Dimension 404 1×01 – MatchmakerTEMPO DI LETTURA 5 min

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Dimension 404 1x01 - Matchmaker

Era il 4 dicembre del 2011 quando Black Mirror faceva la sua prima comparsa sugli schermi di Channel 4, rivoluzionando ulteriormente il mercato televisivo già allora in forte espansione. A distanza di sei anni, per certi versi, numerose di quelle evoluzioni sono già state ampiamente digerite da parte del pubblico: Netflix e Amazon non rappresentano più una novità di cui parlare con gli amici ma sono entrate a far parte della quotidianità silenziosa di tutti, alcuni generi devono continuamente essere reinventati (si veda l’ultimo esempio in ordine di tempo di Legion per il comparto supereroistico) e complessivamente si sta assistendo a un periodo di stagnazione generale dove sì, certamente, si è raggiunto un minimo di qualità insindacabilmente alto pressoché ovunque, ma al contempo si è entrati nel pericoloso campo di reboot e revival vari, dove diversi autori si stanno affidando alle solite “galline dalle uova d’oro” per continuare a intasare il palinsesto con qualcosa di già visto e (ab)usato.
Anche l’ultima fatica di Hulu si inserisce in questo filone di reinterpretazioni varie, andando ad attingere a piene mani dalla serie di Charlie Brooker, narrativamente parlando un vero e proprio pollaio di idee dorate pronte per essere scopiazzate fonte di ispirazione per numerose altre saghe televisive. Fortunatamente, bisogna riconoscere allo streamer americano di aver creato un prodotto che, seppur condividendo con Black Mirror l’impostazione di partenza (episodi antologici che trattano il tema dell’uomo a rapporto con la tecnologia), il risultato finale è quanto di più diverso vi potesse essere dall’elaborato originale.

I’m sorry, viewer. The TV show you’re searching for cannot be streamed in your reality. Please stand by for reconnection. From the darkest depths of cyberspace, there is another world. A lost dimension, home to wonders unseen, terrors unspeakable. Stories unlike any ever told until now. Do not click Back. Do not reload. We have reconnected to… Dimension 404.

Dimension 404 si presenta al pubblico (con un titolo ispirato dalla tanto celebre quanto odiata schermata di errore del protocollo HTTP) come un vero e proprio mondo alternativo. Non tanto un “futuro sempre più vicino” alla Black Mirror, quanto un regime dell’assurdo più sfrenato che permette al tempo stesso di trattare con realismo e satira i temi tecnologici, ma anche contemporaneamente di stemperare la tensione attraverso diverse scene in bilico tra il trash fatto bene e il trash orribile e fatto male.
Non ci sono categorie definite per descrivere la serie: non è un drama perché pur mantenendo alta la tensione le cose sono prese terribilmente poco sul serio, ma non è neanche una comedy perché seppur facendo sorridere in diversi momenti non arriva mai alla risata esplosiva. Forse l’unica definizione che si può dare sta tutta in quella parolina – trash – che generalmente fa scappare a gambe levate ogni possibile pubblico. In realtà, parlando di Dimension 404, la parola trash, più che nella accezione originaria di “ciofeca da cestinare”, deve essere vista come un tentativo parodistico di certa cultura apocalittica sci-fi che continua a contribuire nella creazione di una facile paura verso il medium tecnologico. Non che manchino riflessioni sociali sulle interferenze che la “terza rivoluzione industriale” sta portando con sé – in questo episodio per esempio sono Tinder et similia a scontare il fio della colpa – ma complessivamente a fare da quadro generale è la rilettura di diversi topoi del genere attraverso un unico grande sberleffo narrativo. Solo così, solo grazie a questa leggerezza di spirito, la tanto decantata ribellione della macchina può macchiarsi non di sangue innocente ma di stucchevole pseudo yogurt color rosa-schifo.

I keep telling myself to forget her, man, but I was made for her. So what the hell am I without her?

L’episodio, dicevamo, racconta una possibile evoluzione delle app di incontri online, come Tinder, appunto. Adam dopo aver passato in rassegna tutte le ragazze carine di Brooklyn si arrende all’inevitabile avanzata della cibernetica e si iscrive su Make-a-match dove nel giro di pochi secondi incontra l’anima gemella nella figura di Amanda. I due hanno praticamente qualsiasi cosa in comune, dalla birra preferita al genere musicale prediletto: tutto molto (troppo) perfetto. L’applicazione di tale Mr.Maker infatti non è solo una piattaforma di annunci amorosi online, ma anche un’intera infrastruttura industriale in grado di rispondere alle esigenze sentimentali di uno (in questo caso Amanda) realizzando un perfetto clone idealizzato dell’altro (Adam). Non sfuggano all’attenzione i nomi dei protagonisti, a partire da Mr.Maker dove il cognome si confonde con la professione, fino ad arrivare ai due piccioncini della storia con “Adam” letteralmente contenuto all’interno di “Amanda”: il primo è il semplice risultato dei desideri di lei e trova una sua ragion d’essere solo nel rapporto con il suo sé originario. Una cura nei dettagli più piccoli, quindi, che per certi versi compensa il budget evidentemente irrisorio della serie. Peccato, perché al di là delle discutibili derive verso il trash (dove l’oggettività viene per forza di cose meno: qualcuno ne sarà entusiasta, qualcun’altro schifato), questa del comparto tecnico non sempre all’altezza della narrazione è l’unica critica valida che si può muovere a una premiére freschissima di un prodotto che può avere tanto da dire.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • I wanna feel it again!
  • La ribellione della macchina condita con yogurt rosa
  • Mark Hamill narratore
  • 40 minuti che scorrono via velocemente con un buon ritmo
  • 404 error
  • Cast quasi completamente di sconosciuti che reggono bene la narrazione
  • Serie satirica dell’intero genere sci-fi
  • Il confine tra trash fatto bene e trash fatto male è molto labile
  • Budget scarso

 

Il mondo virtuale di Internet ha infinite potenzialità di espansione e di sviluppo. Nascosta nei meandri dell’assurdo, una di queste potenzialità (la quattrocentoquattresima, diciamo) non ha il sapore tragico di Black Mirror, ma al contrario una sana dose di spensieratezza anch’essa utile ad osservare e giudicare la realtà 2.0 che ci sta attorno. Dimension 404, pur avendo esordito in sordina e inosservato da tutti, ha esordito bene.

 

Matchmaker 1×01 ND milioni – ND rating

 

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