio tanto famigerato potesse essere il nuovo Ed Kemper di Bill e Holden. In realtà, la follia del mandante della celebre strage di Cielo Drive ha solo suscitato la reazione di Bill che, puntata dopo puntata, non riesce a non guardare al suo lavoro senza paragonarlo alla sua situazione familiare.

I dealt with my share of criminals from the bench. Most of them were bad from the start, even as kids: runaways, loners. They never fit in. I always said when I had a juvenile I knew was bad, I wish I could put him away for life. You could just see it in their eyes.

In questa puntata i problemi con Brian sembrano venire sempre più a galla a rappresentare uno scenario che non sembra migliorare per la sua famiglia. Inquietante quasi quanto BTK – che, episodio dopo episodio, continua a far capolino con scene marginali ma ben rappresentanti il suo grado di alienamento e sociopatia – il figlio di Bill continua a mostrare i segni del trauma e a instillare nel padre, goccia dopo goccia, il timore che potrebbe essere un criminale in stato embrionale come quelli a cui lui dà la caccia. L’incursione nelle vite private dei protagonisti è apprezzabile perché permette di approfondire la psicologia dei personaggi. La scelta di questo tipo di storyline per la famiglia di Bill ha però sia aspetti positivi che negativi. Innanzitutto appare molto strano che nessuno sappia del fatto che il figlio di un agente FBI sia coinvolto nella morte di un neonato. D’altra parte però creare un parallelismo tra i criminali studiati, o cacciati, da Bill in qualità di agente e il figlio potrebbe avere risvolti interessanti per il personaggio sia a livello personale che professionale.
La narrazione di Mindhunter si dipana su 3 filoni: quello personale (come già anticipato), quello dello studio dei criminali tramite le interviste e quello del caso di Atlanta. Per quanto riguarda il filone personale, oltre alla già citata vicenda familiare di Bill, c’è in ballo la nuova relazione di Wendy ma ben poco per l’agente Holden. Probabilmente dopo aver dato spazio alla sua vita amorosa nella prima stagione si è deciso di ridimensionare la sua presenza nello show al solo ruolo di agente, tanto da mostrarlo ormai solo ed esclusivamente sul campo. Come si faceva già notare questa scelta appare ben più strana se si pensa che la stagione era partita col suo attacco di panico e le preoccupazioni di Bill e Wendy sulla sua capacità di controllo. Sarà una bomba a orologeria pronta ad esplodere solo nelle ultime puntate? Per quanto riguarda i due filoni narrativi “core” della serie (indagini e interviste) si capisce come da un lato sembrino camminare parallelamente, dall’altro l’uno influenza l’altro. L’impegno sul campo ad Atlanta di Bill e Holden diventa uno stratagemma per far diventare Wendy e Greg (ma soprattutto Wendy) protagonisti delle interviste ai serial killer in prigione. Anche questa volta è Wendy a prendere in mano la situazione riuscendo a intavolare una conversazione fruttuosa con l’omicida in questione, ossia Paul Bateson.
Come si dice anche nell’episodio, Bateson non è mai stato condannato per i Bag Murders (sei sacchetti della spazzatura contenenti resti di cadaveri vennero ritrovati nell’Hudson) ma solo per quello di Addison Verrill, sia per la mancanza di prove sia perché il ritrovamento di soli resti di cadaveri incompleti non permetteva di categorizzarli come vittime e, quindi, il reato come omicidio. Nell’intervista si fa riferimento al fatto che Bateson fosse inizialmente un radiologo e successivamente una maschera per film porno ma, nella realtà, il collegamento col mondo del cinema è avvenuto con il ben più noto film de L’esorcista (1973). Il regista William Friedkin, ossessionato dall’idea di rendere le scene del film più realistiche possibili aveva assistito ad una vera operazione di angiografia cerebrale la cui tecnica del tempo prevedeva una gran perdita di sangue. Particolarmente affascinato dalla resa scenica, il regista aveva quindi deciso non solo di inserire la scena nel film ma di farla interpretare agli addetti ai lavori, tra cui figurava proprio il tecnico radiologo Paul Bateson.
La storia si fa inquietante quando, nel 1977, Bateson verrà arrestato per l’omicidio di Addison Verrill proprio mentre Friedkin sta iniziando a lavorare al film Cruising, la cui storia è, curiosamente, ispirata a un romanzo del 1970 su un serial killer di omosessuali nella scena sadomasochista new yorkese. La somiglianza tra le due vicende spinse Friedkin a chiedere udienza a Bateson, già in prigione, che gli confessò l’omicidio del solo Verrill, dichiarando di esser stato spinto a confessare gli omicidi degli omosessuali fatti a pezzi e ritrovati in sacchi della spazzatura nell’Hudson, esattamente come accade nell’episodio durante l’intervista. Checché ne dica la dottoressa Carr, l’intervista a Bateson nell’episodio non è affatto da buttare in quanto, quasi al pari di quella di Manson, dà interessanti spunti di riflessione sulla natura umana, in particolare per il discorso sulla natura  delle interazioni che lui ritiene essere sempre violenta.

“Every interaction is violence, it’s just a matter of scale. How much of something do we want to feel? Does it feel good when your lover takes your hand and you didn’t expect it? Does it feel better when he grabs your nipples? Twists them?”

Quella delle interviste ai criminali continua a essere quindi, non solo una formula vincente per tenere alta la tensione e l’attenzione di chi guarda lo show ma anche un modo originale per affrontare temi riguardanti la natura e la mente umana che non necessariamente si riducono a quella “malata” dei serial killer. Suscitando ogni volta quel mix di sensazioni contrastanti che vanno dal disgusto all’attrazione con un costante sottofondo di inquietudine Mindhunter invita lo spettatore a riflettere sulla natura umana e sulle incredibilmente diverse derive che può prendere. Per questo non possiamo fare a meno di continuare a guardarlo.

Mrs. Tench, children do not simply forget trauma. No one simply forgets.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ripresa delle vicende ad Atlanta
  • Brian e gli atteggiamenti inquietanti
  • Ben riuscita la scena dell’intervista a Bateson
  • Inverosimiglianza del silenzio intorno alla vicenda personale di Bill
  • Gli attacchi di panico di Holden sono spariti all’improvviso?

 

Anche questo episodio di Mindhunter, pur non avendo un protagonista importante come il precedente, non delude lo spettatore anzi, continua ad alzare l’asticella delle aspettative per le tre puntate mancanti.

 

Episode 2×05 ND milioni – ND rating
Episode 2×06 ND milioni – ND rating

 

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