Diciamo che seguire Hap And Leonard si sta rivelando più avventuroso del previsto.
Uno a inizio settimana se ne sta seduto di fronte al suo computer, scorrendo la lista delle serie da recuperare dopo l’ondata domenicale. Poi a sorpresa ecco il secondo preair consecutivo. Forse qualcuno deve spiegare che le serie, almeno nell’antichità, prevedevano un’uscita regolare degli episodi in un giorno prestabilito.
Detto questo, non è che ci lamentiamo di queste anticipazioni, soprattutto se il risultato è quello che si palesa davanti ai nostri occhi.
Gli adattamenti possono essere di due tipi: l’omaggio e la rilettura. Il primo vuole esclusivamente (o quasi) trasporre una storia da una forma di comunicazione all’altra (libro-teatro, teatro-cinema, libro-cinema, televisione-cinema… e così via); la seconda attua lo stesso tipo di traslazione, senza adattare, bensì reinventando. Storie nate come romanzi, possono trasformarsi tranquillamente in un procedurale che, non conoscendo la sua fonte originaria, si penserebbe ad un’origine esclusivamente per piccolo schermo.
Hap And Leonard, ormai è chiaro, percorre la strada dell’omaggio. Se le serie tv come format sono simili al romanzo (episodi = capitoli), una saga come quella di Lansdale su Hap&Leonard, come può non evocare alla perfezione l’ulteriore equazione libri = stagioni?
La storia procede liscia come l’olio: l’allontanamento di Leonard dura molto poco, sufficiente per una piccola introspezione sulla sua vita privata; i flashback sono brevi, essenziali ed esplicativi; il colpo di scena finale potrebbe non aver sorpreso neanche i non-lettori. E tutto questo aiuta la pulizia della narrazione. L’impronta stilistica dei libri (il recensore degli episodi dispari romperà molto le scatole con i libri) gira intorno alle descrizioni ambientali e ai dialoghi dei due protagonisti. L’alchimia dei due attori si conferma particolarmente felice. Abbiamo conosciuto Michael Kenneth Williams in palcoscenici seriali ben più prestigiosi, eppure nessuno più di lui sarebbe potuto essere un perfetto Leonard Pine. L’interazione tra Hap e Leonard, ancora timida, cresce progressivamente. Gli scenari del fiume Sabine (questa volta conosciuto anche nel suo profondo), con la sua rigogliosa vegetazione circostante, orchestrano alla grande il clima generale evocato nella carta stampata. Come ogni traslazione-omaggio richiederebbe.
Ma il caro Joe Lansdale non ha scritto dei romanzi basati solo su dialoghi e opuscoli turistici sul Texas orientale. Il piatto speciale, servito in tavola dalle pagine di Lansdale, è quello delle Botte. Le Botte sono tutto nei romanzi con protagonisti Hap&Leonard. Nel primo episodio avevamo avuto un assaggio della poca serenità dei personaggi, quando Leonard prendeva non benissimo un commento dei vicini di casa di Chester. Non possiamo però dire che in questi tre episodi siano volati schiaffoni. Ovviamente si potrebbe obiettare che la storia per ora non ne abbia sentito la necessità. E su questo siamo d’accordo. Ovviamente il finale (e il promo in cui i nostri dovrebbero confluire nella misteriosa coppia di psicopatici), in questo senso, ci regala tante altre speranze.
Delle belle Botte giustificate da trama e da sceneggiatura non potrebbero non renderci molto felici.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Bottoms 1×02 | ND milioni – ND rating |
The Dive 1×03 | ND milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.