The study of the sex is the study of the beginning of all life.
Con queste parole Masters aveva presentato il suo lavoro, come nuovo inizio, principio primo della vita. Non è un caso infatti che la sigla di Masters of Sex usi cose, persone, animali che ricordano gli organi sessuali e le fasi del piacere come se il sesso fosse parte integrante e codificasse il resto. Virginia e Bill ci hanno portato qui, sul lettino, entrando dalla porta principale; soprattutto nella prima stagione dove i corpi sono eccitati – anche grazie a Ulisse -, esplosi in orgasmico piacere. Abbiamo assistito ai loro studi, inizio di una profonda rivoluzione sessuale che va di pari passo con quella politica (pensiamo alle televisioni in cui scorrono le immagini di femministe che bruciano i reggiseni, costrizioni/prigioni del corpo femminile, o alla nuova Libby, pronta a lavorare e a dire cose femministe), in cui vagine, clitoridi, peni e coiti sono messi al centro di discorsi che sconfinano nel privato e nel personale. Sempre in Masters Of Sex i due livelli si toccano e lambiscono: mentre Bill e Virginia studiano il sesso Bill ha problemi sessuali con la moglie, si occupano di madri surrogate e Betty con la compagna vorrebbe un figlio.
Conoscere il corpo significa anche prendere il proprio posto nel mondo, comprendere e conoscere se stessi vuol dire iniziare a capire anche l’altro. Autoerotismo e amplessi hanno mandato in pensione il buon Freud, hanno eliminato, o almeno tentato di eliminare la moralistica ignoranza. In un paradosso narrativo i grandi passi nel lavoro di Bill e Virginia, insieme, sono passi indietro nella loro vita privata; in questa stagione ciò sembra ancor più vero. Come il matrimonio di lui si è sfaldato, rompendo anche l’ultimo filo che univa i suoi brandelli, così lei continua a rovinare ogni rapporto e ogni uomo che le si avvicina.
I personaggi si misurano con l’epoca di transizione in cui stanno vivendo: le donne sono forti, sicure, pronte a sfidare (Virginia – l’uomo che nel bar la insulta perché lei lo rifiuta nonostante viva una vita dissoluta dimostra quanto spaventi una donna come lei), gli uomini sono in balia di se stessi (Masters è completamente assoggettato a Virginia, ai sentimenti), dello smottamento delle solide basi di una società fallocentrica.
La gente si sveste, comincia un mondo, un mondo diverso ma fatto di sesso…
Con “The Pleasure Of Protocol” rientriamo finalmente nel mondo analitico e scientifico di Masters Of Sex in cui ogni atto, ogni spasimo e ogni reazione diventano oggetto di studio. Da una parte le difficoltà di una coppia che non riesce ad avere rapporti sessuali, dall’altra una paziente alla ricerca di orgasmi multipli smuovono le vite dei due protagonisti.
Bill, modificato nell’anima e nel corpo, a causa della mancanza di Virginia, si dimostra fragile (pensiamo al dialogo con Alice) – come non pensare al momento in cui l’uomo, seduto di fronte ad uno schermo, rivede il corpo desiderante della sua donna, musa ispiratrice del suo lavoro e scaturigine di amore e passione -, fallibile proprio perché nella storia di quei coniugi c’è qualcosa che lo addolora. Il desiderio legittimo (dolore e piacere possono coesistere se liberamente scelti) della paziente di provare piacere con un amplesso violento è mal interpretato da Bill, troppo coinvolto a causa del suo passato di figlio vessato dal padre. Il roughie film “The Defilers” riporta alla luce la sofferenza per le botte subite, tanto da costringere Bill a fuggire dalla sala. Stupro e violenza, punizione e appagamento sessuale diventano soggetto di discorso tra Masters e la sua nuova compagna di lavoro, Nancy: mentre per lei quella della moglie è solo espressione di una voglia, per lui potrebbe dipendere da uno shock passato.
Incapace di risolvere il problema è costretto a chiedere aiuto a Virginia, anch’ella però in profonda crisi: le sue scelte sono frutto di un’anima vacillante, in perenne conflitto con se stessa non vuole mostrarsi fragile e bisognosa di qualcuno, perché ciò distruggerebbe l’immagine che vuol dare di sé. Il casual sex, le telefonate notturne a Dan, il dialogo brutale e cattivo con Alice, sua moglie, dimostrano quanto la donna sia oramai in una bolla di supponenza e esasperata ricerca di autodeterminazione.
Virginia è distrutta e disperata (ha gli occhi pieni di lacrime dopo aver incontrato Alice) ma non vuole dimostrarlo (si rifiuta di dire che la storia con Dan è finita), lavora indefessamente, come se questo certificasse la sua dignità di essere umano. Infatti se come donna si inganna e illude, come scienziata è perfetta, non sbaglia. E’ vincente anche in “The Pleasure Of Protocol”: si fa strumento mero di analisi, macchina del sesso che risponde ai comandi meccanicamente senza tutto ciò che rendeva speciale e forse malato il rapporto con Bill.
La donna non vuole solo curare le disfunzioni ma anche migliorare la vita sessuale dei pazienti; per lei il sesso è sì lavoro, ma anche luogo dove avere il controllo. Rappresenta tutte quelle donne indipendenti, moderne, madri single, con una sessualità libera e divertita; ma se in passato il suo personaggio brillava all’interno dello show proprio per questo, ora inciampa narrativamente proprio perché il suo disagio balza agli occhi.
A poco a poco emerge la verità – è interessante il fatto che tutti nascondono qualcosa o mentono anche spudoratamente. Mentre il tabù sessuale viene sdoganato, ogni cosa viene compresa, studiata, analizzata; per i sentimenti tutto è diverso. -: Dan e Virginia non si sono sposati, la donna è di nuovo sola. Lo scopre lo spettatore e poi anche Bill alla fine dell’episodio, dopo aver partecipato all’ennesimo incontro degli alcolisti anonimi a cui presenziava anche Alice. Da questo episodio capiamo che la serie si addentra maggiormente nelle conseguenze del distacco tra i due personaggi, dimostrando che la loro forza era proprio l’unione; anche Hef lo dice, presentandoli come “luminari del sesso”. Sia Bill che Virginia cercano di ricominciare a rivivere (i nuovi partner lavorativi) o di rimettersi in carreggiata (la registrazione del primo orgasmo di Virginia). ma è davvero complicato perché i rimorsi (quelli di cui parla la donna nella prima telefonata a Dan) e il passato continuano a tormentarli.
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The Pleasure Protocol 1×03 | 0.42 milioni – 0.10 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.