Il continuo temporeggiare della serie sembra essere diventata la vera trama orizzontale della stagione, non ci sono più dubbi a riguardo. Dieci anni sono tanti, si può sbagliare, si può migliorare ma soprattutto si può sperimentare ed imparare dai propri errori. Dieci anni, con oltre 200 episodi all’attivo, rendono Supernatural una serie di tutto rispetto, con alti e bassi certamente, ma di tutto rispetto considerando il panorama seriale e tutti i cambiamenti che ci possono essere stati in una decade. Dieci anni di esperienza però sembrano aver logorato la serie, affaticando sceneggiatori sempre più stremati nell’inventarsi nuovi filler, e rovinando characters sempre più privi di obiettivi concreti oltre che di nuove prospettive.
Arrivati alla situazione attuale si potrebbe parlare del classico “staccare la spina” per non aggravare la situazione e rendere giustizia alla serie ed al duro lavoro di tanti anni; questa scelta però sarebbe troppo semplicistica e decisamente inadatta alla situazione attuale dello show e alle potenzialità espresse. Quando parliamo di potenzialità ci riferiamo a casi di palese abbandono delle trame, casi in cui volutamente si è fatta emergere una possibile svolta narrativa salvo poi farla finire nel dimenticatoio. Esempi? Quanti ne volete. Nel 200° episodio è ricomparso, a piacevolissimo tradimento, l’ex profeta Chuck: l’avete più visto?
Sentito nominare? Visto di sfuggita? Ovviamente no, e già questo farebbe discutere di per sé, a peggiorare le cose ci sono molte altre storyline che hanno subito lo stesso trattamento. Il ritorno di Castiel alla paternità è stato subito cestinato quando, se approcciato in maniera diversa, poteva mostrare l’angelo sotto un’altra veste. La ricerca delle tavole scritte da Metatron è stata completamente dimenticata, così come lo stesso Metatron e la ricostruzione del Paradiso. Insomma di elementi per ovviare alla produzione di filler su filler ce ne sono molti, tuttavia Carver e soci propendono più per le storie verticali ed autoconclusive, stile “Paint It Black”, oppure per l’utilizzo di guest star di cui si farebbe volentieri a meno, tipo Cole.
Il tenore di entrambe le puntate non rispecchia né per incisività né per interesse la vera potenza di Supernatural, al contrario ne evidenzia difetti e limiti in un continuo rincorrersi di facepalm da parte degli spettatori. In “The Things They Carried” già a metà puntata si individua la presenza di un Khan Worm (comparso solo una volta nella 6×16) all’interno di Cole e del suo BFF ma si opta per una risoluzione lenta e molto telefonata del problema, risoluzione che lascia interdetti per tempi e modi. Allo stesso modo in “Paint It Black” si assiste ad una sorta di elogio alle atmosfere portate in tv da quello scempio di Da Vinci’s Demons, idea neanche tanto malvagia se non fosse che ci sono i classici svarioni geografici dell’americano medio (quadri e oggettistica rinascimentale di Firenze spediti dalla “famosissima” Tivoli, nel Lazio) e un non ben specificato bisogno di parlare in italiano di tanto in tanto.
Si potrebbe far notare però che “Paint It Black”, a differenza di “The Things They Carried”, gode della presenza di Crowley e Rowena, come a dire che non è un mero filler ma qualcosa di più: purtroppo dobbiamo dissentire. Crowley, che in tutta la puntata dirà sì e no 4 frasi, è completamente privo di mordente e serve solo a giustificare la presenza della sempre più fastidiosa Rowena, e, se si riflette per un attimo, la situazione dovrebbe essere capovolta, cioè Rowena dovrebbe supportare Crowley e non viceversa. Invece la situazione che si è creata è quella di un Crowley completamente privato del suo potenziale caratteriale, una sorta di revival della scorsa stagione quando era in crisi da sangue umano, solo che questa volta la rottura dell’equilibrio mentale del King Of Hell è stato scatenato da un cuore spezzato, il suo. Con questo non stiamo giustificando il suo status quo, anzi, lo critichiamo apertamente e aspramente perché, come lui, si sta annientando anche il character di Castiel, ma questo è un altro argomento.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Executioner’s Song 10×14 | 2.09 milioni – 0.8 rating |
The Things They Carried 10×15 | 1.73 milioni – 0.6 rating |
Paint It Black 10×16 | 1.70 milioni – 0.7 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.