“It’s Karma, bitch.”
“Karma is a bitch.”
Due frasi, stesse parole, due significati completamente opposti. L’ottavo episodio della nuova serie Netflix può essere descritto con entrambe le citazioni soprastanti, perfette soprattutto per riassumere quanto successo nel finale di puntata. Se la prima frase viene usata da chi trae vantaggio dal karma, la seconda è perfetta per chi ne subisce le conseguenze. In entrambi i casi è la filosofia orientale a farla da padrona, ad avere in mano il potere. Per cui si può serenamente dire che è il Karma il vero boss di Roma.
Lo si era intuito fin dall’inizio, quando il Monsignore Theodosius era stato trovato nel bordello dal Trio, oppure quando Lele, dopo tante bugie, era stato scoperto dal padre. Ma il nun plus ultra della dimostrazione di quanto sia potente questa legge, oppure il sadismo dei produttori – dipende da che lato della medaglia si vuole guardare – non può che essere in questo episodio e a farne le spese è Lele. Il character di Eduardo Valdarnini è stato presentato come il classico figlio di papà che dopo aver combinato qualcosa di illegale per proprio tornaconto, si ritrova immischiato in qualcosa di molto più grande di lui. Lele in tutti questi episodi, però, è riuscito quanto meno a restare vivo, dimostrando di saper camminare un minimo con le proprie gambe: l’esempio perfetto di quanto detto è l’essere riuscito ad uccidere Tullio sdebitandosi da Samurai. Ma la legge che governa Suburra, il karma, quest’ultima azione non l’ha dimenticata e ha deciso di punire il giovane romano nel più sadico dei modi: Franco, mandato dal figlio per arrestare Aureliano e Spadino con l’intento di salvare loro dalle grinfie di Samuari, viene ucciso proprio da Aureliano, il quale involontariamente si vendica della morte di Tullio. Il padre dell’assassino viene ucciso dal figlio dell’assassinato. Chapeau.
In fase di sceneggiatura Bonini e De Cataldo avevano pensato di portare avanti contemporaneamente 3 storyline diverse: quella del Trio, la battaglia tra Zingari e Adami e quella del politico Romano, intrecciandole tra di loro. Se il tentativo è da applausi, il risultato lo è un po’ meno. La parte dolente è la solita fin dal pilot, la storyline di Cinaglia non ha mai convinto in pieno, nonostante un buon Filippo Nigro e la presenza di Francesco Acquaroli aka Samurai. L’evoluzione del politico romano è evidente, ma i fatti compiuti sono davvero troppo pochi. Si nota enormemente che il tutto sarebbe dovuto durare molto meno e l’acqua aggiunta per allungare il bordo non ha decisamente un buon sapore. Ma la svolta, a meno di due episodi dalla fine, sembra essere arrivata pure per la suddetta storyline. Il cambio di vesti di Cinaglia potrebbe fargli cambiare idea sul mafioso romano, facendolo tornare nella parte della giustizia. In ogni caso, rimane grandioso come siano riusciti con un semplice e quasi insignificante paio di scarpe a far cambiare inizialmente mentalità al politico, facendogli capire quanto è labile la differenza tra il bene e il male.
Suburra non è solo guerra, corruzione e dolore. C’è spazio anche per qualcosa di più più intimo e nascosto, c’è spazio per l’amore. Se Lele ha poco a che fare con questo argomento, Spadino e Aureliano sono il fulcro. Lo Zingaro e il biondo ribelle hanno una vita sentimentale completamente opposta: il primo è costretto a vivere nella menzogna e nella repressione dei suoi istinti, cercando di portare avanti un matrimonio insensato; il secondo, dal canto suo, sta cercando di crearsi una vita con colei che ha quasi ucciso e a risentirne è la sua relazione con la sorella. Ciò che rende ancora più assurda la situazione è l’infatuamento di Spadino verso Aureliano, il quale non porterà sicuramente ad un lieto fine. Bastardaggine degna del miglior Wells.
A meno due dalla conclusione, i preparativi per un finale al cardiopalma sono terminati. Il destino di Cinaglia, il confronto tra Aureliano e Lele e la decisione del Vaticano sui terreni di Ostia sono ormai imminenti.
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.