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Marvel’s Agent Carter 1×05 – The Iron CeilingTEMPO DI LETTURA 8 min

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Per auto-citarci al fine di esprimere egregiamente il concetto, riprendiamo una frase che avevamo scritto nella scorsa recensione. Marvel’s Agent Carter non solo si porta nel bagaglio tecnico/narrativo tutti i pro e nessun contro di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D., ma anche la stessa piaga che sta dannando l’anima allo show: l’incostante andazzo dei ratings, spesso e volentieri sempre in caduta. Anche per “The Iron Ceiling”, il demone degli ascolti non ha perso occasione di lanciare nuovamente la sua maledizione sul pubblico, permettendo il manifestarsi di un nuovo e amareggiante calo di ratings. Nonostante ciò, sempre come detto precedentemente in “The Blitzkrieg Button”, ABC si è dimostrata ottimista per lo show, oltre che estremamente fiduciosa nel suo Marvel’s Agent Carter, prodotto che ha decisamente preso a cuore e su cui ha investito tanto quanto il suo telefilm di provenienza (ricordiamo che il serial in questione è uno spin-off di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.). Quello che suonava strano è il fatto che il network televisivo d’emissione, lo diceva ridendo stranamente sotto i baffi; e anche se non era così palese, forse era il caso di farsi qualche domanda e chiedersi: “Da dove arriva tutta questa fiducia?”. Ora lo sappiamo: da questo episodio.
Finora ci sono state ben quattro occasioni per convincersi dell’incisivo mordente di Marvel’s Agent Carter, ma se nel primo poker di puntate anche lo spettatore più critico e incontentabile poteva trovare i difetti presenti in esse sufficienti per stroncarne totalmente la prima stagione, tutt’altro discorso è per “The Iron Ceiling”, che muove le numerose pedine della scacchiera con impareggiabile maestria.
Probabilmente, la produzione ha pensato anche a quella fascia di pubblico incontentabile prima descritta, provvedendo a costruire una puntata ricca di tutti gli elementi necessari non solo per confezionare una grande e memorabile puntata per un telefilm, ma sopratutto, per confezionare una grande e memorabile puntata di un serial comics. Più nello specifico, questo sesto episodio della prima stagione costruisce tutti i suoi quaranta minuti di puro spettacolo e hype su due compartimenti: le due trame principali (quella di Leviathan e quella di Howard Stark bollato traditore) e la licenza fumettistica, concetti che userà non solo come punto di partenza per tracciare una trama orizzontale forte di entrambe le cose, ma anche per costruire nuovi e promettenti sviluppi narrativi futuri che già fanno gola allo spettatore.
Dal punto di vista strategico, la produzione di Marvel’s Agent Carter non solo si dimostra capace e sapiente, ma anche furba e intelligente, perché così facendo, prende due piccioni con una fava: unisce le più trame aperte, convertendola in una sola e trasformando il tutto in un unico grande caso, arricchendola poi con stuzzicanti rimandi al mondo fumettistico Marvel, con nuove aggiunte narrative e con il progresso di quelle di partenza. La resa finale è a dir poco sorprendente, capace di interessare e catturare subito lo spettatore per l’enorme ricchezza e svolgimento degli avvenimenti, oltre che per le atmosfere battagliere e drammatiche (ma comunque gloriose ed epiche) che tanto ricordano un film di guerra alla Salvate Il Soldato Ryan o Il Giorno Più Lungo. Nella creazione di un collegamento tra le due trame, nell’inserire un riferimento legato alla Vedova Nera e tanti altri easter egg fumettistici, “The Iron Ceiling” trova anche il tempo per trattare con i guanti gli ospiti e i padroni di casa, portando alla corte dello spettatore gli Howling Commandos come cast di supporto d’eccezione e sfaccettando psicologicamente e caratterialmente, non solo Peggy, ma sopratutto Jack Thompson.
Nell’inversione di ruoli mostrati nella puntata, dove la Carter salva Thompson, ora come ora non sarebbe una grande novità mediatica vedere una donna che salva un uomo, ma negli anni ’40 era tutt’altra faccenda; il suo coraggio, di fatti, le varrà il premio tanto ambito dall’inizio della stagione: quello di farsi riconoscere al pari di un suo simile di sesso maschile, rompendo ufficialmente la barriera del bigottismo e della chiusura mentale, aggiungendo ai temi portanti del serial anche l’importanza del cameratismo. Anche per quanto riguardo questo tema, la rivalutazione della donna, gli Howling Commandos fanno il loro sporco lavoro, funzionando non solo come eclettici e carismatici comprimari, ma anche come valore aggiunto alla tacita “missione” dell’Agente Carter di non essere da meno di un uomo. Siccome poi la produzione non era contenta, gli sceneggiatori hanno lavorato anche su una piccola sottotrama legata a Jarvis e, sopratutto, a Dottie Underwood: inquietante super spia (e probabile Vedova Nera) che comincia a tessere la sua viscosa tela; se l’abilità della Underwood è pari, o superiore, a quella della spaventosamente letale bambina de La Stanza Rossa, allora si prospetta all’orizzonte un grande scontro fra titani.

 

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
 
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per la prima stagione di Marvel’s Agent Carter, come succedeva per Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.? Maccerto che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata.

