Continua il viaggio on the road dei nostri ghostbeaters e, soprattutto, continua la clamorosa scia di sangue che i nostri tre (ora quattro) cacciatori di semimorti si portano dietro fino dal pilot. Nemmeno il tempo di metabolizzare la rocambolesca carneficina dello scorso episodio che subito il gruppo si ritrova a dover fare i conti con l’ennesima possessione demoniaca, questa volta ai danni di un gruppo di bifolchi mercenari armati fino ai denti. Con “Fire In The Hole” possiamo definitivamente mettere una pietra sopra la fase prettamente introduttiva dello show. A sancire questa chiusura è naturalmente la sequenza finale dell’episodio, avente come protagonista la tanto amata “cabin” da cui tutto ha avuto inizio, in virtù della quale possiamo sentirci liberi di definire questi primi sette episodi un lungo e gratificante fillerone in vista di una succulenta portata finale che porta con sé un dolce profumo di revival. L’episodio si configura quindi come una deviazione, sia letterale che metaforica, dall’obiettivo finale del nostro improbabile gruppo di demon slayers: sgominare il male alla radice partendo dal luogo dove tutto ebbe inizio.
Nonostante la configurazione della puntata sia molto simile alle precedenti, questa volta appare evidente un salto di qualità per quanto concerne regia e fotografia. Conservando i consueti elementi cari al regista della saga cinematografica, quali ad esempio la soggettiva che insegue i nostri protagonisti o la shaky cam di Raimi, Michael Eric Hurst (celebre per aver interpretato Iolao nella serie televisiva “Hercules”, di cui i fratelli Raimi erano produttori) riesce a catapultarci all’interno di uno spietato gioco in stile jigsaw, durante il quale un profondo senso di claustrofobia, amplificato dall’ottimo lavoro compiuto nella realizzazione delle atmosfere lugubri all’interno del bunker, coglie lo spettatore facendolo sentire preda di Lem al pari di Ash e Amanda. Se da una parte l’atmosfera macabra viene valorizzata dall’alternanza continua di luci e ombre, dall’altra viene accompagnata (se volete spezzata) dalla pungente ironia di Campbell e dall’amore sbocciato in tempo record tra il suo personaggio e la prosperosa agente di polizia. Questa mescolanza tra horror e comico, oltre che essere una delle inconfondibili cifre stilistiche dello show, contribuisce a dare risalto alla complessa struttura dell’episodio, forse il migliore finora dopo l’insuperabile “El Jefe“.
I timori ora riguardano l’inserimento di Amanda all’interno del gruppo dei ghostbeaters, trasformatasi da serioso ed intransigente agente di polizia a docile agnellino con gli occhi a cuoricino. Inoltre, questo suo aspetto serioso contribuiva a creare un contrasto con la cieca accettazione di questa nuova terrificante realtà da parte del gruppo capitanato da Ash. Il confronto con personaggi del calibro di Pablo e Kelly vede senza dubbio soccombere la Fisher, vero e proprio pesce fuor d’acqua all’interno di una formazione che visibilmente non le appartiene. Ad ogni modo, per ora questa non si configura come una reale problematica, si tratta più che altro di un cattivo presentimento, senza dubbio ancora in tempo per essere smentito dall’ottimo comparto autoriale.
Ennesimo minutaggio centellinato per il personaggio interpretato dalla Lawless, risorta dalle ceneri in versione Daenerys Targaryen. Sebbene la vista delle minne di Xena abbia finalmente taciuto quel recondito desiderio sopito ormai da anni nel profondo del nostro pene cuore di adolescente, noi tutti vorremmo finalmente capire qualcosina in più su Ruby e sul suo misterioso pugnale. Forse, ora che La Casa è dietro l’angolo, ci sarà tutto il tempo per un confronto tra lei e Ash. Un confronto che si preannuncia pregno di epicità e che ci farà tornare ragazzini ai tempi in cui Xena e Autolico, con le loro avventure, rallegravano i nostri lunghi pomeriggi su Italia1.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Killer Of Killers 1×06 | 0.40 milioni – 0.1 rating |
Fire In The Hole 1×07 | 0.45 milioni – 0.1 rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.
controfigura di Xena, vorrai dire…
e poi si erano già viste un sacco in Sparacus