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L’abilità di Once Upon A Time è sempre stata quella di costruire più storie intrecciate tramite un filo rosso che conduce tutti i personaggi che si incontrano e scontrano, riutilizzandoli quanto più è possibile.
Le mosse più riuscite infatti sono proprio quelle di riciclare storie e personaggi, piuttosto che di introdurne nuovi che poco possono interessarci ai fini della trama principale o le cui storie comunque non funzionano bene come dovrebbero (vedi Ariel e Tinkerbell). I due episodi riprendono la trama orizzontale in modo vertiginoso e ci ritroviamo colpi di scena spiazzanti. Andiamo con ordine.
Le mosse più riuscite infatti sono proprio quelle di riciclare storie e personaggi, piuttosto che di introdurne nuovi che poco possono interessarci ai fini della trama principale o le cui storie comunque non funzionano bene come dovrebbero (vedi Ariel e Tinkerbell). I due episodi riprendono la trama orizzontale in modo vertiginoso e ci ritroviamo colpi di scena spiazzanti. Andiamo con ordine.
“Dark Hollow” è l’episodio in cui ritorna Storybrooke abbandonata nel dimenticatoio, ma mossa effettivamente ragionata visto che poco e niente avrebbe da dirci la cittadina priva di tutti i personaggi motore della narrazione. Infatti le vicende a Storybrooke sono poco interessanti e nemmeno l’arrivo di Ariel porta una ventata di novità: il salvataggio del Vaso di Pandora risulta un po’ goffo e riempitivo senza contare che le intenzioni di Belle non sembrano tanto quelle di aiutare Rumpel o i Charming ma diventare un’eroina. La mini avventura del duo gamba/pinna serve comunque a introdurci un ulteriore tassello al grande piano di Pan e i due ragazzi mandati ad ostacolare Belle e Ariel altro non sono che i fratelli di Wendy (tutti e tre incontrati nella scorsa stagione), prigioniera di Pan. E proprio questo è uno degli esempi dove OUAT riesce meglio, dimostrazione di una certa continuità e coerenza del racconto, che non lascia personaggi per strada (come qualche volta è stato fatto) ma li accantona semplicemente per tirarli fuori al momento giusto.
Stesso discorso per l’episodio 3×08 che ci porta, attraverso gli occhi di un piccolo Rumpelstiltskin, alla rivelazione più riuscita di questa prima metà di stagione. Facendo qualche passo indietro, avevamo già avuto modo di intuire un passato tra Rumpel e Pan e questa puntata non è che la conferma di come riesca bene OUAT quando concentra la sua attenzione su determinati personaggi e soprattutto, quando li fa diventare parte di un passato, parte della storia come se fossero sempre stati lì, nascosti, ma presenti. E se non ci bastava la disfunzionale famiglia Charming sull’isola, con il bis nonno più giovane del nonno credo che possano dirsi conclusi i gradi di parentela per questa stagione, almeno quelli in linea verticale: Pan infatti è il padre di Rumpel. Aldilà delle vicende a Neverland, questo collegamento è ben costruito ed abbastanza credibile, sapevamo che il passato di Rumpel
doveva essere stato problematico per le ripercussioni viste nel corso della sua storia, per il suo rapporto con il figlio, con la moglie e con il potere. E così come Baelfire anche Rumpel a suo tempo fu abbandonato da un padre codardo (definizione discutibile, nel flashback vediamo un uomo imbroglione e fannullone, ma codardo?) e nullafacente disposto a vendere suo figlio per la vita che ha sempre sognato. Pur essendo le circostanze molto diverse (Rumpel teneva comunque a Neal, mentre in Pan non è presente un briciolo di paternità) il paragone fatto da Pan a Rumpel è in parte vero: entrambi hanno sacrificato il figlio per qualcosa che desideravano di più, o, nel caso di Rumpel, a cui non volevano rinunciare. Ancora una volta OUAT ci ha dato prova di saper raccontare una storia, tenendo ben saldi quei personaggi che fanno da stipite, sapendoli riutilizzare senza stravolgerne i tratti e le storie.
doveva essere stato problematico per le ripercussioni viste nel corso della sua storia, per il suo rapporto con il figlio, con la moglie e con il potere. E così come Baelfire anche Rumpel a suo tempo fu abbandonato da un padre codardo (definizione discutibile, nel flashback vediamo un uomo imbroglione e fannullone, ma codardo?) e nullafacente disposto a vendere suo figlio per la vita che ha sempre sognato. Pur essendo le circostanze molto diverse (Rumpel teneva comunque a Neal, mentre in Pan non è presente un briciolo di paternità) il paragone fatto da Pan a Rumpel è in parte vero: entrambi hanno sacrificato il figlio per qualcosa che desideravano di più, o, nel caso di Rumpel, a cui non volevano rinunciare. Ancora una volta OUAT ci ha dato prova di saper raccontare una storia, tenendo ben saldi quei personaggi che fanno da stipite, sapendoli riutilizzare senza stravolgerne i tratti e le storie.
Tuttavia gli episodi non sono immuni da contro e il principale difetto è mantenere Henry come punto focale della narrazione. Sicuramente senza Henry tutti i personaggi presenti a Neverland avrebbero poco da condividere, ma oltre a fungere da collante Henry ha ben poco da dire come personaggio, quasi come fosse usato esclusivamente in funzione della storia, sacrificato a livello narrativo. Non è infatti credibile la vicenda con Wendy, pur apprezzando la celerità con cui è avvenuto il tutto, una scena è comunque troppo poco per far nascere in Henry il desiderio di salvare la magia. Come poco credibile è la scena dove Henry sacrifica il suo cuore: perché credere a Pan invece che ai suoi genitori, compreso il padre che ha appena scoperto essere vivo? È stato tutto troppo forzato, dinamiche poco chiare e dialoghi imbarazzanti, doveva essere un momento ad alto
tasso emotivo ma così non è stato.
tasso emotivo ma così non è stato.
Once Upon A Time ha imboccato la strada giusta, la trama orizzontale è arrivata ad un punto di svolta notevole, le piccole vicende si avviano alla conclusione ed i personaggi cominciano ad intrecciarsi tra loro, tuttavia gli scivoloni ci sono e non possiamo non tenerne conto.
PRO:
- Colpo di scena e flashbak di “Think Lovely Thoughts”
- Riutilizzo di personaggi, mossa più efficace rispetto all’introduzione di nuovi
- Avanzamento notevole della trama orizzontale
- I personaggi di Rumpelstiltskin e di Pan
- Alla fine la veggente aveva ragione: Henry è stata la causa della disfatta di Rumpelstiltskin
- L’inquietante voce dell’ombra è di Marilyin Manson
CONTRO:
- “Dark Hollow”, non particolarmente memorabile
- Accoppiata Belle-Ariel
- Il ritorno a Storybrooke non dice nulla
- Henry che crede a Wendy e Pan
- Il personaggio di Henry in generale
- Charming e Snow: basta!
- L’eclissi di luna?
“Dark Hollow” va verso un 2,5 mentre l’episodio successivo è un 3,5. In media quindi un buon 3 che racchiude la brillantezza di una storia ben raccontata e i goffi scivoloni purtroppo presenti in entrambi gli episodi.
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.
La Veggente intendeva Henry o Pan? 😉
Se non fosse stato per Henry, Rumpel non si sarebbe mai trovato a Neverland con Pan..