  1. Come anticipato la scorsa recensione su teorie dei fan, in quest’episodio fa il suo debutto ufficiale La Stanza Rossa, base operativa del Black Widow Ops Program, programma governativo Russo dedito a creare e addestrare soldatesse in grado di assumere il ruolo di Vedova Nera.
  2. Fanno un gradito team-up con l’Agente Carter gli Howling Commandos, squadra introdotta nell’Universo Cinematografico Marvel nel film Captain America: Il Primo Vendicatore, la quale assisterà Capitan America e Bucky Barnes in tutte le loro missioni durante il conflitto mondiale, prima della temporanea dipartita del Capitano. Nei fumetti compaiono per la prima volta su Sgt. Fury And His Howling Commandos #1 del 1963 e, come suggerisce il titolo della testata, nel team figurava anche Nick Fury come membro e leader. Pur essendo quello di Nick Fury e Dum Dum Dugan il gruppo originale, negli anni lo stesso nome verrà usato per diverse incarnazioni della squadra, come una versione completamente formata da mostri e figure del paranormale o una versione PMC (Private Military Company). Attualmente però, il gruppo si è sciolto a causa della morte della maggior parte dei membri sulla serie Secret Warriors.
  3. Junior Juniper è un personaggio minore della Marvel Comics, anch’esso deceduto dopo poco per portare un po’ di dramma narrativo all’interno del mensile degli Howling Commandos. Compare per per la prima volta su Sgt. Fury And His Howling Commandos #1 del 1963 e morirà su Sgt. Fury And His Howling Commandos #4 del 1963 in circostanze e modalità diverse (nel fumetto muore in una missione a Berlino durante una carica).
  4. Il “soprannome” che (fortunatamente) Peggy rifiuta, si rifà ad un altro personaggio della Marvel Comics, anch’esso eroe di guerra e connazionale della Carter. Si tratta di Union Jack, eroe britannico che prende il suo nome dalla bandiera Inglese, stampata, tra le altre cose, anche sul suo costume. Ben tre sono stati i personaggi che hanno vestito i panni di Union Jack nei comics: James Montgomery Falsworth (primo Union Jack), Brian Falsworth (figlio di James e secondo Union Jack) e Joseph Chapman (terzo Union Jack, succeduto a Brian su sua esplicita richiesta). Nel trio di nomi esposto, è James quello che dei tre eroi britannici ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale al fianco di Capitan America, Bucky Barnes e molti altri eroi degli anni ’40.
  5. Curiosamente parlando, anche se non in calzamaglia griffata coi colori di Sua Maestà, James Montgomery Falsworth compare comunque nell’episodio come membro degli Howling Commandos; è interpretato dall’attore JJ Feild e, nella puntata, veste con un completo militare beige e un basco bordeaux. Purtroppo non possiamo leggere nella mentre dei Marvel Studios e non sappiamo se Falsworth, effettivamente, vestirà i panni del suo alter-ego in costume anche nel MCU. Nei fumetti, Falsworth/Union Jack comparirà per la prima volta su Invaders #7 del 1976 e acquisirà delle capacità fisiche potenziate simili a quelle di Steve Rogers dopo essersi iniettato una versione ridotta e molto meno potente del Siero Del Super-Soldato; morirà su Captain America #254 del 1981 a causa di alcune complicazioni motorie dovute all’età e al grande sforzo di aver aiutato Cap a sconfiggere il Barone Sangue.
  6. A quanto pare, non molti hanno chiaro la continuità di eventi nella storia ludica di Peggy Carter all’interno del Marvel Cinematic Universe. RecenSerie le ha riordinate cronologicamente per voi! E poi non dite che non vi vogliamo bene.
    • 1943-1944: Eventi di Captain America: Il Primo Vendicatore, più i flashback visti nella seconda stagione di Marvel’s Agent Of S.H.I.E.L.D.
    • 1945-1946: Eventi di Marvel’s Agent Carter, più quelli di Marvel One-Shots: Agent Carter
    • 2014: Comparsata in Captain America: The Winter Soldier, in cui spiega sommariamente come ha passato la vita, rivelando come come la data di matrimonio (1953) e altre sporadiche informazioni.
THUMBS UP THUMBS DOWN
  • In generale, la puntata
  • Peggy si afferma sui suoi colleghi
  • Jack Thompson
  • Guest Stars: Gli Howling Commandos
  • Nuove sottotrame all’orizzonte
  • Rapporto qualità/ratings sbilanciato

 

Marvel’s Agent Carter tenta, col sorriso compiaciuto sulle labbra, l’all in, finendo per vincere e portando a casa tutto: anche le mutante di chi gli aveva scommesso contro. “The Iron Ceiling” si dimostra una puntata ricca e corposa, una di quelle che non vorresti mai vedere concluse, perché così dannatamente ben fatta. Azione, dramma, caratterizzazioni ben curate, progressi narrativi e quant’altro: c’è tutto quello che si può desiderare. Un vero peccato che, una puntata del genere, debba essere ripagata con un rating così basso; speriamo che questa sesta puntata della prima stagione serva da portfolio per attirare più spettatori. Insomma, come dicevano i Kiss: “You Wanted The Best, You’ve Got The Best!”

 

The Blitzkrieg Button 1×04 4.63 milioni – 1.3 rating
The Iron Ceiling 1×05 4.25 milioni – 1.3 rating

 

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