Arrow 1×04 – An Innocent ManTEMPO DI LETTURA 5 min

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Apriamo la recensione sollevando l’ennesimo, antipatico paragone con “Smallville”. In un serial comics di ormai surclassata generazione come quello su Clark Kent by The CW, quello che è successo in questi quattro episodi, sarebbe successo nel doppio del tempo: in, almeno almeno, due stagioni. Vecchi segreti di famiglia, apparentemente colati a picco, che vengono a galla, frequentazioni tenute all’oscuro ora sulla bocca di tutte…e, ultimo ma non ultimo: identità segrete rivelate/scoperte e messe a rischio.
Di nuovo, fossimo in “Smallville”, Quentin Lance avrebbe scoperto che Oliver Queen è Freccia Verde solo dopo una attenta e copiosa indagine dai tratti complottistici, disobbedendo ad una enorme mole di leggi e rischiando il posto per raccoglie prove e contro prove, sbattendo poi in faccia la verità al diretto interessato solo nel Season Finale (e magari, morendo pure male).
L’andazzo che ha preso la serie, cioè quello di non riservarsi praticamente nulla e di fare poco il prezioso su certi sviluppi narrativi, coincide in qualche modo con gli obiettivi di rivalsa del suo protagonista; se nella storia, Oliver Queen grida vendetta per suo padre e per la sua città, il serial stesso grida il riscatto della reputazione di alcuni cliché tipici di una antiquata costruzione di telefilm: cliché ormai stantii e poco credibili, in quanto la società e il pubblico è cresciuto ed è maturato, tendendo ad essere molto più esigente. Ed è per questo che “An Innocent Man” verte la propria attenzione su due tematiche che avevano bisogno di una visione più aggiornata e in linea con il pensiero moderno: la questione “identità segreta” e “uccidere o non uccidere”.
Per la prima questione, è presto detto. La puntata ci mostra come avere una identità segreta nel 2012, non sia affatto facile, un po’ per necessità di avere qualcuno di cui fidarsi, e un po’ perché l’identità segreta è una cosa che si, puoi tenere nascosta e impegnarti affinché rimanga tale, ma non puoi comunque impedire a qualcuno di scoprirla: e nel 2012, oltre alla tecnologia insita in qualsiasi cosa, esiste anche una maggior presenza di persone dal carattere senza malizia e pronti agli atti più determinati per arrivare al proprio obiettivo. Pur essendo, forse, una tematica che sarà meglio approfondita nel successivo episodio, l’argomento è comunque sollevato, dando prova di come Arrow voglia rivisitare (e forse anche distruggere) alcuni tabù tipici del genere supereroistico: un ulteriore prova, è quella dove la “donzella” di turno, quasi è schifata e inorridita dall’eroe con cui (in una trama commerciale) farebbe coppia fissa.
Non si fa trovare però impreparato e, come argomento puntate di “An Innocent Man”, ci troviamo a riflettere sulla linee che una figura del genere può o non può attraversare; nelle passate recensioni, abbiamo sempre avuto il sospetto che Arrow fosse “un telefilm di Batman, senza Batman” e sotto certi aspetti, lo è ancora, ma adesso viene sottolineata una importante differenza tra i due ed ulteriore sfaccettatura dell’arciere: dietro la lotta al crimine di Bruce Wayne/Batman, c’è una morale e una differenza che lo rende nettamente diverso dagli altri, per Oliver Queen/Freccia Verde (per il momento) no, egli infatti usa le stesse armi e si comporta esattamente come loro. E’ giusto tutto ciò? Bisogna giocare secondo “le regole” di questa versione dark e urbana del gioco guardia e ladri, o bisogna mettere una linea di demarcazione che sottolinei un limite? Ai posteri l’ardua risposta, ma già il porsi la domanda, è segno di voler costruire un prodotto maturo e di qualità.
E mentre il cuore della serie e dei suoi protagonisti prende forma, anche il corpo non sta crescendo decisamente male, decidendo di fare forma anche ad altri comprimari, qui destinati ad avere importanti ruoli in futuro; la scelta di far entrare John Diggle in un probabile “Team Arrow” simile a quello dei fumetti, è un sapiente ed azzeccato investimento che può solo giovare a questa promessa dei serial comics (aumentando anche la moralità del protagonista), come quello di dare spazio a personaggio apparentemente di semplice contorno (come Moira e Walter) parte di una storia loro che, come un racconto noir, si mostrerà parte di un unico, gigantesco caso. Nel frattempo la lotta al crimine di Freccia Verde continua spedita e, sempre al contrario di “Smallville”, trattata come la principale occupazione del vigilantes smeraldino e non come semplice elemento riempitivo degli episodi, lunghe ombre degli eventi futuri cominciano a stagliarsi sull’interno cast di Arrow, delineando la presenza di un disegno ancor più grande. 

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action della città più malfamata dei fumetti? Ma certo che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, come abbiamo fatto per Marvel’s Agents Of SHIELD, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nelle puntate.

  1. Il penitenziario di Iron Heights sarebbe praticamente l’Arkham Asylum dedicato interamente a supercriminali con poteri, situato nella periferia di Keystone City: la città natale di Flash. Molti sono i suoi detenuti, ma gli “ospiti più affezionati” sono specialmente i nemici di Flash. Prima comparsa: Flash: Iron Heights del 2001.
  2. Viene citata la città di Blüdhaven: una città molto simile a Gotham City, molto più piccola ma altrettanto malfamata. E’ la città protetta dall’ex-Robin Dick Greyson quando quest’ultimo diventerà adulto e comincerà ad adottare una identità tutta sua: quella di Nigthwing. Prima comparsa: Nightwing #1 del 1996.
PRO:

  • Diggle accetta “l’altro lavoro”, sarà l’inizio di una bella collaborazione?
  • In questa puntata abbiamo visto un briciolo di umanità della sorellina viziata e antipatica Thea.
  • La collaborazione legge – eroe “fuori legge”.
  • Felicyt che blatera nell’ufficio di Steele.
  • Il marito che trova il magazzino con il relitto, scoprirà le tresche della moglie?
  • Cliffhanger finale
CONTRO:

  • Alcuni dialoghi un po’ scontati.

 

La serie continua ad avere la nostra approvazione. E come non potrebbe essere diversamente? “An Innocent Man” è praticamente una puntata perfetta, se non fosse per qualche dialogo buttato un po’ li e probabilmente scritto dopo troppa vodka alla pesca, l’episodio si sarebbe beccato il 5 su 5 Emmy. Ottima recitazione, grandi scene d’azione, introspezione magnifica e non ridondante e un cliffhanger che ti fa venire voglia di andare nel futuro solo per vedere la prossima puntata. The CW, continua così!

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