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Se l’intenzione fosse quella di descrivere il mid-season finale della quarta stagione di Vikings in una sola frase si direbbe: “The Last Ship” è un “The Profit And The Loss” fatto meglio. Non fraintendete, non c’è nulla che non vada in “The Profit And The Loss“, è solo che il serial vichingo di Michael Hirst in “The Last Ship” riesce addirittura a superare quello che era stato descritto come il punto più alto di questa stagione.
Il settimo episodio della quarta stagione si lascia tutt’ora piacevolmente ricordare per l’inaugurazione del Round 2 nella lotta per la sopravvivenza e la supremazia morale/etico/bellica fra i francesi e i norreni. Il primo segmento della nuova sfida Parigi-Kattegat risultò visivamente efficace e spettacolare non solo perché arrivò dopo sei episodi prettamente concettuali e incentrati su conversazioni ed interazioni tra i personaggi ma, anche e sopratutto, per la realizzazione della schermaglia stessa in termini di: recitazione, effetti speciali, ricostruzione storica. In questo mid-season finale, nel realizzare il secondo segmento della sfida Parigi-Kattegat, Vikings polverizza in tutto e per tutto il suo precedente record, confezionando una resa addirittura migliore. Questo nuovo record è stato possibile non solo perché (probabilmente) si è dato fondo a molto più budget in quanto “The Last Ship” è un finale di metà stagione, ma anche perché l’intera battaglia è trainata dal main event che tutti aspettavano: la resa dei conti fra Ragnar e Rollo.
In “The Profit And The Loss” si è delineata, attorno alla lotta vichinghi/francesi, anche una sorta di morale o comunque di elemento tematico trainante che altro non è che il confronto/contrasto tra progresso e regresso. Volendolo trovare anche qui allora sarebbe l’odio, elemento scatenante di moltissime guerre e conflitti fratricidi. Se prima Ragnar e affiliati volevano conquistare Parigi per espandere il proprio regno e reputazione, ora i motivi sono molto cambiati a causa della diserzione di Rollo; per il re di Kattegat conquistare Parigi ora è solo una scusa che racconta al suo popolo per raggiungere un più grande obiettivo: uccidere suo fratello e punirlo per il suo tradimento. Nelle sequenze in cui i due (ex) fratelli combattono, grazie alle gesta dei sempre magnifici Travis Fimmel e Clive Standen, trasuda tutta la cattiveria, l’astio, il rancore e la voglia di rivalsa che Ragnar ha per Rollo e viceversa. Questi sentimenti finiscono, inoltre, per influenzare anche tutto il resto della battaglia che permette allo spettatore di essere tanto partecipe della schermaglia, quanto dei momenti disfattisti che colpiscono (ancora una volta) i vichinghi e lo spettatore per la tragica drammaticità in cui i vari Lagertha e Floki vengono feriti a morte.
Qualcuno potrebbe recriminare a Hirst la scelta di aver interrotto sul più bello lo scontro fra i due fratelli ma, come diceva Dan Slott in una recente intervista sul suo operato nella serie fumettistica “The Amazing Spider-Man”, spiegando alcune leggi non scritte della serialità: “Tutte le migliori storie serializzate consistono nello stuzzicare il lettore mostrandogli quel che desidera, per poi fargli vedere le conseguenze. In poche parole, dai loro sempre quello che vogliono, ma non nel modo che vogliono loro”. In più, Vikings impara anche dai suoi errori, mostrando alcuni eventi di altre storyline intervallate tra un momento e l’altro della battaglia, tra cui la spettacolare uccisione di Roland e Therese. Purtroppo per lui, il serial ripara ad un errore solo per commetterne un altro.
Quasi come un’entrata scorretta durante una partita di calcio, nel procedere della stessa puntata, Vikings chiude un’era e ne riapre un’altra, lasciando intendere che tra il rovinoso “Parigi-Kattegat: Round 2” e i nuovi eventi finali dell’episodio siano passati diversi anni. Il perché dietro questa scelta la si può leggere nell’attesa in vista del re-inizio (ancora da decidersi) della seconda parte della quarta stagione, servendosi di un terreno parzialmente rinnovato, fatto di vecchie glorie del cast e di nuovi arrivati. La scelta in sé non è assolutamente sbagliata, dato che fin da “A Good Treason” si era ipotizzato che avremmo assistito ad un potenziale “Vikings 2.0” con Bjorn al posto di Ragnar. La prova non tarda ad arrivare, dato che non solo si vede Bjorn vestito quasi come Ragnar nel primo episodio della prima stagione ma è anche deciso a voler compiere una azione simile a quella del padre: viaggiare nel Mar Mediterraneo, come fece il genitore anni prima in “Rites Of Passage”, verso il Mare del Nord. In questo time-skip la curiosità viene ulteriormente impreziosita da vari riferimenti ad eventi accaduti off-screen e che la stagione ancora non ha raccontato, oltre al fatto che molti personaggi feriti nella battaglia delle acque parigine non si sono ancora visti, lasciando curiosità per il loro destino.
Tuttavia il time-skip lo si era paragonato non a caso ad una scorretta entrata sulle gambe perché inserito decisamente in maniera forzata e blanda. Capiamo che sono passati anni solo perché Ivar e gli altri figli di Ragnar sono improvvisamente cresciuti e dalle parole dello stesso re (ex-re, a quanto pare) viene fuori che il personaggio è tornato dopo un lungo viaggio; se non ci fossero stati questi elementi la sequenza sarebbe stata tranquillamente scambiata per una semplice scena successiva al ritiro delle forze vichinghe nella schermaglia acquatica. Per quanto interessante, poiché mischia anche un poco le carte in tavola, la resa è stata decisamente confusionaria e fin troppo spiazzante, sarebbe bastato mostrare il tutto nella sua interezza durante la midseason premiere, aumentando la sorpresa senza confondere inutilmente lo spettatore.
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Date una battaglia a Vikings e il serial darà sfogo al massimo delle sue capacità.
“The Last Ship” è un midseason finale decisamente potente e imponente che chiude gran parte delle trame delineate in questa prima parte della quarta stagione col ferro e col sangue. Il serial di Michael Hirst si prende anche la libertà di mostrare un piccolo scorcio sulla direzione della seconda parte della quarta stagione lasciando però nello spettatore l’impressione che si sia voluto leggermente strafare.
“The Last Ship” è un midseason finale decisamente potente e imponente che chiude gran parte delle trame delineate in questa prima parte della quarta stagione col ferro e col sangue. Il serial di Michael Hirst si prende anche la libertà di mostrare un piccolo scorcio sulla direzione della seconda parte della quarta stagione lasciando però nello spettatore l’impressione che si sia voluto leggermente strafare.
Death All ‘Round 4×09 | 2.28 milioni – 0.6 rating |
The Last Ship 4×10 | 2.39 milioni – 0.7 rating |
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