24: Legacy 1×01 – 12:00 Noon – 1:00 PMTEMPO DI LETTURA 4 min

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“I’m Mr Wolf. I solve problems.”

Dopo centonovandue episodi di 24 ed i dodici di 24: Live Another Day, ecco l’ultimo prodotto di quello che sta diventando un vero e proprio franchise, ovvero 24: Legacy.
La trama ha ben poco di innovativo, se non forse una tecnologia leggermente migliorata rispetto ai tempi di 24. Ma se si pone il paragone con la serie più recente (Live Another Day), l’unica differenza è la mancanza di Jack Bauer: Sutherland ha più volte ripetuto che non avrebbe preso parte come attore al nuovo spin-off, anche se inizialmente aveva lasciato aperta la strada ad una sua possibile comparsata.
Il neo Jack Bauer è Eric Carter, interpretato da Corey Hawkins (The Walking Dead e Straight Outta Compton), un ex-ranger dell’esercito da poco ritornato in USA dopo una missione portata a termine con successo nella quale è stato eliminato un pericoloso terrorista. La CTU sta vivendo un passaggio di testimone al vertice e ciò pone le basi per uno scontro tra Rebecca Ingram (interpretata da Miranda Otto), ex-capo e Keith Mullins (interpretato da Teddy Sears), capo in transizione. La scena dello scontro e la presumibile forzata detenzione di quest’ultimo ricorda alquanto da vicino la stessa sequenza di decisioni che vennero prese da parte di Jack Bauer durante le primissime puntate della prima stagione di 24. Scelta di sceneggiatura che danza tra citazionismo e mero opportunismo televisivo.

“The following takes place between 12:00 p.m. and 1:00 p.m. Events occur in real time.”

Il prodotto in sé è sicuramente di alta levatura: una sceneggiatura accurata e che pone diverse sottotrame dalle quali poter attingere; scene di azione in ogni singola ripresa della telecamera; sparatorie ed intrighi. Tutto ciò però ricalca lo stesso schema che viene riproposto da anni ed anni. Cambiando l’ordine degli addenti, la somma non cambia: il risultato è sempre 24. Così come lo era nel 2001 (sedici anni fa, teniamolo a mente), lo è anche ora nel 2017. Sutherland durante un’intervista recente ha affermato che “24 is such a great idea, that this could go on forever“. E nessuno mai potrebbe riuscire a dargli torto: 24 è un prodotto letteralmente perfetto per il target drama-crime al quale punta. Indipendentemente che sia il prodotto normale, Live Another Day o Legacy.
Ma veniamo ad un discorso più generale, staccandoci un attimo da quella che è la serie per approdare al concetto che ci sta dietro, quello per il quale è stata prodotta. Ciò che sembra mancare da molti anni a questa parte (e non stiamo qui parlando della sola FOX) sono idee nuove ed innovative, basta infatti pensare a quanti remake, revival, miniserie evento o reboot siano stati prodotti, riprendendo lavori che anni fa hanno raccolto un successo mondiale. Una breve lista? Heroes Reborn, The X-Files, Twin Peaks, Ironside, McGyver oppure nel mondo del cinema Ghostbusters e Ocean’s Eight. Con il rischio poi che questi nemmeno sfiorino il successo dei loro predecessori, venendo cancellati in anteprima o abortiti come progetti (Ironside).
Non va questo però visto come un discorso di semplice critica del momento televisivo in cui ci troviamo ora, perché va comunque ricordato che alcuni anni fa ciò che andava per la maggiore era quello di creare spin-off su qualsiasi personaggio secondario valido (basti pensare a Xena).

“I’m Federal Agent Jack Bauer, and today is the longest day of my life.”

Va comunque fatto un breve preambolo circa questa nuova rivisitazione di 24 visto e considerato che saranno solo 12 episodi e che, per la messa in onda del pilot, è stata scelta la notte del Superbowl. Evan Katz e Manny Coto sono i creatori e gli showrunner della serie ma sono anche gli stessi che hanno riportato in vita 24 l’ultima volta nella sua forma di “Live Another Day” e fanno parte del team degli autori di 24 sin dalla seconda stagione, insomma un duo piuttosto ferrato nella materia e nella gestione in tempo reale che prevede il format di 24. A fronte di questa sicurezza dal punto di vista sceneggiativo guadagnata nel corso degli anni, FOX ha optato per garantire alla serie lo slot migliore dell’anno, ovvero quello post Superbowl che negli anni ha sempre garantito molte soddisfazioni. Purtroppo, a causa del prolungarsi della partita, lo show è andato in onda alle 23, perdendo molto del potenziale pubblico dell’evento e per questo non ha avuto proprio il miglior ascolto possibile, soprattutto se confrontati con il “Prince” di New Girl che ha totalizzato 25.8 milioni di spettatori e 11.1 di rating o con “Luther Braxton (No. 21)” di The Blacklist che raggiunse 25.7 milioni e 8.4 di rating. 17.58 milioni sono comunque un buon ascolto ma inferiore a quanto sperato.
Non resta che sperare che si preferisca, prima o poi, puntare su di un prodotto nuovo piuttosto che su qualcosa di antiquato e che già ha dato tanto durante i suoi innumerevoli anni di messa in onda.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’immancabile split screen con al centro l’orario
  • Sparatorie, inseguimenti e tanta azione
  • La scena al cantiere
  • Avversione per gli arabi pure qui
  • Serie che si guarda volentieri, ma con il retrogusto del deja-vù 
  • Scena della sedia

 

È 24. Semplicemente. Il nucleo centrale è quello, il resto gli viene rimodellato attorno.

 

12:00 Noon – 1:00 PM 1×01 17.58 milioni – 6.1 rating

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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