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Senza nulla togliere a quanto messo a segno dall’episodio pilota di The Gifted, al nuovo serial legato agli X-Men serviva indubbiamente una conferma. Non perché la puntata non convincesse in qualche modo ma, più che altro, perché bisognava accertarsi che “eXposed” non fosse un classico fuoco di paglia, ovvero un pilota inizialmente coinvolgente e pieno di promesse, utile solo per attirare pubblico e scadere poi nella vergogna (vero, Gotham?). Ed invece l’odissea della Resistenza Mutante continua in maniera appassionante.
Come prima apprezzabilissima cosa, la serie comincia a snocciolare un po’ di informazioni sul mondo di The Gifted che, da alcune dichiarazioni del creatore Matt Nix, si colloca “in un altro universo con alcuni elementi in comune con gli altri”. Qualche informazione esce e, dal modo in cui lo fa, da questa 1×02 si può intuire come il serial voglia tenersi come ulteriore elemento di interesse la soluzione del “mistero” legato a quale universo narrativo possa appartenere, così da fornire anche allo spettatore una minuziosa operazione di world-building e dare – piano piano – delle leggi al proprio mondo. Nonostante l’apprezzabile scelta, continua comunque ad infastidire avere gli X-Men impegnati in più linee narrative che spesso si contraddicono a vicenda, aumentando la confusione sui collocamenti cronologici degli eventi.
Intanto che i dettagli temporali vengono rifiniti, The Gifted riesce nuovamente a sfornare un’ottima puntata per via della sua “narrazione a tre binari” che prevede la trama orizzontale divisa in tre plot dove, ognuno di essi, ha per protagonista dei personaggi che danno una visione completa e a 360° della situazione mutante: la Resistenza Mutante, la Famiglia Strucker e il Sentinel Service.
Per la Resistenza viene continuamente sottolineato il tema della sopravvivenza e del tentativo di affermare i propri diritti da “minoranza etnica” a parte integrante del genere umano. Va però messo l’accento sulla situazione di Lorna, in quanto viene messa in carcere al fianco di prigionieri umani, cosa che non si è mai vista fare nei vari film e serie dedicate agli X-Men. Ai mutanti è infatti sempre toccato un trattamento molto simile a quello degli ebrei nella Seconda Guerra Mondiale. È evidente come Nix ed il resto degli sceneggiatori vogliano giocarsela in questo modo anche per sottolineare quanto i mezzi di detenzione dei mutanti siano diventati più disumani col tempo.
I “binari” della Famiglia Strucker e del Sentinel Service, invece, questa volta si incontrano dando modo a due personaggi appartenenti alle rispettive scuderie di incontrarsi e scontrarsi. La scena dell’interrogatorio è uno dei momenti più alti della puntata per qualità dei dialoghi e per l’interpretazione degli attori che danno i volti a Reed e Turner. Soprattutto su Tuner, che cita un misterioso evento per ora conosciuto solo come “July 15th”, è palese il lavoro di scrittura fatto per conferirgli una grande profondità caratteriale, per giustificare il suo odio per i mutanti e la dedizione alla causa.
Nonostante le conferme positive, la serie purtroppo conferma anche i suoi – finora pochi – aspetti negativi, tra cui i personaggi inventati ad hoc per The Gifted o quelli estremamente rivisitati, come i due fratelli Strucker. Il problema è che finora non c’è stato molto tempo e modo per approfondire i vari supporter character, nonché membri della resistenza, e così si ha la sensazione che il parco attoriale e di personaggi non sia totalmente adatto alla serie. È ovviamente una questione di tempo ma Nix ha optato per altre scelte e quindi va comunque sottolineata questa “mancanza”.
Piccola nota a margine. Nix, che ha lavorato precedentemente per vari anni all’altra sua fortunata creatura chiamata Burn Notice (in Italia con il terrificante titolo: Duro A Morire), si è portato dietro ben due attori feticcio: Coby Bell, qui nel ruolo dell’agente Turner, e Sharon Gless, nel ruolo della madre di Reed Strucker.
