R.I.P. (Recenserie In Peace) – That ’70s ShowTEMPO DI LETTURA 4 min

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Il Wisconsin non è di certo uno degli stati più famosi degli USA, anzi, semmai è uno di quelli di cui ci si fatica anche a ricordare visto che non ha molte peculiarità di cui fregiarsi, o magari si ma per l’italiano medio che è appena andato ad acculturarsi su Wikipedia. Tuttavia il Wisconsin ha due ottime ragioni per essere conosciuto: la prima è per aver dato i natali alla famiglia Cunningham e alla serie Happy Days, la seconda è per essere stato il luogo dove sono cresciuti Kelso, Hide, Eric Forman e Fez e l’intero cast di That ’70s Show.
È l’ormai lontano Agosto 1998 quando la FOX presentava timidamente questa sit-com dal sapore retrò che ammiccava neanche tanto velatamente alla categoria teen drama. In un’epoca in cui gli ultimi figli dei fiori bazzicavano ancora in giro, i computer non erano ancora entrati nella vita di tutti i giorni e la disco music regnava sovrana, Bonnie e Terry Turner, insieme a Mark Brazill ci introducevano nella vita di tutti i giorni di una comitiva di giovani adolescenti nati e cresciuti nella fittizia Point Place in Wisconsin.
Se non se ne ha mai sentito parlare, bisogna recuperarla istantaneamente perchè, oltre ad aver imperversato per la tv per ben otto anni, ha fatto crescere sei giovani e misconosciuti attori ora portandoli agli onori delle cronache e ci si è persi la fase migliore di ciascun attore, ovvero quella in cui non pensa ancora di essere Dio. Tra i vari “giovani” del cast si può citare a caso un Ashton Kutcher, una Mila Kunis, un Topher Grace o una Laura Prepon (Orange Is The New Black) o anche un Danny Masterson (Men At Work); invece se si citasse Wilmer Valderrama ci sarebbe una buona scusante visto che la sua carriera non è esplosa.
Tutta la serie è ambientata a Point Place, paese fittizio alle porte di Kenosha, anche se sarebbe meglio dire che il 90% della serie ha come location il seminterrato di Eric Forman, luogo e punto di ritrovo della compagnia di amici. Ogni sit-com ha un bar o un luogo di ritrovo frequentato assiduamente fino allo sfinimento, Friends aveva il Central Perk, How I Met Your Mother il MacLaren’s Pub e in That ’70s Show c’è il seminterrato dove praticamente sono cresciuti tutti i protagonisti tra primi baci, spinelli e rimproveri severissimi del più duro e severo dei genitori: Red Forman. Il tutto ovviamente sotto l’effetto della cannabis.
Il cast è da subito apparso ben amalgamato e la routine quotidiana dello show non è assolutamente un peso, anzi è proprio un punto a favore visto che permette di mostrare senza peli sulla lingua ciò che in tv all’epoca non poteva apparire. Kelso, Hide, Eric, Fez, Jackie e Donna e la loro storia riescono a guadagnarsi un angolo nella videoteca chiunque, e se non ci riusciranno loro allora lo faranno i calci di Red Forman, padre integerrimo ma impossibile da non amare proprio per la sua freddezza quasi poetica che anticipa nei tempi il più famoso Dr. Cox di Scrubs.
Ogni character ha ovviamente la sua peculiarità che lo rende unico e perfettamente idoneo a far parte di questo gruppo di amici: chi l’essere straniero, chi l’essere il ribelle del gruppo e chi l’idiota. E sebbene possa sembrare il contrario, non è stato That ’70s Show a “prender spunto” da The Big Bang Theory ma il contrario semmai.
Ogni prodotto televisivo, sia esso un quiz a premi o un talk show, ha un pubblico di riferimento su cui vuol far breccia. La potenza di questa sit-com risiede quasi interamente nel periodo storico in cui è collocata perchè invoglia il proprio target di riferimento, che per ovvie ragioni anagrafiche non l’ha vissuto, a scoprire come e cosa si facesse negli anni ’70 per divertirsi.
L’idea di essersi persi un’epoca rivoluzionaria si percepisce chiaramente da una colonna sonora rock potente e tipica di questo decennio ribelle che sfoga tutta la rabbia repressa nella musica. La ribellione giovanile che avanza, per quanto si possa mostrare in una comedy ambientata in un piccolo paese del Wisconsin, è ben chiara e cresce costantemente man mano che le stagioni aumentano. E come si passa dalla moda dei pantaloni a zampa e delle camicie a fiori ai giubbotti in pelle e alle borchie, così in 8 stagioni si ha ben chiara l’evoluzione di tutti i character cresciuti in quel seminterrato tra birre proibite e spinelli.
In Italia è una serie decisamente poco conosciuta a causa della sua trasmissione quasi unicamente sul canale Jimmy, se fosse stata mandata in onda su MTV o Italia 1 avrebbe goduto della fama che merita. Ma a volte praticamente sempre la tv italiana non è attendibile e quindi eccoci qui ad invogliarvi a recuperare questa serie antologica che merita decisamente un po’ di attenzione. Tra gli alti ed i bassi che accomunano ogni telefilm, l’unico vero momento in cui si tocca il fondo è l’ottava ed ultima stagione che si è vista privata del suo protagonista Topher Grace, che ha preferito migrare verso altri lidi invece che rimanere bloccato nel ruolo di Eric Forman. Se la scelta lavorativa (a posteriori) non ha pagato poi così tanto, sicuramente peggio è andata allo show che ha dovuto ripiegare su una sua brutta copia che non ne ha aiutato la sopravvivenza.
But don’t worry and be happy perchè il series finale dà una degna conclusione al tutto e quindi anche un motivo in più per recuperare la serie.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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