Nella vita ci vorrebbe la perseveranza di Grey’s Anatomy. Ventuno stagioni, 444 episodi, innumerevoli cambi di protagonisti, uno share che si abbassa di settimana in settimana, storie ed emozioni, rispettivamente, ripetitive e vacue. Eppure, la ABC decide di rinnovare il suo più longevo medical drama anche per una 22esima stagione.
Una scelta discutibile, il cui unico motivo sembra essere quello di occupare un palinsesto privo di qualsiasi altro materiale. A livello qualitativo, sicuramente un pessimo affare.
Come sottolineato nelle scorse recensioni, infatti, Grey’s Anatomy sembra stanco su più fronti. Quello delle storie, naturalmente, ma si avverte una certa insofferenza anche dai personaggi. Non è chiaro se sia una scelta consapevole di autori e attori, ma molti character sembrano sempre più “infastiditi”. L’insofferenza di Teddy ha ormai raggiunto livelli esasperanti, con il povero Ben sempre più preso di mira, mentre anche Richard ultimamente non brilla di certo per simpatia. Senza dimenticare Winston che, seppur non in questo episodio specifico, è dall’addio di Maggie che ripropone sempre questi sentimenti di intolleranza e irritazione.
Nel dialetto barese (di cui è originaria chi scrive queste righe) c’è una parola ben precisa per indicare queste sensazioni: “susta“. Ebbene, i personaggi di Grey’s Anatomy ormai sembrano tutti portatori sani di susta. E lo spettatore non può che provare gli stessi sentimenti.
Susta: Sensazione di non meglio identificabile seccatura, fastidio generalizzato o nervosismo cosmico ingiustificabile.
L’OSPITE SGRADITO
Anche in questo episodio non accade niente di particolare. L’ennesima giornata in ospedale dove a “vivacizzare” un po’ la situazione arriva l’ospite d’onore della Bailey. Anche in questo caso, però, non si può certo parlare di storyline stimolante, dato che tutto risulta sempre frettoloso e ripetitivo.
L’arrivo del dottor Chase poteva essere sfruttato meglio, invece si presenta solo un medico arrogante e incompetente, la cui performance viene liquidata velocemente per poi essere apostrofata, sul finale di episodio, con il solito discorsetto accusatorio fatto da Simone. Una storia, appunto, che non lascia nessuna sensazione in chi sta guardando e che non può essere considerata altro che mero riempitivo al pari di tutto il resto.
OWEN E TEDDY
Purtroppo capitolo a parte meritano Owen e Teddy. Questa coppia appare ancora più stanca della serie in sé. Qualsiasi situazione si trovino i due personaggi, ormai non riesce a differenziarsi. I due sembrano raschiare il fondo del barile di puntata in puntata e i continui litigi, avvicinamenti e crisi fanno da sfondo ad un’incoerenza ormai radicata.
In questa situazione specifica, Teddy è vittima di una pessima caratterizzazione, dove il suo attuale carattere sempre insofferente non riesce a far emergere alcuna coerenza narrativa. Lo spettatore medio non è propriamente fan di Owen Hunt da stagioni ormai, eppure in questo caso specifico non si può non perorare la sua causa. La richiesta del matrimonio aperto è stata fatta, su insistenza, dalla stessa Teddy e quindi, nonostante appare sensato provare fastidio, risulta comunque incoerente e fuori luogo la rabbia della donna.
Ma insensato e incoerente appare anche soffermarsi a discutere dei comportamenti di una coppia che ormai da tempo ha perso qualsiasi credibilità e logica narrativa. Purtroppo, però, è questo il materiale a disposizione. Il che disegna un quadro ben preciso del perché non si può pretendere di continuare all’infinto con storie stanche e senza senso. Ma a quanto pare, insensatezza e incoerenza regnano sovrane anche ai vertici della produzione.
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Verrebbe da dire mancano solo quattro episodi alla fine. Invece no, a settembre c’è già l’ennesima stagione ad attendere lo spettatore.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.