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Person Of Interest 2×19 – Trojan HorseTEMPO DI LETTURA 5 min

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Torna dopo due settimane di pausa l’appuntamento con Person Of Interest, e torna in un modo che migliore non potrebbe essere. Non mi capacito ancora di come abbia fatto quel genio di Nolan, ma in 43 minuti è riuscito ad inserire e soprattutto a far incastrare perfettamente tutti i personaggi rilevanti comparso finora in POI.
Ma partiamo dall’inizio. Già dalle prime immagini assistiamo ad un’epica partita a scacchi tra Finch ed Elias, con quest’ultimo che decide di privarsi di alcuni pezzi della scacchiera, partendo così da una posizione di svantaggio. La partita non è altro che la metafora che Elias usa per spiegarci la sua attuale posizione all’interno del mondo del crimine organizzato. Si perché Elias ha perso diversi suoi uomini all’interno della prigione e la recente ascesa dell’HR a fianco della mafia russa rende la sua posizione quantomeno pericolante. Occhio però a dare il boss per finito, per sua stessa ammissione ha ancora qualche carta da giocare e noi sappiamo quanto sia pericoloso anche da dietro le sbarre…
Il caso di giornata invece riguarda Monica, giovane e intelligentissima manager di spicco di un’importante azienda informatica, la Rylatech. Viste le sue competenze informatiche quindi, nessuno meglio di Harold può svolgere il pedinamento alla ragazza che passa praticamente 24 ore al giorno all’interno dell’azienda. Ad attrarre l’attenzione di Harold sono però le ricerche che Monica sta facendo riguardo ad un ex dipendente della Rylatech, rimasto ucciso (probabilmente assassinato) qualche settimana prima. Ovviamente le ricerche non portano a nulla di buono, anzi. La povera ragazza viene dapprima incastrata e licenziata (con accusa di essere in combutta con il governo cinese) e poi addirittura quasi uccisa (che numero sarebbe altrimenti…) se non fosse per il solito intervento di Reese, appena arrivato e rimasto occupato per quasi tutto l’episodio con un altro pedinamento (di cui parleremo in seguito).
Scopriamo così che proprio la Rylatech aveva venduto moltissime informazioni riguardanti il suo paese alla Cina in cambio di prosperità finanziaria comunemente chiamata anche mazzette. Viene fuori inoltre che alla base di tutto non c’è solo l’Head Manager della Rylatech (che più che altro era un burattino) ma niente di meno che l’ex capo di Kara Stanton, l’uomo dai capelli grigi già apparso in “Dead Reckoning” e ribattezzato dai fan “Mr Information”. Dietro il suo volto si cela invece l’attore John Nolan che, se il cognome non vi dice niente, è lo zio dei due fratelli Christopher e Jonahtan Nolan, il primo è il regista e dell’ultima trilogia di Batman, nonchè di Inception e Memento, mentre il secondo è il creatore di POI. In pratica un’intera famiglia che lavora per Hollywood. Tralasciando i gossip familiari della famiglia Nolan, bastano solo due parole dello zio Nolan e l’Head Manager si punta la pistola alla tempia e si suicida. Caso del giorno quindi chiuso e magnifica scena finale nella quale Finch e Mr. Information si incrociano per strada, senza conoscere niente l’uno dell’altro ma parlando reciprocamente dell’uno e dell’altro.
La puntata però non è certo finita. Anche se il caso del giorno è stato risolto, il telefono squilla nuovamente e la macchina dà a Finch il nome di Cal Beecher. Questi era sempre più sospettato di essere un corrotto dell’HR (soprattutto da Carter) ma alla fine si rivela essere un “buon” poliziotto solo un po’ troppo curioso, e per tanto viene fatto assassinare dal solito Queen (capo dell’HR e altra persona sempre più importante a livello di trama). Beecher, chiaramente invischiato nell’HR non era del tutto sicuro della sua posizione e, vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare, per l’amore verso Carter ha provato a capire se fosse stato ingannato o se le informazioni arrivate da Quinn effettivamente erano giuste. La sua morte dice che era corretta la seconda.
Sorprese finite? Ma neanche per idea. Ci eravamo lasciati in precedenza con un Reese stranamente inattivo per tutta la prima parte dell’episodio. Ebbene, il nostro John era appostato sotto casa dell’ex partner dell’agente Shaw (2×16) e proprio questa le si presenta davanti (o meglio dietro) puntandogli contro una pistola. Dopo un “amichevole” scambio di opinioni, le strade dei due si dividono ma poco dopo ci ritroviamo l’instancabile Shaw nel nascondiglio di Finch per un’altra amichevole chiacchierata. La conversazione però finisce quando l’agente vede al muro appesa la foto di Root, “vecchia amica” che la Shaw ha intenzione di ritrovare dopo quello che le ha fatto nell’episodio “Relevance“. Il clima tra lei e Finch tuttavia non è così disteso e lo stesso quattrocchi si trattiene dal rivelare informazioni su Root alla sua magari futura dipendente, lo stesso ovviamente fa da parte sua la Shaw. Ed in questo clima si gettano così le basi per un altro scontro epico che non fa altro che rendere l’attesa per il finale di stagione ancora più bollente.
Ma chi riesce ad aspettare la 2×20 adesso?

 

PRO:

  • Puntata a dir poco epica
  • Tanti personaggi tutti inseriti perfettamente nel contesto
  • Ritorno a sorpresa di Shaw
  • Elias che spiega ad Harold i suoi problemi tramite gli scacchi
  • Tito/Bear che “tradisce” Finch
  • Gettate altre basi per gran parte degli scontri a cui assisteremo nel prossimo futuro
CONTRO:
  • Nulla

 

Reese/Finch vs Mr. Decima Technologies, Elias vs Russi vs HR, Carter/Fusco vs HR, Shaw vs Root e chi più ne ha più ne metta, per un episodio al fulmicotone, perfettamente girato, recitato e da applausi.

 

VOTO EMMY

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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