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Se dovessimo adattare a 12 Monkeys la celebre frase pronunciata puntualmente ad ogni consiglio di classe “il ragazzo ha del potenziale, ma non si applica”, è chiaro che la forma corretta in questo caso sarebbe “il ragazzo ha del potenziale, ma a casa SyFy non c’hanno i soldi”. Alla luce di questi due ottimi episodi non si può far altro che dire chapeau a Matalas e Fickett e crucciarsi del fatto che un prodotto del genere avrebbe potuto dare molto di più in mano a una produzione meno low budget. È però risaputo che la povertà aguzza l’ingegno e, considerato l’odore di frizione bruciata che esce dalla nostra calotta cranica al termine di ogni episodio, possiamo considerarci soddisfatti del risultato raggiunto finora.
Se con Yesterday i dubbi circa le buone intenzioni della fraulein Jones venivano messi a dura prova, dopo aver visto Tomorrow è lecito chiedersi se fare il tifo per il team Splinter sia davvero la scelta giusta. Lo sterminio di quasi tutto lo staff del progetto Spearhead e il lavoro di Foster mandato letteralmente in fumo dalla dottoressa, denotano certamente una sconfinata fede nella causa, ma lasciano spazio a innumerevoli dubbi circa la reale motivazione celata dietro a tutta questa caparbietà. Dubbi che vengono immediatamente spazzati via nell’esatto momento in cui ci viene mostrata la foto della bambina di Katarina, ennesima vittima dell’epidemia.
Il colonnello Foster e la dottoressa Jones sono dunque due facce della stessa medaglia, entrambi ossessionati da ciò che hanno perso, ma in disaccordo circa i metodi per raggiungere i propri scopi. La ricerca di una cura da una parte, e la distruzione del male alla radice dall’altra. Due soluzioni diverse allo stesso problema. A questo punto, però, è chiaro come solo una delle due strategie nascesse da un reale interesse per le sorti del genere umano, naturalmente quella di Foster, smascherando invece l’egoismo celato dietro le azioni di Katarina, convinta a tal punto di poter cambiare il passato da considerare superflua qualsiasi vita umana nella sua timeline, tranquillamente sacrificabile in quanto destinata ad essere cancellata al termine della sua missione.
L’elemento che però conferisce alla storia il vero valore aggiunto è il legame tra Cole e Ramse, esplorato perfettamente in Tomorrow, ripercorrendo il momento della cattura dei due da parte di Whitley e il primo incontro con la dottoressa Jones, fino a giungere al clamoroso scambio di ruoli a fine episodio. Cole appare ben diverso dal suo ingresso nel team Splinter, lo scetticismo iniziale è sparito per far posto alla più totale fiducia nella causa. Una fiducia cieca alimentata dalla speranza di poter salvare il pianeta, ma ancor di più impedire la morte di Cassie, unico legame con un mondo che non gli appartiene, ma grazie al quale per un attimo è riuscito ad allontanare lo spettro dell’epidemia.
Dall’altra parte invece abbiamo Ramse, colui che in principio spinse Cole ad accettare la “chiamata” della dottoressa Jones, intenzionato a proteggere la sua ritrovata famiglia e ad impedire la loro cancellazione. Un sentimento così forte che lo porterà a mettersi contro lo stesso Cole, uccidendo Max, l’ex ragazza del suo amico, per poi viaggiare fino al 1987 probabilmente per fermare lo stesso Cole, passando così da migliore amico a principale minaccia per la realizzazione del suo piano.
Cole e Ramse diventano così i nuovi Jones e Foster, mossi rispettivamente dal desiderio di salvare una persona cara dall’epidemia e dal desiderio di proseguire con ciò che la vita ha da offrire nonostante le difficoltà del post-pandemia.
Tornano anche due vecchie conoscenze, Jennifer Goines e la misteriosa donna comparsa in “The Red Forest” (accreditata come “Striking woman”). Emily Hampshire conferma le sue ottime capacità interpretative, mostrandoci un personaggio forse eccessivamente invecchiato dato il tempo trascorso tra “pre” e “post” epidemia, come al solito molto enigmatico e a capo di una sorta di gruppo femminista post-apocalisse che odia gli uomini perché considerati causa dell’epidemia (are you fuckin’ kidding me?!?). La striking woman invece incontra Aaron, ma la discussione tra i due non ci viene mostrata. Purtroppo dal dialogo finale con Cassie è facile prevedere come il ragazzo si troverà a combinare qualche stupidaggine mosso dal desiderio di proteggere la sua compagna. Compagna che tra l’altro sembra non essere esattamente sulla stessa lunghezza d’onda del suo boyfriend in tema di romanticismo (naturalmente con tutte le ragioni di questo mondo).
C: “Aiutare a distruggere il mondo per salvare una sola persona?“
A: “Una sola persona… che ami, non è l’unica cosa che conta alla fine?“
C: “No.”
Ecco, e questo è l’attimo esatto in cui possiamo vedere il cuore di Aaron spezzarsi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Due ottime puntate a conferma di quanto già detto nelle precedenti recensioni. 12 Monkeys non delude, anzi continua a crescere puntata dopo puntata, nonostante sia presente qualche piccola sbavatura qua e là in termini di performance recitative e dubbie scelte estetiche. Al termine di questi due episodi gli autori hanno anche voluto impartirci un insegnamento nel caso un giorno dovessimo affrontare un’epidemia su scala globale: non importa quanto tu sia terrorizzato, non importa se il Governo sta nascondendo una cura, non importa se a un metro da te un uomo ha starnutito sangue e si è accartocciato sull’asfalto, tu ricorda che c’è sempre tempo per confezionare degli utilissimi cartelloni per mostrare il tuo disappunto.
Yesterday 1×08 | 0.84 milioni – 0.3 rating |
Tomorrow 1×09 | 0.78 milioni – 0.2 rating |
Divine Move 1×10 | 0.72 milioni – 0.2 rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.