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Prima di presentare questa ottava puntata di Person Of Interest va detto che fa parte di un macroepisodio di tre puntate, che proseguirà quindi con la 3×09 e finirà con la 3×10. Ogni valutazione dovrebbe essere rapportata di conseguenza, in quanto quella che abbiamo visto non era altro che la prima parte, la prima parte di quella che potrebbe essere la fine dell’HR. Ecco quindi svelato il tema fondamentale di questa puntata, e verosimilmente anche delle prossime due, la lotta all’HR. E quando parliamo di HR il protagonista non può essere che uno: Joss Carter. Ritroviamo infatti Joss nella sua personale battaglia alla corruzione, corruzione che finalmente ha un volto: Alonzo Quinn.
Qui è doveroso un po’ di riassunto per elaborare meglio tutto quanto visto che accade, al solito, tutto molto velocemente. Mentre la Carter è intenta ad elaborare il suo piano, Finch è sommerso di numeri dalla Machine, numeri che guarda caso si rivelano tutti poliziotti corrotti dell’HR. Basta fare due più due ed ecco che anche il nostro duo si accorge del piano dell’agente, ovvero mettere contro HR e russi in modo che si eliminino a vicenda. Anche grazie all’aiuto di Elias il piano ha successo e alla fine Carter riesce a far arrestare sia i russi che buona parte dei corrotti dell’HR. Ma ovviamente l’obbiettivo non erano i pesci piccoli, e l’ultima parte del piano prevede la cattura del grande capo, anche per vendicare la morte di Beecher. Dopo aver parlato con il figlio (in quello che potrebbe essere un ultimo saluto), Carter entra in casa del giudice che dovrebbe firmare il mandato di arresto per Quinn, ma qui vi trova il boss in compagnia di Simmons e di svariate altre pistole puntate su di lei. Quando l’ora di Carter sembra arrivata, ecco che interviene John a salvare la situazione, riuscendo anche ad incastrare definitivamente il grande capo. Carter e John fuggono con Quinn, ma nel finale Simmons li insegue e da ordine di mettere una taglia sull’”uomo con il vestito”.
L’episodio di per sé è un grandissimo episodio, con indiscusso protagonista l’agente Carter, personaggio ormai imprescindibile per la serie che col tempo ha saputo sfruttarla sempre meglio. Nonostante ci sia stato pochissimo spazio per tutti gli altri membri del cast (pochissimi minuti per il trio Finch-Reese-Shaw, due scene per Fusco e Root mai comparsa) l’episodio comunque mantiene ritmi elevatissimi, regalando oltre alla giusta suspance anche momenti di commozione, come nel caso della telefonata tra Joss e il figlio che in realtà sembra più un addio “telefonato” più che una semplice chiamata. La realtà è però ben diversa visto che quell’addio più le parole sincere del figlio, fanno aprire gli occhi alla Carter che mette da parte l’orgoglio e decide di chiedere aiuto al dinamico duo per uscire viva e vittoriosa dal faccia a faccia con Simmons e Quinn. La girandola di eventi, anche grazie ad una regia sempre molto attenta ai dettagli, ci stimola a sbavare sempre di più di fronte ai volta faccia dell’episodio, siano essi pro Carter (vedi l’accordo con Yogorov), siano essi contro Carter (vedi l’ennesimo giudice al soldo dell’HR).
“Endgame” è l’ennesima perla di bravura studiata a tavolino dal macchiavellico Nolan che non riesce a togliersi il vizietto di stupirci di volta in volta. L’utilizzo delle guest star (Elias in versione cuoco è da inchino e baciamano) non è mai superfluo o fuori luogo ma consono e necessario ad una trama orizzontale che sfreccia come un bolide impazzito, e noi non possiamo chiedere di meglio, anche perchè in una delle rare puntate Carter-centriche si riesce a piazzare pure dei flashback che ci prendono per mano accompagnandoci con calma ad un approfondimento sulla situazione famigliare di Joss.
Cosa dobbiamo aspettarci quindi dai prossimi episodi? Come già detto in precedenza, credo che la fine definitiva dell’HR sia molto vicina, sia perché i nemici rimasti sono ancora molti , sia perché la trama ad essa relativa sta togliendo molto spazio ad un personaggio fin troppo forte e apprezzato come Root. Vedremo come si svilupperanno le cose nei seguenti due episodi, quello che è sicuro è che il divertimento è assicurato almeno fino alla pausa natalizia.
