“Tome-Wan” è l’orrorifico antipasto che precede la portata principale, il season finale, ed è costellato da dialoghi a due, momenti cruenti, profondità estetica e narrativa, ancor migliore dei precedenti episodi.
Nella prima parte della puntata Will e Hannibal rafforzano il loro concetto di coppia contro il mondo: non sappiamo ancora quanto vero sia da parte di Will, che
continua il suo doppio gioco, certo è che anche dal punto di vista visivo, i volti del consulente e dello psichiatra appaiono l’uno in simbiosi con l’altro. “Hai ragione. Tu sei solo quanto me. L’uno senza l’altro, siamo
completamente soli” dichiara Graham a Lecter, assecondando la sua visione e nonostante lo spettatore sia conscio che Will stia giocando con il suo avversario, in ogni sua frase, si nota un fondamento di verità, di reale vicinanza alla sua nemesi. Di solitudine parla anche Bedelia Du Maurier, non sfuggita all’FBI, che avverte Will e Jack che Hannibal, sarà sempre un passo davanti a loro, neppure per un momento dovranno essere convinti di riuscire a catturarlo.
Graham anche in questo episodio, si ritrova a fantasticare sull’uccidere Lecter, eppure nel momento in cui il folle Mason cattura il dottore e porge il coltello, dalla parte del manico, a Will, egli lo salva. Graham non è vittima delle sue pulsioni, nonostante i sogni omicidi che riflettono il desiderio fortissimo di rimuovere visceralmente, attraverso l’eliminazione, Hannibal dalla sua vita: Will lo risparmia per assicurarlo alla giustizia, per sbattere in faccia al mondo la mostruosità dell’uomo.
Da questo punto in poi comincia la parte più disturbante, intrisa di ironia di tutta la puntata, se non di tutta la serie: l’episodio si prefigge di mettere a confronto due facce della stessa medaglia, quella del male. Se Hannibal è un pittore elegante e raffinato, Mason è raccapricciante e ridicolo nella sua cattiveria: in preda alle allucinazioni, Verger, sotto comando di Lecter, si scarnifica il viso, dando la sua carne in pasto ai cani di Will. Hannibal punisce Mason, non attraverso la sua idea quasi nobile del massacro ma utilizzando un registro grottesco e sgraziato, proprio della personalità di Verger.
Tutta la bravura di Michael Pitt, esplode in questa interpretazione folle e visionaria, assolutamente all’altezza della scrittura paradossale di Fuller.
Tornando al tema della solitudine, la puntata si chiude con un parallelismo interessante su una delle coppie più struggenti della storia classica, sul rapporto sentimentale tra Achille e Patroclo. Hannibal si dichiara nuovamente a Will, perchè la paura di affrontare una vita da solo, senza poter condividere il suo essere lo terrorizza: Graham è la sua via di fuga, il suo Patroclo e Will lo capisce, rifiutando questa possibilità. “Achille avrebbe desiderato che tutti i greci morissero, cosicché lui e Patroclo potessero conquistare Troia da
soli” dice Lecter; “Non è sostenibile. Finiremmo per esser presi”: con questa frase, il consulente chiarisce la sua posizione. Utilizzerà il punto debole di Hannibal e lo sfrutterà.
Questa dichiarazione d’amore da parte dello psichiatra, ci accompagna all’inizio della visione dell’ultimo episodio di questa strabiliante stagione: l’emotività che devasta questa puntata ha una portata gigantesca e la ricerca della perfezione che sceneggiatore e regista, insieme agli attori, hanno fatto, soddisfa pienamente tutte le aspettative.
La catastrofe si svela con tutta la sua forza ma mai potevamo immaginare, il modo in cui ci si arriva. Siamo alla resa dei conti: perdono e sacrificio sono i punti cardine su cui si baserà questo episodio. “Non puoi semplicemente scegliere di perdonare, avviene e basta” dice Bella, malata terminale, ad Hannibal e mai come questa volta, lo psichiatra lo capirà da se. Will, deve finalmente, compiere la sua scelta: assecondare il suo senso di giustizia e aiutare Jack, o fuggire con Hannibal dalla sua vecchia vita? Il momento delle decisioni è arrivato e non può più essere rimandato.
