“Neutral is not good!”
La frase introduttiva di questa recensione riassume abbastanza bene quello che si ha di fronte e il personaggio principale di questa produzione del 2019 targata BBC che solo questa estate però (con la distribuzione di Sky) ha potuto raggiungere un pubblico decisamente più vasto.
MotherFatherSon segna l’esordio sul piccolo schermo di Richard Gere, in un ruolo che non potrebbe essere più diverso e inusuale rispetto a quelli più noti della sua carriera. In realtà il protagonista di Pretty Woman aveva già recitato, agli inizi della sua carriera, in una parte secondaria per un episodio di Kojak, ma erano gli anni 70, con tutt’altro tipo di serialità, e il ruolo non era certo di questa caratura.
Come già detto infatti il protagonista della serie, Max Finch (Richard Gere), è un personaggio che non vuole assolutamente essere neutrale, anzi se può preferisce essere temuto dal prossimo. Si tratta di un magnate dei media, una sorta di moderno Charles Kane (o un Rupert Murdoch più giovane e avvenente), conteso dalle principali forze politiche del Regno Unito in quanto capace di influenzare l’opinione pubblica tramite i potenti mezzi dell’informazione. Una capacità molto importante soprattutto se si è in periodo elettorale.
Sebbene l’idea di base della serie si fondi su un presupposto molto “romantico” (il giornalismo moderno non ha tutto questo potere, ormai demandato più che altro a internet e ai new media), la metafora espressa dal personaggio di Finch funziona egregiamente nel descrivere un mondo dell’informazione che si basa sempre di più sul voler cercare lo scontro a tutti i costi, alla ricerca costante di titoloni clickbait e fake news rispetto a descrivere i fatti o fare una critica costruttiva della realtà, come sarebbe suo compito fare.
Max Finch incarna questo tipo di mondo cinico, superficiale e profondamente corrotto. Ma la cosa peggiore è che questo atteggiamento viene espresso anche in famiglia, soprattutto nella manipolazione di Caden (Billy Howle), figlio-erede di Max ma di tutt’altro carattere: più inetto e docile, al limite della remissività totale, e costantemente schiacciato dalla figura autoritaria del suo padre-padrone. Fin dall’inizio l’episodio rivela palesemente la sua posizione, facendo di tutto per rendere sempre più odioso il personaggio di Richard Gere e mostrando Caden come una sorta di “martire” costantemente costretto a mediare fra lui e la madre Kathryn (Helen McCrory, anch’essa in un ruolo inusuale, ben lontana dalla zia Polly di Peaky Blinders), dal carattere pressoché angelico.
Questa caratteristica dell’episodio pilota è sia un pregio che un difetto: da un alto fa entrare direttamente lo spettatore nel mood della serie, e soprattutto nella filosofia del protagonista principale; dall’altro pone ben più di un dilemma poiché si fa veramente fatica ad empatizzare con un personaggio come quello di Caden, troppo passivo e sottomesso in tutto. Risulta più che naturale quindi parteggiare per il padre, e forse è proprio in questo che la serie trova il suo significato più profondo. In fondo Max Finch è una metafora del mondo contemporaneo e, per quanto sia orripilante sotto vari aspetti, non si può che dargli ragione. Si tratta di una visione distorta della logica che governa il mondo dei social media, in cui la neutralità è di fatto bandita e tutto si riassume in un “like” o in un “dislike”. Non c’è posto per i deboli in questo mondo in cui, come per Game Of Thrones, “o vinci o muori”. Si tratta di un personaggio veramente interessante e l’interpretazione di Richard Gere aiuta, in questo senso, a renderlo ancora più magnetico e carismatico. Anche tutto il resto del cast risulta comunque azzeccato per i rispettivi ruoli e la regia (unita ad una soundtrack incalzante) è perfetta per creare un’atmosfera di suspense continua.
Rimane forse un po’ troppo a parte la storyline più “giornalistica-investigativa” della ragazza scomparsa, che evidentemente avrà un ruolo importante in un’ottica orizzontale per cui gli autori hanno deciso di lasciarla in stand by per il momento. In ogni caso “Episode 1” è comunque un ottimo pilot per quanto riguarda la presentazione e costruzione psicologica dei personaggi. La serie pare essere destinata a far discutere visto il tema scelto e lo scenario socio-politico in cui si trova ad uscire per il pubblico globale.
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Episode 1 1×01 | ND milioni – ND rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!