Ogni anno stessa storia e la roulette delle sitcom è più letale di quella russa, non si sa mai cosa può venir fuori ma 4 serie su 5 sono da buttare nel dimenticatoio. Men At Work è quella che si salva.
La noia, la scontatezza e il riciclo di idee fanno mucchio e garantisco a
quelle 4 sitcom una fine giusta ed indecorosa perchè, pur avendo attori talentuosi, la trama fa schifo. Questa serie, pur non discostandosi dal solito tran tran dei quattro migliori amici in cerca di ragazze, ha però qualcosa di diverso che la rende meritevole di qualche attenzione ed un briciolo di fiducia.
Il plot più che banale tratta di quattro ragazzi sulla trentina che lavorano nella redazione di un magazine e a parte quello sono, scontatamente, il più dissimili possibile l’uno dall’altro. C’è il protagonista, Milo, interpretato da un indimenticato Hyde di That 70’s Show ora più maturo e barbuto; troviamo in seguito una vecchia conoscenza degli amanti di The O.C., Tyler che dà l’idea di essere il metrosexual del gruppo; Neal, il più pacato del quartetto nonostante sia insieme alla figlia del capo, è stato per qualche tempo la nemesi di Buffy (ricordate Warren nella 6° stagione?); ed infine arriva lui, Gibbs, la vera star comica della serie che, stando a queste due puntate, è rinomato per essere un conquistador e un maniaco di caffè.
Dopo questo “doveroso” riassunto non resta che spiegare cosa rende diversa questa comedy da tutte le altre: niente. E’ un po’ come chiedere che differenza c’è fra la Coca Cola e una sottomarca qualsiasi di Cola, la differenza sta solo nell’originalità e nell’evitare la banale copiatura aggiungendo qualcosa di prettamente personale. Può essere l’ambientazione diversa, la caratterizzazione dei personaggi, la mole di guest star in già soli due episodi, scegliete voi ma comunque la vogliate mettere Men At Work ha carattere da vendere e soprattutto fa ridere e non solo sorridere. Dategli una possibilità.
- Gibbs e la sua mania del caffè
- La donna delle pulizie di Tyler che si bomba Gibbs
- Atmosfera tipicamente maschilista
- C’è J.K. Simmons!!!
- Ragazze a profusione
- Si ride di gusto
- Forse troppo scontato la caratterizzazione dei 4 protagonisti
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.