L’Effetto Dorothy 1×01 – L’Effetto DorothyTEMPO DI LETTURA 5 min

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Recensione L'effetto Dorothy 1x01 PilotL’Effetto Dorothy, co-produzione Rai Fiction, MoviMenti e Premio Solinas, ha fatto il suo avventuroso debutto su RaiPlay il 15 marzo scorso, portando gli spettatori nel bizzarro mondo di un gruppo di ricercatori universitari guidati dal Professor Gaspare Maria Dorotei, docente, quantomeno eccentrico, specializzato nel campo della psicologia evoluzionista.
Questo progetto, insignito del prestigioso Premio Solinas Experimenta Serie, ha catturato l’attenzione del pubblico per la sua originalità e freschezza, offrendo un’esperienza senza dubbio coinvolgente rispetto alla stragrande maggioranza dei prodotti televisivi italiani di genere comedy attualmente in circolazione.

UN THE OFFICE ALL’ITALIANA


Prof. Dorotei: “Questi che cosa sono?
Studente: “I bignè professore, i bignè.
Prof. Dorotei: “Bignè, eh beh ci sono anche quelli con lo zabaione?
Studente: “Erano finiti professore.
Prof. Dorotei: “Ma questa è una cosa gravissima! Arieggia la fattispecie della corruzione!

Nel cuore dell’ambiente accademico dell’Università di Volterra, l’episodio pilota de L’Effetto Dorothy offre uno sguardo tagliente e al contempo paradossale. sulla vanità dei professori e sulle sfide della ricerca scientifica, immergendosi profondamente nella complessità delle dinamiche umane e professionali che permeano tale contesto, attraverso la forma narrativa, sempre più diffusa, del mockumentary. Il Professor Gaspare Maria Dorotei, interpretato magistralmente da Ninni Bruschetta, incarna un eccentrico docente di Psicologia Cognitiva Evoluzionistica, il cui carattere stravagante si scontra con una vanità smisurata e un desiderio incontenibile di protagonismo.
La trama si dipana attorno alla ricerca condotta dal Professor Dorotei e il suo team di collaboratori, tra cui il ricercatore, rigorosamente a tempo determinato, Martino Leoncini (Luca Avagliano), l’assegnista di ricerca Loris Di Paglia (Tomas Leardini), la tecnica di laboratorio neurobiologa Marisa Sperlì (Melissa Anna Bartolini) e l’etologa, dottoranda mandata dall’Università di Parma, Annalisa Ferroduci (Federica Torchetti). La presenza di una troupe belga incaricata di documentare le attività del team spingerà quindi Dorotei a essere eccessivamente assorbito dall’attenzione mediatica, trascurando così la ricerca stessa, che finisce per essere gestita quasi interamente dai suoi stravaganti collaboratori.
La tensione tra il desiderio di protagonismo del Professor Dorotei e il suo ruolo di docente e ricercatore aggiunge quindi una dimensione in più alla trama, evidenziando la complessità dei personaggi e le dinamiche all’interno del dipartimento universitario. Questo conflitto interiore di Dorotei, tra la ricerca della fama e il rispetto del metodo scientifico, costituisce così uno degli elementi centrali della serie, offrendo una riflessione profonda sulla natura umana e sui suoi impulsi contraddittori.
Attraverso una serie di situazioni comiche e surreali, L’Effetto Dorothy esplora temi importanti relativi all’ambiente accademico italiano, come la vanità dei professori e le lacune nella loro preparazione, oltre a mettere in luce le sfide e le difficoltà della ricerca scientifica condotta secondo parametri discutibili e offrendo uno sguardo critico e provocatorio in merito alle convenzioni e alle ipocrisie presenti nel mondo accademico.
La performance di Ninni Bruschetta è come sempre straordinaria e incarna con maestria il carattere del Professor Dorotei attraverso una fusione di eccentricità, narcisismo e umorismo demenziale, evocando talvolta nel cuore del fan di Boris l’assurdità mista all’italianità del suo iconico personaggio Duccio Patanè. Il resto del cast si distingue per la capacità di conferire credibilità e profondità ai rispettivi personaggi, contribuendo così a creare un microcosmo accademico che, sebbene pervaso dall’assurdità, si presenta inquietante per la sua sporadica aderenza alla realtà del mondo universitario.

ESPERIMENTO PRIMATE 1.1


La diversità e la peculiarità dei vari personaggi, così come la loro capacità di suscitare empatia e interesse, sono elementi che arricchiscono la narrazione, rendendo la serie effettivamente molto coinvolgente agli occhi dello spettatore. Ogni character ha le proprie motivazioni e aspirazioni, che vengono esplorate e sviluppate nel corso della puntata, aggiungendo ulteriori strati di complessità alla trama e alle relazioni interpersonali che intercorrono tra i protagonisti.
La regia di Valerio Attanasio (Smetto Quando Voglio, Il Tuttofare) si distingue per la sua abilità di catturare l’atmosfera “mockumentaristica” della narrazione, sapientemente ottenuta attraverso un utilizzo diretto e incisivo della macchina da presa e le riprese dinamiche e immersive, in particolare, contribuiscono a creare un senso di autenticità e immediata partecipazione, in grado di trasportare lo spettatore direttamente all’interno dell’Università di Volterra.
La scelta stilistica di utilizzare la forma del falso documentario si rivela dunque efficace nel creare un’immersione totale nell’ambiente universitario e, di conseguenza, nel rendere la narrazione più vivida e autentica, offrendo al pubblico una prospettiva unica, sebbene a tratti volutamente caricaturale, rispetto al mondo accademico del Bel Paese.
Indubbiamente, l’episodio pilota si distingue per la sua capacità di alternare parentesi comiche a sprazzi di realismo e questo sapiente intreccio tra umorismo e spunti di riflessione si configura come elemento principale della buona riuscita dell’opera. Infine, il cast svolge un ruolo cruciale nel raggiungimento di questo risultato positivo, dando vita a personaggi immediatamente percepiti come autentici nonostante la caratterizzazione spesso esasperata per ragioni comiche. Ogni attore offre una performance convincente e incisiva, imprimendo ai propri ruoli una profondità che persiste nella memoria dello spettatore ben oltre la conclusione dell’episodio pilota e con i quali, per una ragione o per l’altra, si finisce per empatizzare.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Narrazione coinvolgente e originale
  • Ninni Bruschetta come sempre bravissimo
  • Regia in stile mockumentary molto coinvolgente
  • Equilibrio tra umorismo e riflessione sul mondo accademico italiano
  • Cast brillante e convincente
  • Finale inaspettato in grado di incuriosire lo spettatore
  • Niente di particolarmente negativo da segnalare, se non l’assenza di ulteriori episodi disponibili

 

In conclusione, L’Effetto Dorothy si configura come una serie televisiva che promette di offrire un’esperienza coinvolgente e divertente al proprio pubblico, specialmente ai fan del genere mockumentary nello stile di prodotti ben più conosciuti come The Office o Parks And Recreation. Attraverso una narrazione avvincente e una caratterizzazione dei personaggi ricca di sfumature, la serie esplora tematiche pertinenti al mondo accademico e alla ricerca scientifica e, benché presenti alcune piccole imperfezioni, la serie risulta complessivamente ben realizzata e capace di catturare immediatamente l’attenzione dello spettatore. Con una regia sapiente e un cast convincente, la serie si configura come una proposta televisiva molto interessante, capace di stimolare la riflessione senza per questo sacrificare l’aspetto più comico dell’opera.

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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