Come prima apprezzabilissima cosa, la serie comincia a snocciolare un po’ di informazioni sul mondo di The Gifted che, da alcune dichiarazioni del creatore Matt Nix, si colloca “in un altro universo con alcuni elementi in comune con gli altri”. Qualche informazione esce e, dal modo in cui lo fa, da questa 1×02 si può intuire come il serial voglia tenersi come ulteriore elemento di interesse la soluzione del “mistero” legato a quale universo narrativo possa appartenere, così da fornire anche allo spettatore una minuziosa operazione di world-building e dare – piano piano – delle leggi al proprio mondo. Nonostante l’apprezzabile scelta, continua comunque ad infastidire avere gli X-Men impegnati in più linee narrative che spesso si contraddicono a vicenda, aumentando la confusione sui collocamenti cronologici degli eventi.
Intanto che i dettagli temporali vengono rifiniti, The Gifted riesce nuovamente a sfornare un’ottima puntata per via della sua “narrazione a tre binari” che prevede la trama orizzontale divisa in tre plot dove, ognuno di essi, ha per protagonista dei personaggi che danno una visione completa e a 360° della situazione mutante: la Resistenza Mutante, la Famiglia Strucker e il Sentinel Service.
Per la Resistenza viene continuamente sottolineato il tema della sopravvivenza e del tentativo di affermare i propri diritti da “minoranza etnica” a parte integrante del genere umano. Va però messo l’accento sulla situazione di Lorna, in quanto viene messa in carcere al fianco di prigionieri umani, cosa che non si è mai vista fare nei vari film e serie dedicate agli X-Men. Ai mutanti è infatti sempre toccato un trattamento molto simile a quello degli ebrei nella Seconda Guerra Mondiale. È evidente come Nix ed il resto degli sceneggiatori vogliano giocarsela in questo modo anche per sottolineare quanto i mezzi di detenzione dei mutanti siano diventati più disumani col tempo.
I “binari” della Famiglia Strucker e del Sentinel Service, invece, questa volta si incontrano dando modo a due personaggi appartenenti alle rispettive scuderie di incontrarsi e scontrarsi. La scena dell’interrogatorio è uno dei momenti più alti della puntata per qualità dei dialoghi e per l’interpretazione degli attori che danno i volti a Reed e Turner. Soprattutto su Tuner, che cita un misterioso evento per ora conosciuto solo come “July 15th”, è palese il lavoro di scrittura fatto per conferirgli una grande profondità caratteriale, per giustificare il suo odio per i mutanti e la dedizione alla causa.
Nonostante le conferme positive, la serie purtroppo conferma anche i suoi – finora pochi – aspetti negativi, tra cui i personaggi inventati ad hoc per The Gifted o quelli estremamente rivisitati, come i due fratelli Strucker. Il problema è che finora non c’è stato molto tempo e modo per approfondire i vari supporter character, nonché membri della resistenza, e così si ha la sensazione che il parco attoriale e di personaggi non sia totalmente adatto alla serie. È ovviamente una questione di tempo ma Nix ha optato per altre scelte e quindi va comunque sottolineata questa “mancanza”.
Piccola nota a margine. Nix, che ha lavorato precedentemente per vari anni all’altra sua fortunata creatura chiamata Burn Notice (in Italia con il terrificante titolo: Duro A Morire), si è portato dietro ben due attori feticcio: Coby Bell, qui nel ruolo dell’agente Turner, e Sharon Gless, nel ruolo della madre di Reed Strucker.
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The Gifted continua in maniera dignitosa a rendere onore ai Figli Dell’Atomo continuando a tenere il livello del suo straordinario debutto. “Welcome to the X-Men, The Gifted – You are surviving the experience!”.
eXposed 1×01 | 4.90 milioni – 1.5 rating |
rX 1×02 | 3.79 milioni – 1.2 rating |
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