Arrivati al dodicesimo episodio, una cosa che salta subito all’occhio dello spettatore è l’andazzo generale della serie che qui possiamo descrivere non tanto come “altalenante” quanto “alternato”. Usare il termine “altalenante” vorrebbe dire che, a grandi linee, il valore di DC’s Legends Of Tomorrow è generalmente medio/basso e i picchi di qualità forniti dallo show sono più unici che rari. Con “alternato”, invece, si vuole sottolineare il fatto che la qualità e i numeri ci sono ma vengono utilizzati (da diversi episodi a questa parte) una volta si e una volta no, saltellando tra il Save Them All e il Thank Them All. Fortunatamente la volta di “Last Refuge” è quella del si, anche se va terribilmente demonizzato per alcuni aspetti che vediamo con calma.
Per citare le parole di Jefferson, “Last Refuge” si presenta come una sincopatica roulette russa spazio-temporale, dove lo spettatore è costantemente bombardato dall’imprevedibilità dell’attacco di Pilgrim e dall’ansia che ne conseguirà. Una puntata, insomma, che si lascia ricordare tanto per il modo in cui I Super-Amici le Leggende vengono messe sotto assedio dalla villain Pilgrim, quanto per come ne escono: come una squadra, oltre che macchina da guerra corale ben oliata e collaudata. Non a caso si è scelto, come immagine d’apertura, lo spettacolare stop-motion in cui il team di Rip Hunter sconfigge Pilgrim con pose e attacchi combinati ispirate alle migliori copertine dei fumetti supereroistici (buona anche la CGI di The CW stavolta). Ma non è solo nella fisicità che il cast di protagonisti comincia a diventare un unico organismo affiatato e non più un agglomerato di testosterone, è anche nella gestione più logistica dei problemi e nella scelta delle strategia da adottare per far fronte ad una minaccia comunque. Le strategie adottate in previsioni e prevenzione degli attacchi di Pilgrim, infatti, non sono scelte con superficialità o disorganizzazione come avveniva nei precedenti episodi, ma ragionando come un unico organismo pensante.
Inoltre, con la scusa che i membri dei Fantastici Amici dell’Uomo Ragno delle Leggende hanno avuto a che fare con molti dei loro io più giovani, si è anche lavorato un po’ sui personaggi, rafforzando così la loro caratterizzazione sfaccettandola ancor di più. Su questo fronte, Rip Hunter fa la parte del leone, in quanto personaggio (finora) misterioso, chiuso e schivo che ha mostrato e detto qualcosa di più sul suo passato: tra cui il suo vero nome. Ma come si diceva all’inizio, nonostante il dodicesimo episodio lasci piacevolmente trasportare lo spettatore dalla narrazione, c’è qualche elemento che deve essere sistemato, tipo la costanza della qualità generale della serie.
Potrebbe sembrare un’osservazione fin troppo critica ma, in verità, la costanza per quanto riguarda la qualità singola degli episodi va presa seriamente. Una serie tv è una piramide gerarchica che trae la sua forza e la sua qualità dalla fattura delle stagioni di cui è composta: forza che, a sua volta, trae dei singoli episodi. È giusto impegnarsi affinché il quadro completo della trama generale sia ben costruito, ma è anche altrettanto importante cercare di delineare un livello costante della buona fattura degli episodi. È vero che è anche troppo presto per fare questo discorso ma, superata la decina degli episodi, si può già tracciare un profilo di condotta della serie. L’impressione è che molte delle sequenze e trame all’interno di DC’s Legends Of Tomorrow siano lasciate un po’ al caso o comunque non curate con la giusta attenzione rispetto ad altre storie, forse perché (secondo probabilmente gli sceneggiatori) basta semplicemente abbozzarle e il pubblico le seguirà lo stesso. Una di queste è la storia d’amore tra Kendra e Ray, side quest decisamente senza nessun appeal e interesse, resa poco interessante non tanto per la storia in sé quanto per l’incompatibilità degli interpreti e il poco affiatamento reciproco. È stata introdotta e ancora oggi continua per inerzia.
In più, sia nei pregi che nei difetti di “Last Refuge”, va contata la villain Pilgrim. Il personaggio si presenta da una parte un valore aggiunto alla puntata, in quanto villain ostico utile per aumentare l’affiatamento di Rip Hunter e soci. Dall’altra, però, Pilgrilm era stato introdotto e descritto come la quinta essenza dei membri d’elite dei Signori del Tempo, ma qui viene semplicemente relegato a ruolo di “pupazzo azzecca botte”. È stata un ottima scelta inserire un character utile solamente per essere menato sonoramente dal cast di protagonisti ed aumentare la collaborazione reciproca, però forse era meglio introdurlo con poca enfasi, dato che ha creato delle aspettative poi polverizzate proprio come la stessa Pilgrim.
- Vengono citate le città fittizie DC Comics Star City, Central City, Hub City e Ivy Town. Compare anche la città di Seattle, location in cui (nei fumetti) Freccia Verde stabilirà la sua base per moltissimo tempo.
- “Come with me if you want to live” è una famosa frase presa alla saga di Terminator.
- Il giovane Mick Rory è vestito con degli indumenti che ricordano alla lontana l’outfit storico di Marty McFly.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Magnificent Eight 1×11 | 1.98 milioni – 0.7 rating |
Last Refuge 1×12 | 1.78 milioni – 0.6 rating |
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