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“Mene Mene Tekel Upharsin – You’ve been weighed in the balance and found wanting.”
(Il Destino di un Cavaliere Sacra Bibbia, Libro di Daniele)
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Come spesso succede con buona parte di eventi e situazioni reali o immaginarie, I Simpson avevano mostrato anche questo: cosa succede se un gruppo di bambini/ragazzi si ritrova completamente solo, senza più nessuna regola e alla completa deriva del proprio libero (ed ancora immaturo) arbitrio?
E’ questo il succo della trama dell’ennesimo prodotto di casa Netflix, The Society, mystery teen drama ideato da Christopher Keyser e approdato nel mese di maggio sulla piattaforma streaming.
Con l’aleggiare di un senso di inconfortabile mistero che accompagna tutta l’ora circa di visione sin dai suoi primissimi minuti, The Society mette in mostra la creazione (o distruzione) di una nuova società quando circa 200 ragazzi abitanti di una piccola cittadina americana, si ritrovano misteriosamente bloccati nel loro paese completamente soli, data la sparizione di genitori o qualsivoglia figura adulta. Come riuscirà un gruppo di adolescenti a venire a patti con la nuova realtà, andare d’accordo tra loro e mettere in atto un sistema di sopravvivenza sarà tutto da vedere nei 10 episodi che compongono questa prima stagione dello show.
Partendo da questi presupposti, va detto che la trama appare abbastanza semplice e lineare, impuntata sul seguire il percorso di questi ragazzi ed il modo in cui cercheranno di convivere tra loro e, ad una prima occhiata, il tutto acquista contorni anche interessanti; tuttavia, ciò che regala quel qualcosa in più che catalizza maggiormente l’attenzione dello spettatore non interessato alla semplice narrazione riguardante la progressione della vita di determinate persone, è senza dubbio l’impronta di mistero che aleggia per tutta la puntata e si pone come elemento caratterizzante dell’intera serie.
Da questo punto di vista si può dividere The Society secondo due temi differenti e si può anche tranquillamente affermare che la prevalenza di uno di questi temi sull’altro sarà ciò che definirà la riuscita o meno della serie. Se i prossimi episodi verteranno maggiormente sul mystery, infatti, le probabilità di riuscita del prodotto potrebbero essere considerevoli; molte sono le domande che “What Happened” si porta dietro da questo punto di vista, a cominciare dal luogo dove i ragazzi si trovano e soprattutto dal motivo per il quale tutto questo sta accadendo che lascia aperte varie idee ed interpretazioni pronte ad essere montate o smontate nel corso della stagione. Basandosi su questi elementi, dunque, ed unendoli all’interessante percorso che tutti i ragazzi si troveranno ad affrontare sia individualmente che come collettività, The Society può apparire come una serie intrigante al punto giusto.
A controbilanciare questi elementi positivi, tuttavia, potrebbero emergere all’orizzonte temi decisamente meno stimolanti che, data comunque la natura della serie, potrebbero ben presto prendere il sopravvento. Il pericolo di assistere all’ennesimo teen drama, infatti, sembra abbastanza probabile. Va ammesso che recentemente il numero di prodotti ad alto tasso adolescenziale è notevolmente aumentato sulla piattaforma Netflix: dal recente Elite, all’italiano Baby, fino all’apripista di questa tendenza 13 Reasons Why, tutte serie che sono iniziate in un modo con alla base il voler portare avanti un determinato tema ma che poi si sono perse per strada favorendo incondizionatamente l’elemento teen. E The Society, per come si presenta, tende pericolosamente ad essere risucchiato in questo schema. Ovviamente, da un certo punto di vista si tratta di un qualcosa di inevitabile, data la presenza di protagonisti esclusivamente adolescenti, tuttavia, sarà il saper bilanciare adeguatamente le due caratteristiche l’elemento che definirà la serie, sperando che riesca a saper alternare momenti dedicati a feste con alcol, droga sesso e rock and roll ad una ricerca più minuziosa del mistero che avvolge i protagonisti.
Proprio i protagonisti, infine, (portati in scena perlopiù da giovani con limitate esperienze alle spalle, tranne per l’attrice Rachel Keller interprete di Cassandra e già vista in Legion) sono anche coloro che faranno pendere l’ago della bilancia in una direzione piuttosto che in un’altra. Con i gruppi che vanno pian piano definendosi, le figure che si sono poste a capo della parte razionale della nuova società, su tutte i personaggi di Cassandra e sua sorella Allie, appaiono abbastanza pedanti nei loro dialoghi, tanto da non riuscire a catturare l’attenzione non solo dei loro compagni ma anche dello spettatore; il mix con il resto dei personaggi, però, appare abbastanza differente con ognuno portatore di uno stereotipo diverso al punto da creare un buon gruppo eterogeneo di protagonisti. La loro futura caratterizzazione e la gestione del mistero della cittadina, si pongono quindi ad elemento cardine per la riuscita o meno dei prossimi episodi.
E’ questo il succo della trama dell’ennesimo prodotto di casa Netflix, The Society, mystery teen drama ideato da Christopher Keyser e approdato nel mese di maggio sulla piattaforma streaming.
