Quando venne presentato agli Upfronts di maggio, personalmente non ebbi una grandissima opinione del progetto, anzi lo giudicai con un “bitch please“. Dopo la visione di questo pilot però mi fa piacere ammettere di dovermi ricredere perchè quanto ho visto è decisamente sopra ogni più rosea aspettativa anche se, sfortunatamente, c’è l’ingombrante ombra di Chuck che sovrasta in maniera imponente tutta la serie.
Per quanto se ne dica e per quanto vogliano farci credere, l’idea che Intelligence nasca da un libro ancora inedito di John Dixon è un po’ una presa per il culo. Michael Seitzman, creatore, showrunner e produttore esecutivo dello show, sostiene di aver preso spunto dall’idea di Dixon ma di averla poi talmente stravolta da non dover alcun diritto a quest’ultimo. Peccato che l’idea di fondo sia comunque appartenente a Josh Schwartz e Chris Fedak che con Chuck hanno già ampiamente affrontato l’idea alla base di questo nuovo show: un agente segreto capace di interfacciarsi con un supercomputer all’interno della sua testa.
Per non parlare di plagio ovviamente Seitzman ha dovuto differenziarsi sia per l’approccio con il quale lo show vuole trattare l’argomento, sia con il metodo che con i “poteri” che vengono elargiti al protagonista. Quindi diamo a Cesare quel che è di Cesare. Le dinamiche e le tecnologie con cui i due protagonisti vengono evoluti in questo stadio di essere umano 2.0 sono diverse: Chuck non ha nessun chip inserito nella sua testa, Gabriel Vaughn si; Chuck (almeno all’inizio) non ha conoscenze o abilità tipiche di una spia, Gabriel Vaughn si; Chuck è innamorato della spia addetta alla sua sorveglia, Gabriel Vaughn è alla ricerca della moglie data per morta ma non si può escludere a priori un’infatuazione per la sua guardia del corpo. Insomma avete capito che le somiglianze ci sono ma le differenze sono molte di più.
Dopo questo doveroso confronto tra le due serie ora ne prendiamo le distanze e parliamo di Intelligence per quello che è, perchè è questo quello che conta infondo. Josh Holloway nella parte di Gabriel Vaughn non è malvagio ma non è neppure eccelso (per ora), c’è da dire che ricopre un ruolo molto fisico e quindi al posto suo poteva essere messo qualsiasi belloccio, però diamogli tempo e, come già successo ai tempi di Lost, saprà calarsi nel ruolo.
Oltre a Vaughn in questa prima puntata veniamo a conoscenza della sua nuova e già quotatissimo futuro interesse amoroso guardia del corpo, tale Riley Neal interpretata da Meghan Ory (Cappuccetto Rosso in Once Upon A Time), e Lilian Strand, portata su schermo da Marg Helgenberger che sicuramente non potrete non riconoscere essendo stata Catherine Willows per ben 264 episodi di C.S.I. Quest’ultima è l’esempio tipico del boss con le palle in quanto per essere a comando della U.S. CyberCom o ce le hai quadrate o non vieni messo su quella poltrona en passant; la Strand è, subito dopo Vaughn, il personaggio più interessante e che sicuramente può sorprendere nelle maniere e nei modi più inaspettati vista la sua navigata esperienza. E’ proprio lei che assume Riley, è sempre lei che tratta con i cinesi all’insaputa di tutti e, se il buongiorno si vede dal pilot, è capace sicuramente di spiazzarci in tanti altri modi.
Al contrario di Lilian Strand, Riley Neal è un character non del tutto riuscito, mi spiego meglio. L’idea di avere un passato burrascoso perdonato in favore delle sue abilità sul campo poteva e doveva essere gestita al meglio, non subito sbandierato a metà puntata per “legare” con Vaughn. Certo la cosa aveva i suoi pro ed i suoi contro ma stuzzicare l’utente finale circa un fantomatico mistero non è mai un errore, Lost insegna.
Un pilot deve saper colpire subito al cuore dello spettatore non lasciandogli un attimo di respiro mentre lo introduce in questo nuovo mondo fatto di storie e di personaggi estranei, esattamente quello che accade qui tra sparatorie, fughe da prigioni e voltagabbana succosi che farciscono nel complesso un buon pilot. La trama orizzontale va sicuramente a favore di una longeva e speranzosa durata della serie che punta tutto sullo studio approfondito di come vive il nuovo prototipo della spia multimediale, una spia ben diversa da quella che abbiamo visto in Chuck. Dategli una chance perchè Intelligence promette bene.
PRO:
- Protagonista e comprimari interessanti
- Colpo di scena finale che apre la porta ad una guerra spionistica tra USA e Cina
- Intrigante la visione “multimediale” di Vaughn
- Se un prodotto del genere nasce sotto l’egida della CBS è molto difficile che peggiori, perciò è plausibile che quanto visto sia solo un assaggio.
- E’ impossibile non paragonarlo subito a Chuck
- Riley Neal ed il suo segreto andavano strutturati meglio
Una buona puntata pilota che fa il suo sporco dovere mettendo in mostra tutta la mercanzia soprattutto sfruttando il traino di NCIS che ha permesso di tenere incollati 16 milioni e mezzo di persone per il ritorno in tv di Sawyer Josh Holloway. Che dire? Sicuramente ha del potenziale per far bene ed il pilot è convincente quanto basta per garantirgli la nostra/vostra fiducia per gli episodi a venire.
Pilot 1×01 | 16.49 milioni – 2.4 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.