“Come to the dark side, we have cookies!”. Quanti di voi conoscono questa, ormai, celeberrima frase usata come parodia di una scena di Star Wars? Questa citazione, seppur ironica, calza a pennello per descrivere il tema centrale del quarto episodio di Once Upon A Time: il nostro lato oscuro, più o meno celato dentro di noi, la nostra inner darkness. Per centinaia di anni filosofi e sociologi hanno studiato i concetti di dicotomia e dualismo, ovvero la presenza, all’interno di una stessa entità, di due parti che non necessariamente si escludano a vicenda, ma possono essere complementari. L’uomo, durante tutto il corso dell’umanità, ha dimostrato di possedere dentro di sé caratteristiche che, a seconda del comportamento, lo rendono o buono o cattivo. Ciò che ci permette di comportarci in un modo rispetto a un altro è il libero arbitrio, la nostra libertà di scelta. Siamo noi, dunque, a determinare quale componente far emergere, a seconda delle situazioni e degli eventi che sperimentiamo, che viviamo. I concetti di dicotomia e dualismo, dunque, non escludono che una persona che si sia sempre comportata bene nel corso della propria vita, non possa lasciarsi andare al proprio lato oscuro. Goethe affermava che “dove c’è molta luce, l’ombra è più nera”, ovvero dove c’è maggior contrasto (in questo caso tra bene e male), maggiori saranno le forze in gioco e le conseguenze. Nessuno, dunque, è totalmente buono o cattivo, ma sono le esperienze di vita a farci scegliere da che parte stare.
In questo episodio abbiamo tre esempi di inner darkness: Tremotino, Hook e Anna. Tutti e tre i personaggi reagiscono al proprio dualismo in maniera diversa. Tremotino, nonostante l’amore di Belle, dimostra di non essere cambiato e che il suo lato oscuro non ha ancora mollato la presa; Hook per amore di Emma, crede e spera di essere cambiato, di essere diventato un uomo migliore, ma Mr. Gold gli mostrerà come la sua inner darkness sia solo dormiente dentro di lui. Anna, invece, affronta il suo lato oscuro e sembra sconfiggerlo, preferendo seguire la via della bontà e della rettitudine.
Lo “scontro” di questi personaggi con la loro componente malvagia avrà delle ripercussioni, sia per chi ne esce da vincitore, sia per chi ne esce come sconfitto.
Nonostante un buon nucleo tematico che coinvolge e fa interagire i protagonisti, la quarta puntata di Once Upon A Time presenta anche numerose pecche.
Come si era già detto nella scorsa recensione, i creatori dello show hanno la cattiva abitudine di mescolare troppe situazioni e storylines assieme, come se fosse un grande calderone, cercando spunti creativi in ogni situazione e finendo col creare molta confusione. Certo il risultato dipende anche da come tali storylines vengano gestite, ma le passate stagioni di Once Upon A Time ci hanno insegnato ad essere pessimisti. Come già successo in passato, infatti, molte situazioni potrebbero essere lasciate in sospeso, scomparire del tutto senza una conclusione, o risolversi in maniera incoerente. Il condizionale è d’obbligo, anche se le mani avanti le mettiamo sempre quando si tratta di questo telefilm.
Ad aggiungersi alla lista delle pecche vanno anche la poca chimica presente tra Robert Carlyle (Tremotino) ed Elizabeth Lail (Anna) e l’abuso del personaggio di Rumplestiltskin, presente in ogni situazione e legato a doppio filo con qualsiasi nuovo personaggio compaia nello show. A lungo andare tutto questo risulta pesante, ripetitivo e ai limiti della sopportazione.
Per non parlare delle scene inutili senza le quali la puntata si reggerebbe in piedi lo stesso, ma vengono utilizzate per riempire i minuti e lasciare lo spettatore interdetto (vedasi la Snow Queen che compare per cinque secondi e il tutto si risolve in un nulla di fatto).
In poche parole, Once Upon A Time ha fatto dell’incoerenza (il personaggio dell’Apprentice viene cercato e trovato da Tremotino nonostante quest’ultimo sapesse benissimo dove si trovasse negli ultimi quattro anni) e del nonsense il suo biglietto da visita; certo sarebbe bello, nonché doveroso, gustarsi la puntata in sé, senza pensare alle conseguenze e agli sviluppi nelle puntate successive, ma l’amaro in bocca rovina comunque l’episodio.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Sarebbe da auspicare che Kitsis & Horowitz si concentrassero su poche storylines, sviluppandole a 360 gradi e risolvendole in maniera coerente, una volta tanto. Per quanto coerente possa essere uno show basato sulle fiabe, naturalmente.
Rocky Road 4×03 | 7.92 milioni – 2.7 rating |
The Apprentice 4×04 | 8.07 milioni – 2.7 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.