Personalissima opinione del recensore, le tre cose più belle di questa estate seriale sono: la ripresa di Mr. Robot, la sorpresa di Netflix Stranger Things e i previously di BrainDead.
Li abbiamo citati tantissime volte e probabilmente continueremo fino alla fine di questa prima stagione. Seriamente, un riassunto delle puntate precedenti cantato, con una melodia che più orecchiabile non si può (Galavant style), un testo con trovate sempre brillanti, un andamento accelerato che alla perfezione rende giustizia a quello che è l’andamento dei 42 minuti settimanali di BrainDead. Come non parlarne continuamente?
Ok, abbiamo finito l’elogio di rito alla fantastica trovata dei King di inizio episodio. Saremo ripetitivi, ma all’inizio di ogni episodio la sorpresa e la meraviglia sono sempre alle stelle.
La 1×05 sembra chiudere il primo atto di questa storia comunque sempre in evoluzione. Pronti quindi ad essere smentiti nella prossima puntata. Sta di fatto, però, che ormai la carta dell’insetto killer sembra essere uscita parzialmente allo scoperto, grazie anche al coinvolgimento di Luke, di una voce parziale diffusa sugli insetti, ma soprattutto del cliffhanger finale che più platealmente delle altre volte ci lascia in sospeso, in attesa di scoprire gli sviluppi. I King hanno da sempre dimostrato di essere dei maestri della sospensione tra un episodio e un altro, senza andarci più di tanto pesanti, ma sempre cercando quel punto di contatto con la mente dello spettatore proprio quando si aspetta una determinata conseguenza ad una determinata situazione. Ed è quel punto preciso che desterà sorpresa allo spettatore che vedrà apparire i titoli di coda dinnanzi i suoi occhi.
Così era stato nel precedente episodio, quando un banale riferimento, come quello della parziale sordità di Anthony (insignificante per chiunque, per assurdo, non fosse informato sui fatti) chiudeva nel silenzio la 1×04. Un sussulto di Laurel, un sussulto per noi spettatori, schermata nera. Strizzata d’occhio tra tutti coloro (interni ed esterni allo show) che venivano piano piano a conoscenza delle caratteristiche dei “posseduti”.
Diverso è il caso di “Back To Work eccetera eccetera”: il cliffhanger è più violento, se vogliamo più “classico”. La suspence ha cominciato ad avvolgerci già da alcuni minuti prima, dallo sguardo verso quei fiori gettati nella spazzatura. L’intuizione di Gustav è arrivata forse con un tempismo non proprio sincronizzato. Non ci saremmo infatti scandalizzati se avesse avuto l’intuizione dei fiori un po’ prima, considerando come il personaggio interpretato da Character Actress Margo Martindale abbia subito il cambio dopo la gitarella notturna nel parco. Non che questo renda poco verosimile l’illuminazione tardiva di Gustav, in caso contrario avremmo considerato come eccessivamente forzata l’attenzione immediata verso i fiori.
Sta di fatto che noi spettatori ci preoccupiamo, per un’ingente quantità di tempo, di quegli insetti che piano piano escono dal secchio di Laurel e ci conducono verso un finale sospeso che quasi potrebbe sembrare quello di un Season Finale. Sicuramente si aggiunge al repertorio dei finali (di episodio o di stagione) che culminano con un violento risveglio (provate a raggrupparne almeno tre-quattro nella serialità televisiva, vi verranno in mente con una certa facilità).
Anche per questo si può fare riferimento alla chiusura di un primo atto: la fase della presentazione dei “nemici” può dirsi conclusa, l’interazione non poteva essere più palese di così, se consideriamo che è avvenuto il contatto direttamente con la protagonista. Che poi tireremo tutti un sospiro di sollievo nel prossimo episodio (Laurel potrebbe avere una qualche protezione dentro l’orecchio, o accorgersi in tempo degli insetti entrati) è più che una sensazione. Ovviamente saremo curiosi di vedere gli sviluppi in caso contrario, per un plot twist che avrebbe del sorprendente. Sta di fatto che a livello stilistico, fermandoci al finale di questo quinto episodio, l’impatto con il finale di puntata è sicuramente differente dai precedenti, dandoci motivo di pensare ad uno stacco.
Soffermandoci su un punto più futile, ma importante in ambito seriale, non possiamo non osservare lo sviluppo del lato sentimentale. L’impressione è che si tenda a bruciare in fretta la potenziale love story di Laurel. Così era stato con il bacio nella 1×03, così è con gli avvenimenti tra la protagonista e il quasi sicuramente bugman Anthony. Interessante a tal proposito come per tutto l’episodio lo spettatore sia portato a intravedere una certa ambiguità verso il comportamento dell’agente federale, quasi a non essere totalmente sicuri sul suo cambio. Sembra così riaprirsi la parentesi con Gareth, nella direzione della classica love-story in (più o meno) progressivo sviluppo.
Per concludere, il lato politico continua ad essere il silenzioso protagonista, la base verso cui si sviluppano trame ben più surreali. I King hanno dimostrato di saper trattare molto bene questo ramo narrativo. Tuttavia il lato sui veterani, sicuramente funzionale alla trama e motore della gustosissima sequenza sulla votazione “Sharia”, porta a chiederci cosa potesse mai c’entrare con il resto. Parliamo di una serie che non ha il procedurale – quindi l’inserimento repentino di temi – tra le sue caratteristiche, qualsiasi cosa esterna sembra stonare leggermente.
Comunque, chapeau.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Wake Up Grassroots: The Nine Virtues Of Participatory Democracy, And How We Can Keep America 1×04 | 3.17 milioni – 0.4 rating |
Back To Work: A Behind-The-Scenes Look At Congress And How It Gets Things Done (And Often Doesn’t) 1×05 | 2.26 milioni – 0.3 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.