Con l’aleggiare di un senso di inconfortabile mistero che accompagna tutta l’ora circa di visione sin dai suoi primissimi minuti, The Society mette in mostra la creazione (o distruzione) di una nuova società quando circa 200 ragazzi abitanti di una piccola cittadina americana, si ritrovano misteriosamente bloccati nel loro paese completamente soli, data la sparizione di genitori o qualsivoglia figura adulta. Come riuscirà un gruppo di adolescenti a venire a patti con la nuova realtà, andare d’accordo tra loro e mettere in atto un sistema di sopravvivenza sarà tutto da vedere nei 10 episodi che compongono questa prima stagione dello show.
Partendo da questi presupposti, va detto che la trama appare abbastanza semplice e lineare, impuntata sul seguire il percorso di questi ragazzi ed il modo in cui cercheranno di convivere tra loro e, ad una prima occhiata, il tutto acquista contorni anche interessanti; tuttavia, ciò che regala quel qualcosa in più che catalizza maggiormente l’attenzione dello spettatore non interessato alla semplice narrazione riguardante la progressione della vita di determinate persone, è senza dubbio l’impronta di mistero che aleggia per tutta la puntata e si pone come elemento caratterizzante dell’intera serie.
Da questo punto di vista si può dividere The Society secondo due temi differenti e si può anche tranquillamente affermare che la prevalenza di uno di questi temi sull’altro sarà ciò che definirà la riuscita o meno della serie. Se i prossimi episodi verteranno maggiormente sul mystery, infatti, le probabilità di riuscita del prodotto potrebbero essere considerevoli; molte sono le domande che “What Happened” si porta dietro da questo punto di vista, a cominciare dal luogo dove i ragazzi si trovano e soprattutto dal motivo per il quale tutto questo sta accadendo che lascia aperte varie idee ed interpretazioni pronte ad essere montate o smontate nel corso della stagione. Basandosi su questi elementi, dunque, ed unendoli all’interessante percorso che tutti i ragazzi si troveranno ad affrontare sia individualmente che come collettività, The Society può apparire come una serie intrigante al punto giusto.
A controbilanciare questi elementi positivi, tuttavia, potrebbero emergere all’orizzonte temi decisamente meno stimolanti che, data comunque la natura della serie, potrebbero ben presto prendere il sopravvento. Il pericolo di assistere all’ennesimo teen drama, infatti, sembra abbastanza probabile. Va ammesso che recentemente il numero di prodotti ad alto tasso adolescenziale è notevolmente aumentato sulla piattaforma Netflix: dal recente Elite, all’italiano Baby, fino all’apripista di questa tendenza 13 Reasons Why, tutte serie che sono iniziate in un modo con alla base il voler portare avanti un determinato tema ma che poi si sono perse per strada favorendo incondizionatamente l’elemento teen. E The Society, per come si presenta, tende pericolosamente ad essere risucchiato in questo schema. Ovviamente, da un certo punto di vista si tratta di un qualcosa di inevitabile, data la presenza di protagonisti esclusivamente adolescenti, tuttavia, sarà il saper bilanciare adeguatamente le due caratteristiche l’elemento che definirà la serie, sperando che riesca a saper alternare momenti dedicati a feste con alcol, droga sesso e rock and roll ad una ricerca più minuziosa del mistero che avvolge i protagonisti.
Proprio i protagonisti, infine, (portati in scena perlopiù da giovani con limitate esperienze alle spalle, tranne per l’attrice Rachel Keller interprete di Cassandra e già vista in Legion) sono anche coloro che faranno pendere l’ago della bilancia in una direzione piuttosto che in un’altra. Con i gruppi che vanno pian piano definendosi, le figure che si sono poste a capo della parte razionale della nuova società, su tutte i personaggi di Cassandra e sua sorella Allie, appaiono abbastanza pedanti nei loro dialoghi, tanto da non riuscire a catturare l’attenzione non solo dei loro compagni ma anche dello spettatore; il mix con il resto dei personaggi, però, appare abbastanza differente con ognuno portatore di uno stereotipo diverso al punto da creare un buon gruppo eterogeneo di protagonisti. La loro futura caratterizzazione e la gestione del mistero della cittadina, si pongono quindi ad elemento cardine per la riuscita o meno dei prossimi episodi.
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Premesse buone e premesse un po’ meno buone. The Society potrebbe essere una serie interessante da seguire o l’ennesimo evitabile teen drama, ma per scoprirlo sembra proprio che si debba continuare con la visione.
What Happened 1×01 | ND milioni – ND rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.
Teen drama dall’inizio alla fine. Gli spunti ci sono ma vengono annichiliti dalle boiate adolescenziali. Tanto per fare un’esempio: quando la situazione comincia a precipitare cosa fanno i nostri eroi? Organizzano un ballo! Si il classico ballo del liceo, che già nel mondo normale crea tensioni e risentimenti, qui invece viene presentato come un qualcosa di terapeutico (boh). Poi qualche belle idea c’è e ho visto pure delle soluzioni narrative a dir poco coraggiose però le cose che non vanno sono troppo gravi
Diciamo che il materiale di fondo era buono ma, già solo da pilot, l’eccessiva caratterizzazione con elementi da teen drama rischiava prepotentemente di rovinare tutto… così come alla fine è stato. Peccato, perché con risvolti meno adolescenziali poteva uscire una buona serie. L’accoppiata adolescenti-ballo, poi, riassume un po’ tutto il problema…