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New York, anno 2006, le passerelle delle sfilate di moda si riempiono di bianco e nero, con un ritorno alla donna stile anni ’50, i pantaloni alzano la vita e gli accessori rimangono il top del glamour. In una società che fa dell’apparire quasi una religione, è inevitabile che le scelte apportate sulle passerelle diventino un mantra anche per le sfilate che avvengono ogni giorno per le strade delle metropoli. Il tutto si accentua se lavori in una delle maggiori riviste di moda della Grande Mela: un outfit perfetto e sempre al passo con i tempi sembra essere d’obbligo per affrontare quotidianamente stilisti, modelle e colleghi.
E’ in questo ambiente, fatto di borse firmate e vestiti mai utilizzati due volte, che arriva lei: Betty Suarez. Capelli mai pettinati, apparecchio ai denti, sopracciglia discutibili, abbigliamento improponibile, il tutto completato da un poncho pronto a far rabbrividire anche il più tradizionalista dei messicani. Ma è proprio agghindata così che Betty ottiene il lavoro di assistente nella rivista di moda più importante di New York, “Mode”, di proprietà della famiglia Meade; presentatasi con un curriculum perfetto, tuttavia la scelta ricade su di lei proprio a causa del suo aspetto, un modo del patriarca Meade di provare a frenare i “bollori” del figlio Daniel, nuovo Capo redattore, consolidato playboy e sterminatore di segretarie. Ugly Betty è una serie sviluppata da Silvio Horta, andata in onda sulla rete ABC dal 2006 al 2010, fin quando un consistente calo di ascolti ha portato la rete a decidere di porre la parola fine alla comedy-drama al termine della sua quarta stagione. Ispirato ad una telenovela Colombiana, “Yo Soy Betty, La Fea”, la serie ruota intorno alla vita e alla carriera di Betty, ventiduenne brillante ma con uno scarso gusto estetico, con il sogno di diventare redattore, che riesce a farsi largo nello spietato mondo della moda, diventando assistente presso il “Mode Magazine”. Il filo conduttore dell’intera serie sta proprio nella crescita e nello sviluppo personale e professionale di Betty e, in contemporanea, di Daniel Meade, quest’ultimo divenuto Capo redattore della rivista solo grazie a motivi familiari; l’inizio della loro collaborazione non è dei migliori ma, con il tempo sarà lo stesso Daniel, grazie alle particolari qualità di Betty, a riuscire a vedere al di là dell’aspetto fisico e ad accorgersi del valore della sua assistente. Uno sviluppo che porterà i due ad aiutarsi a vicenda e a crescere insieme, passando attraverso problemi lavorativi e relazioni amorose, favorendo la nascita di una grande amicizia che durerà per tutte e quattro le stagioni… o almeno fino al series finale. Ma Ugly Betty non è soltanto Betty e Daniel, tanti sono i personaggi che si incontrano e a cui inevitabilmente ci si affeziona nel corso degli episodi: a partire dalla famiglia della protagonista, con il sempre presente padre Ignacio, all’esuberante sorella Hilda, perennemente alla ricerca dell’amore, fino al nipote Justin. Per proseguire poi con i colleghi della redazione “Mode”, da Wilhelmina Slater, che per quattro stagioni si fa carico del ruolo di “amabile antagonista”, sempre intenta a sabotare il lavoro di Daniel e Batty con un unico scopo: impossessarsi della rivista. Da non dimenticare sicuramente il duo Marc e Amanda, assistente di Wilhelmina il primo, addetta alla reception la seconda, due spassosi personaggi, inizialmente stereotipi di viziosi appassionati di moda e dispettosi colleghi, che con il tempo si dimostrano amici fidati, seppur mantenendo sempre viva la loro verve e la loro ironia. Oltre ai personaggi, di spessore sono anche gli attori che li interpretano, partendo da America Ferrera nei panni di Betty, attrice che si fa conoscere grazie al film “Quattro Amiche E Un Paio Di Jeans”, pellicola che sembra aver portato fortuna alle sue protagoniste diventate tutte star di telefilm: oltre ad America Ferrera, recitavano con lei anche Alexis Bledel (Gilmore Girls), Blake Lively (Gossip Girl) e Amber Tamblyn (Joan Of Arcadia). Ma del mondo di Ugly Betty fanno parte anche Eric Mabius, che veste i panni di Daniel Meade, Vanessa L. Williams, Judith Light, Alan Dale (che tra le altre cose ha anche interpretato Caleb Nichol in The O.C.), e ancora Michael Urie, Becki Newton e Ana Ortiz. Ugly Betty arriva come uno show fresco, dinamico e divertente che, attraverso la caratterizzazione dei personaggi e l’ironia della storia, attira l’interesse sin da subito; la pecca, però, arriva con il passare delle stagioni, quando lo show pur rimanendo divertente e spigliato, come spesso accade, perde un po’ della sua iniziale personalità, deludendo soprattutto nel finale. L’ultima stagione viene rinnovata per dar modo agli autori di creare un vero finale alle storyline di Betty&Co, ma il risultato appare comunque affrettato e anche un po’ scontato. Finale a parte, le quattro stagioni di Ugly Betty valgono comunque la pena di essere viste; uno show vivace, ricreativo e, perché no, anche ispiratore; il cammino di Betty e la sua scalata nel mondo del lavoro potrebbero spronare a seguirne l’esempio, anche se, in qualsiasi modo si decida di prendere spunto, il consiglio a cui non si dovrebbe mai venir meno è uno solo: meglio evitare di presentarsi ad un colloquio di lavoro con indosso un poncho rosso messicano.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.