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“Today we escape.”
Solitamente, il season finale è uno degli episodi più attesi di una serie televisiva, vuoi perché rappresenta la fine di un ciclo o vuoi perchè di solito ha anche lo scopo di anticipare quello che avverrà nella serie successiva con relativi cambi di status quo. Per questi motivi la scrittura del suddetto episodio è anche la più difficile dell’intera serie, perché deve essere in grado di dare tutte le informazioni necessarie per la conclusione della stagione e al contempo immetterne altre di altrettanto appetibili per mantenere alta la tensione dello spettatore, il tutto senza strafare. Ebbene, possiamo dare una stretta di mano a Greg Plageman e David Slack, ovvero i signori responsabili della scrittura di questo season finale di Person Of Interest, se la sono ampiamente meritata.
L’episodio rappresenta il season finale per eccellenza, ogni rivelazione e ogni dettaglio inseriti al posto e al momento giusto, senza la minima sbavatura e senza la minima imprecisione. E per questo dobbiamo ringraziare anche David Fisher, responsabile della direzione di questi ultimi due episodi e autore di un eccezionale lavoro che guarda caso è lo stesso responsabile anche della direzione di un altro episodio fantastico come “The Devil’s Share“. Un nome e una garanzia. Dilungarsi un po’ nei ringraziamenti era d’obbligo, visto che siamo all’ultima puntata della stagione e visto anche l’eccezionale lavoro svolto.
Venendo all’episodio in sé, assistiamo al “trial” di cui si era parlato in “A House Divided“, ovvero il processo per direttissima ai cinque conoscitori (o presunti tali) della Machine e del progetto Northern Lights, tra i quali ovviamente spiccano le figure di Finch e Greer. Veniamo anche a sapere la seconda parte del passato di Collier, ovvero da quando si è unito a Vigilance fino agli avvenimenti attuali. In contemporanea al processo ci sono Reese e Hersh impegnati (con l’aiuto di Fusco e Bear) nella ricerca del tribunale dove si sta svolgendo il processo, mentre Root e Shaw si occupano della questione Samaritan. L’episodio scorre abbastanza veloce ed è sempre molto piacevole: qualche combattimento qua e là, Harold costretto a dire tutta la verità sulla Machine e il duo al femminile che fa irruzione in uno dei magazzini dove sono conservati i server di Samaritan. Tutto molto figo ma “normale” per Person Of Intererst, almeno fino ad arrivare agli ultimi, incredibili, dieci minuti finali.
Tutta la verità viene finalmente svelata, il misterioso ente che stava dietro a Vigilance altri non era altri che Decima Technology che fin dall’inizio aveva pilotato le azioni di Collier e compagni solo per “creare” un nemico che potesse dimostrare quanto Samaritan fosse indispensabile. E il piano è riuscito perfettamente. Tutto troppo semplice per essere vero. Tutto troppo perfetto per essere così semplice. In realtà quando abbiamo visto Collier essere in possesso di informazioni che neanche Machine era in grado di avere, avremmo dovuto intuire che forse l’informatore di Vigilance era qualcuno di Decima, ma non si poteva arrivare a pensare tanto. All’improvviso tutta l’intera stagione assume un connotato diverso, con un retrogusto di amaro in bocca per tutti i simpatizzanti di Collier, una pedina al giogo di Greer che ha svolto dannatamente bene il lavoro per il quale era stato assunto sacrificando la sua vita per una causa che non avrebbe mai raggiunto.
Ciò che comunque sorprende di più è l’atto di pubblica ammissione di Finch, l’uomo che si è sempre celato nell’ombra per non intaccare i ricordi della sua amata, qui si erge a paladino dei nemici per assumersi tutte le responsabilità davanti al mondo intero, o così almeno gli era stato detto. Viviamo quindi molto intensamente la sua confessione ben sapendo gli effetti che questa avrà nel futuro dove chiunque sarà a conoscenza della verità: sbagliato. Tutti stiamo semplicemente vivendo in un The Truman Show costruito ad hoc da Decima e quindi la verità non è sempre quella che si crede, stavolta anche a favore di Finch e soci. Inutile dire che certe emozioni provate in quei momenti saranno irripetibili. Licenza televisiva grande come una casa per l’improvviso salvataggio di Reese nei confronti di Finch.