Qui è doveroso un po’ di riassunto per elaborare meglio tutto quanto visto che accade, al solito, tutto molto velocemente. Mentre la Carter è intenta ad elaborare il suo piano, Finch è sommerso di numeri dalla Machine, numeri che guarda caso si rivelano tutti poliziotti corrotti dell’HR. Basta fare due più due ed ecco che anche il nostro duo si accorge del piano dell’agente, ovvero mettere contro HR e russi in modo che si eliminino a vicenda. Anche grazie all’aiuto di Elias il piano ha successo e alla fine Carter riesce a far arrestare sia i russi che buona parte dei corrotti dell’HR. Ma ovviamente l’obbiettivo non erano i pesci piccoli, e l’ultima parte del piano prevede la cattura del grande capo, anche per vendicare la morte di Beecher. Dopo aver parlato con il figlio (in quello che potrebbe essere un ultimo saluto), Carter entra in casa del giudice che dovrebbe firmare il mandato di arresto per Quinn, ma qui vi trova il boss in compagnia di Simmons e di svariate altre pistole puntate su di lei. Quando l’ora di Carter sembra arrivata, ecco che interviene John a salvare la situazione, riuscendo anche ad incastrare definitivamente il grande capo. Carter e John fuggono con Quinn, ma nel finale Simmons li insegue e da ordine di mettere una taglia sull’”uomo con il vestito”.
L’episodio di per sé è un grandissimo episodio, con indiscusso protagonista l’agente Carter, personaggio ormai imprescindibile per la serie che col tempo ha saputo sfruttarla sempre meglio. Nonostante ci sia stato pochissimo spazio per tutti gli altri membri del cast (pochissimi minuti per il trio Finch-Reese-Shaw, due scene per Fusco e Root mai comparsa) l’episodio comunque mantiene ritmi elevatissimi, regalando oltre alla giusta suspance anche momenti di commozione, come nel caso della telefonata tra Joss e il figlio che in realtà sembra più un addio “telefonato” più che una semplice chiamata. La realtà è però ben diversa visto che quell’addio più le parole sincere del figlio, fanno aprire gli occhi alla Carter che mette da parte l’orgoglio e decide di chiedere aiuto al dinamico duo per uscire viva e vittoriosa dal faccia a faccia con Simmons e Quinn. La girandola di eventi, anche grazie ad una regia sempre molto attenta ai dettagli, ci stimola a sbavare sempre di più di fronte ai volta faccia dell’episodio, siano essi pro Carter (vedi l’accordo con Yogorov), siano essi contro Carter (vedi l’ennesimo giudice al soldo dell’HR).
“Endgame” è l’ennesima perla di bravura studiata a tavolino dal macchiavellico Nolan che non riesce a togliersi il vizietto di stupirci di volta in volta. L’utilizzo delle guest star (Elias in versione cuoco è da inchino e baciamano) non è mai superfluo o fuori luogo ma consono e necessario ad una trama orizzontale che sfreccia come un bolide impazzito, e noi non possiamo chiedere di meglio, anche perchè in una delle rare puntate Carter-centriche si riesce a piazzare pure dei flashback che ci prendono per mano accompagnandoci con calma ad un approfondimento sulla situazione famigliare di Joss.
Cosa dobbiamo aspettarci quindi dai prossimi episodi? Come già detto in precedenza, credo che la fine definitiva dell’HR sia molto vicina, sia perché i nemici rimasti sono ancora molti , sia perché la trama ad essa relativa sta togliendo molto spazio ad un personaggio fin troppo forte e apprezzato come Root. Vedremo come si svilupperanno le cose nei seguenti due episodi, quello che è sicuro è che il divertimento è assicurato almeno fino alla pausa natalizia.
PRO:
- La vittoria di Carter contro l’HR
- Il piano di Carter per incastrare Quinn è semplicemente perfetto
- Momenti di commozione quando Carter telefona al figlio
- Lezioni di cucina con Elias: Benedetta Parodi impara qualcosa!
CONTRO:
- Far sparire HR potrebbe non essere una buona scelta, comunque è ancora presto per dirlo
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.