Dopo una prima recensione di stampo “promozionale”, con “À La Carte” possiamo finalmente passare alla disamina di quelle peculiarità che hanno permesso a Louie di travalicare i confini della comedy classica, abbattendo ogni genere di palizzata concettuale, grazie alla sapiente alternanza tra umorismo semplice, ma non per questo banale, e profonde riflessioni sulla complessità della vita e dei rapporti umani. CK è sempre riuscito a stare in equilibrio tra questi due aspetti, esaltando la componente grottesca dello show senza ridicolizzare le vicende, a prescindere dalla loro assurdità, così da valorizzare il messaggio di fondo contenuto in ciascun episodio, esaminandolo attraverso una molteplicità di situazioni, contestualmente diverse ma concettualmente analoghe.
Ci troviamo di fronte a un episodio sconclusionato, senza una trama lineare, composto per lo più da situazioni tra loro scollegate, durante le quali ci si ritrova, però, a dover affrontare la stessa problematica: l’accettazione. Sia che significhi cagarsi nei pantaloni in mezzo al marciapiede, essere stroncati sul nascere da colui che pensavi potesse aiutarti a migliorare, o non poter avere l’esclusiva con la ragazza che ami, alla fine l’unica cosa da fare è arrendersi alla dura verità, accettando i propri limiti. Ogni parola detta da Pamela rappresenta per Louie un passo avanti (o indietro) verso la rassegnazione alla propria condizione di uomo “a circa un paio d’anni dal netto declino”, rassegnazione che lo porterà progressivamente verso l’auto-accettazione: “I know, À la carte then”.
Nonostante la mancanza di linearità della trama, un elemento di continuità abbastanza evidente emerge analizzando la scena d’apertura al supermercato in funzione del discorso tra Pamela e Louie circa la definizione del loro legame sentimentale. L’acquisto dei cracker dal sapore orrendo, messi nel carrello solo perché durino di più, è una chiara metafora del tipo di rapporto che Louie vorrebbe con la sua compagna, un rapporto che però finirebbe per essere tanto lungo quanto insipido. La realtà è che nemmeno Louie vuole quel genere di rapporto, la vita che li renderebbe infelici portandoli alla rovina. Lui vorrebbe solo stare con Pamela fino alla fine, ma per lei la loro storia va vissuta solo ed unicamente nel presente. La vita è troppo breve per mettere nel carrello dei cracker di seconda scelta, il rischio è di arrivare a metà del pacco e poi buttare il resto nella pattumiera.
Ma ecco che nel momento in cui l’accettazione del menù à la carte sembra essere l’unica strada percorribile, ecco spuntare Bart Folding al “Tonight Show starring Jimmy Fallon”, diventato una star in poco più di una settimana sfruttando il consiglio idiota datogli da Louie, rivelatosi invece l’arma vincente per il suo successo. La dimostrazione di come chiunque possa guadagnarsi il suo attimo di celebrità/felicità, a prescindere dai limiti che ci imponiamo o ci vengono imposti; ma anche la conferma di come non basti “cagare pubblicamente” su un palco per essere comici. Far ridere è un’arte, e in questo Louie CK si è dimostrato un vero artista.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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esemplare umorismo e serietà, senza smorzare l’uno o sminuire l’altra, regalandoci uno show in grado di farci riflettere, perfino mentre il protagonista si sta cagando nei pantaloni. Il menù À la carte, apparentemente casuale, che il nostro “chef” ci ha presentato, è assemblato con molta più cura di quanto possa sembrare. Come in un piatto d’alta cucina, i sapori abbinati da CK si sposano alla perfezione, ricombinandosi nella nostra bocca per arricchire e rendere unica la nostra esperienza.
Potluck 5×01 | 0.63 milioni – 0.3 rating |
À La Carte 5×02 | 0.47 milioni – 0.2 rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.