The Slap si sta dimostrando una miniserie sempre più accattivante e densa di emozioni. L’incentrare una puntata su un personaggio fino ad ora lasciato ai limiti della trama (Manolis, il padre di Hector) poteva sembrare una scelta forzata o quanto meno diretta al tappare qualche buco narrativo utile a trainare lo spettatore verso puntate più cariche di pathos e significative, niente di più sbagliato.
La puntata dedicata a Manolis ci permette di approfondire ulteriormente un altro personaggio, scoprire qualcosa di nuovo riguardo a quelli già presentati (specialmente Harry) e rilascia una forte dose di sentimenti in direzione dello spettatore che, ignaro di tutto, rimane bloccato e stupito.
Ma da cosa essenzialmente c’è da rimanere stupiti? Prima di tutto Manolis, in quanto pater familias, è intenzionato a risolvere la questione dello schiaffo internamente alla famiglia, cercando di non farla disunire ma di mantenerla intatta anche dopo le tensioni seguite al gesto sconsiderato del nipote Harry. Purtroppo il suo piano non funziona alla perfezione e lo “scellerato mostro” nelle cui mani viene lasciato Harry, sembra meditare qualcosa di terribilmente diverso rispetto ad una pacifica soluzione dell’accaduto.
Era scontato che il tutto non riuscisse a trovare sbocco in un calmo e tranquillo accordo in cui le parti riuscissero a venirsi incontro. Non va dimenticato che Hector aveva già tentato di mediare, senza però ottenere nessun tipo di risultato aggravando, anzi, la situazione dando un pretesto a Rosie e Gary per poter far incarcerare l’irascibile Harry. La situazione è molto intricata e appare sempre più una partita di Shanghai: qualsiasi personaggio sembra muoversi a discapito e dolore di qualcun’altro, difficile trovare una soluzione che possa metter tutti d’accordo.
Il secondo punto che blocca lo spettatore lasciandolo tra la tristezza e la felicità è la conclusione della puntata nella quale Manolis si reca a casa di un amico di vecchia data ormai malato (terminale, pare). La felicità che si percepisce nello sguardo dell’uomo, una volta visto Manolis, è letteralmente indescrivibile. E’ impossibile (come nella passata puntata, d’altra parte) rimanere freddi e distaccati da ciò che gli sceneggiatori e la regia confezionano davanti ai nostri -lucidi- occhi: le riprese fatte in slow motion rappresentano il definitivo colpo di grazia per il già intaccato cuore dello spettatore.
Con questo quarto episodio di The Slap, il regista confeziona un vero e proprio gioiellino carico di emozioni e sentimenti (non a caso, Michael Morris è lo stesso regista della scorsa puntata, dedicata ad Anouk): l’impressione è che ad ogni capitolo questa serie cresca di intensità e si perfezioni nel narrare e presentare la vita dei propri personaggi, cosa complicata da il fatto che, essendo già state trasposte alcune puntate, i personaggi già appaiano ben delineati e conosciuti agli occhi dello spettatore. Una cosa è certa fin da ora: qualunque cosa accadrà tra Harry, Rosie e Gary in sede legale, lascerà dei segni indelebili negli animi e nello spirito familiare che già nella prima puntata veniva sottolineato a più riprese. Un segno indelebile come quello che la povera Sandi porta in viso.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Anouk 1×03 | 3.67 milioni – 0.7 rating |
Manolis 1×04 | 3.92 milioni – 0.8 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.