A quanto pare il “Deus Ex Machina” lo possiamo osservare anche negli svolgimenti stessi della trama, ma se questo serve a portare avanti una tale storia, ben venga. E così il senatore dà il suo benestare al progetto, Samaritan è quindi online al 100% e mentre prende vita, sulle note dei Radiohead, parte la magnifica ed indimenticabile sequenza finale. Ci sono certe canzoni che abbiamo ascoltato e apprezzato tante volte, ma spesso senza troppo soffermarci sul testo. Si scopre poi che una bella canzone può essere anche scritta per un determinato momento, di una particolare serie televisiva, come se fosse arrivato il momento giusto per ascoltare questa malinconica canzone. Oltretutto, non so quanti avranno notato come uno dei temi ricorrenti della colonna sonora, altro non è che l’incipit di un’altra canzone del gruppo inglese che ha fatto la loro comparsa anche nell’episodio “RAM“. “Exit Music (For a Film)”, dal disco “Ok Computer” (1997) dei Radiohead esprime esattamente quello che è il momento del distacco dei protagonisti.
Protagonisti costretti a vivere coperti da una nuova identità creata da Root nell’attuazione del suo piano. Si concretizza così una sensazione che Person Of Interest ha sempre dato: nessuna freddezza e diffidenza tra i personaggi, caratteristica tipica di certi procedurali e certi show crime. Appena viene data la possibilità, dietro a macchine, computer e codici, tutti quanti esprimono la loro umanità più pura. L’attaccamento di Reese verso Finch è solo la dimostrazione più lampante. E così ecco come, con lo straziante sfondo dei Radiohead, assistiamo a quel tipo di sequenze che tanto fanno rabbrividire gli spettatori: voce fuori campo, immagini a rallentatore. E Person Of Interest è un grande show anche per questo motivo: trama articolata, nessun sensazionalismo ed il mai abusato bisogno di colpire i sentimenti dello spettatore al momento giusto. Che possano continuare così a lungo.
L’episodio rappresenta il season finale per eccellenza, ogni rivelazione e ogni dettaglio inseriti al posto e al momento giusto, senza la minima sbavatura e senza la minima imprecisione. E per questo dobbiamo ringraziare anche David Fisher, responsabile della direzione di questi ultimi due episodi e autore di un eccezionale lavoro che guarda caso è lo stesso responsabile anche della direzione di un altro episodio fantastico come “The Devil’s Share“. Un nome e una garanzia. Dilungarsi un po’ nei ringraziamenti era d’obbligo, visto che siamo all’ultima puntata della stagione e visto anche l’eccezionale lavoro svolto.
Venendo all’episodio in sé, assistiamo al “trial” di cui si era parlato in “A House Divided“, ovvero il processo per direttissima ai cinque conoscitori (o presunti tali) della Machine e del progetto Northern Lights, tra i quali ovviamente spiccano le figure di Finch e Greer. Veniamo anche a sapere la seconda parte del passato di Collier, ovvero da quando si è unito a Vigilance fino agli avvenimenti attuali. In contemporanea al processo ci sono Reese e Hersh impegnati (con l’aiuto di Fusco e Bear) nella ricerca del tribunale dove si sta svolgendo il processo, mentre Root e Shaw si occupano della questione Samaritan. L’episodio scorre abbastanza veloce ed è sempre molto piacevole: qualche combattimento qua e là, Harold costretto a dire tutta la verità sulla Machine e il duo al femminile che fa irruzione in uno dei magazzini dove sono conservati i server di Samaritan. Tutto molto figo ma “normale” per Person Of Intererst, almeno fino ad arrivare agli ultimi, incredibili, dieci minuti finali.
Tutta la verità viene finalmente svelata, il misterioso ente che stava dietro a Vigilance altri non era altri che Decima Technology che fin dall’inizio aveva pilotato le azioni di Collier e compagni solo per “creare” un nemico che potesse dimostrare quanto Samaritan fosse indispensabile. E il piano è riuscito perfettamente. Tutto troppo semplice per essere vero. Tutto troppo perfetto per essere così semplice. In realtà quando abbiamo visto Collier essere in possesso di informazioni che neanche Machine era in grado di avere, avremmo dovuto intuire che forse l’informatore di Vigilance era qualcuno di Decima, ma non si poteva arrivare a pensare tanto. All’improvviso tutta l’intera stagione assume un connotato diverso, con un retrogusto di amaro in bocca per tutti i simpatizzanti di Collier, una pedina al giogo di Greer che ha svolto dannatamente bene il lavoro per il quale era stato assunto sacrificando la sua vita per una causa che non avrebbe mai raggiunto.