L’empasse viene sbloccato, involontariamente, da Freddie Lounds che lascia su Will il suo profumo che non sfugge all’olfatto sopraffino di Lecter: così il dottore comprende di non avere più l’ amico dalla sua parte, eppure, come predetto dalla frase pronunciata da Bella, egli lo perdona, per amore e gli offre una nuova opportunità, quella di andare via, lasciando tutto, rinunciando a Jack come agnello sacrificale. Hannibal tende la mano a Graham, al rapporto più importante ma Will, che non sa di essere stato scoperto, rifiuta questa possibilità, spezzando nettamente il cuore e la fiducia che Lecter aveva riposto in lui.
Torniamo alla scena di apertura di “Kaiseki” con Jack che si presenta a casa di Hannibal e la loro lotta senza esclusione di colpi; arriva anche Alana, ormai del tutto consapevole di chi è davvero il suo mentore e amante. Lecter le dice di scappare, le offre insomma il suo perdono e ancora una volta il killer prova pietà e compassione, cosa impensabile all’inizio della serie. Ma la donna lo rifiuta e viene gettata attraverso una finestra, in un susseguirsi adrenalinico e poetico, nientemeno cha da Abigail, viva, nascosta a tutti da Hannibal. E’ ora il turno di Will, delle sequenze più commoventi a cui assistiamo impotenti: l’uomo arriva a casa Lecter, vede Abigail, si confronta con il dottore. In una scena di altissimo livello, Hannibal insanguinato, per la prima volta disordinato e sconvolto, accarezza fremente il volto della persona a cui aveva accordato la sua fiducia e in un’abbraccio intriso d’amore e delusione, per il tradimento, lo accoltella all’addome.
Lo struggente dialogo tra i due continua e nelle lacrime di Lecter, vediamo tutto il suo profondo dolore, quello di un uomo che si rende conto di aver affidato la chiave del suo cuore e della sua anima a qualcuno che in fondo, non lo meritava. E’ perverso il modo in cui, nonostante la mostruosità che caratterizza Hannibal e di cui ci rendiamo conto, siamo da un lato dispiaciuti per lui e per la sua sofferenza. Lo psichiatra ha cambiato Will ma anche Will ha cambiato il dottore: ha portato nella sua vita la pietà e la compassione, sentimenti a lui del tutto estranei.
In una pozza di sangue, Lecter guarda Graham e gli dice: “Ti perdono. E tu, mi perdonerai?” e, come per dimostrargli che la sua vicinanza non lo ha veramente cambiato, uccide Abigail, distrugge per sempre la tazza che aveva ricomposto per affetto verso Will.
In questo gesto, vediamo come l’amore, abbia gettato Hannibal in un inferno senza ritorno: nessuno ha vinto, anche se l’uomo scappa e ritrova Bedelia, altro colpo di scena che chiariremo solo nella prossima stagione, lo psichiatra è svuotato da quello che è accaduto e non basta il momento bellissimo in cui la pioggia lava via dal suo viso il dolore.
“Mizumono” è l’episodio perfetto alla fine di un percorso interiore ed esteriore: regala a chi guarda una serie di sensazioni inaspettate e dal punto di vista narrativo, diverse risposte e nuove domande che riempiranno la crescente attesa per il prossimo anno.
- Madds Mikkelsen e Hugh Dancy hanno vestito i panni dei loro personaggi senza risparmiarsi: il risultato è eccellente, intriso di umanità e disumanità al tempo stesso. Da Emmy.
- Bryan Fuller ha vinto la sua scommessa e ha dimostrato grande coerenza nel saper strutturare, mattone dopo mattore, questa serie e la sua storia
- La regia e la fotografia, hanno contribuito a rendere Hannibal una serie artisticamente altissima, con picchi eccellenti come le scene del season finale
- Il rapporto d’amore platonico tra Hannibal e Will è credibilissimo e ha saputo scavare nelle sfaccettature più oscure dell’animo umano
- Nessuno
Hannibal non è per tutti, ma tutti dovrebbero dargli una possibilità, perchè il ventaglio emotivo che si apre puntata dopo puntata, dona allo spettatore la visione di una perla rarissima, di una bellezza mozzafiato che non si perde nemmeno per un momento. Degno finale per una stagione eccelsa, restiamo in attesa per ciò che verrà: noi continueremo ad esserci, ancora sconvolti e voi?
Ko No Mono 2×11 | 1.95 milioni – 0.7 rating |
Tome Wan 2×12 | 2.48 milioni – 0.9 ratings |
Mizumono 2×13 | 3.18 milioni – 1.0 ratings |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.