Ciò che comunque sorprende di più è l’atto di pubblica ammissione di Finch, l’uomo che si è sempre celato nell’ombra per non intaccare i ricordi della sua amata, qui si erge a paladino dei nemici per assumersi tutte le responsabilità davanti al mondo intero, o così almeno gli era stato detto. Viviamo quindi molto intensamente la sua confessione ben sapendo gli effetti che questa avrà nel futuro dove chiunque sarà a conoscenza della verità: sbagliato. Tutti stiamo semplicemente vivendo in un The Truman Show costruito ad hoc da Decima e quindi la verità non è sempre quella che si crede, stavolta anche a favore di Finch e soci. Inutile dire che certe emozioni provate in quei momenti saranno irripetibili. Licenza televisiva grande come una casa per l’improvviso salvataggio di Reese nei confronti di Finch.
A quanto pare il “Deus Ex Machina” lo possiamo osservare anche negli svolgimenti stessi della trama, ma se questo serve a portare avanti una tale storia, ben venga. E così il senatore dà il suo benestare al progetto, Samaritan è quindi online al 100% e mentre prende vita, sulle note dei Radiohead, parte la magnifica ed indimenticabile sequenza finale. Ci sono certe canzoni che abbiamo ascoltato e apprezzato tante volte, ma spesso senza troppo soffermarci sul testo. Si scopre poi che una bella canzone può essere anche scritta per un determinato momento, di una particolare serie televisiva, come se fosse arrivato il momento giusto per ascoltare questa malinconica canzone. Oltretutto, non so quanti avranno notato come uno dei temi ricorrenti della colonna sonora, altro non è che l’incipit di un’altra canzone del gruppo inglese che ha fatto la loro comparsa anche nell’episodio “RAM“. “Exit Music (For a Film)”, dal disco “Ok Computer” (1997) dei Radiohead esprime esattamente quello che è il momento del distacco dei protagonisti.
Protagonisti costretti a vivere coperti da una nuova identità creata da Root nell’attuazione del suo piano. Si concretizza così una sensazione che Person Of Interest ha sempre dato: nessuna freddezza e diffidenza tra i personaggi, caratteristica tipica di certi procedurali e certi show crime. Appena viene data la possibilità, dietro a macchine, computer e codici, tutti quanti esprimono la loro umanità più pura. L’attaccamento di Reese verso Finch è solo la dimostrazione più lampante. E così ecco come, con lo straziante sfondo dei Radiohead, assistiamo a quel tipo di sequenze che tanto fanno rabbrividire gli spettatori: voce fuori campo, immagini a rallentatore. E Person Of Interest è un grande show anche per questo motivo: trama articolata, nessun sensazionalismo ed il mai abusato bisogno di colpire i sentimenti dello spettatore al momento giusto. Che possano continuare così a lungo.
PRO:
- Episodio scritto e diretto in maniera impeccabile
- Il colpo di scena su chi sta dietro a Vigilance
- Sequenza finale ai limiti dell’epicità
- Le parole di Greer a Finch fanno letteralmente venire i brividi
- “Io e Machine non siamo riuscite a salvare il mondo, abbiamo dovuto accontentarci di salvare quelle sette persone che potrebbero
riconquistarlo” - Nessuna paura di rompere gli schemi e osare utilizzando nuovi modelli (la distruzione della biblioteca ne è il perfetto esempio)
CONTRO:
- Absolutely nothing
Episodio con pochi eguali nella categoria telefilmica, che merita di essere rivisto insieme a una stagione ai limiti della perfezione (il voto è anche il frutto della stagione intera). Come accennato, speriamo di assistere ad una quarta stagione su questi livelli.
A House Divided 3×22 | 10.50 milioni – 1.7 rating |
Deus Ex Machina 3×23 | 10.83 milioni – 1.9 rating |
VOTO EMMY
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.