“I’m sorry for not telling you everything. But I needed this in order to get better.
Please don’t be mad too long. This will be the last time I keep things from you.
I promise.
I know what you’re thinking, and no. I didn’t lie to you. All of this really happened. This was just my way of coping with it. But now, I’d like it if we could trust each other again.
Let’s shake on it.”
Avete presente il tormentone di fine 2015/inizio 2016, dove ci sono i ragazzi di colore che si sfidano ad una battaglia rap e ad un certo punto, alla loro esultanza, parte “Turn Down For What“? Vi ricordate l’espressione del ragazzo che passa per un paio di secondi nello schermo, quello che si tiene la faccia tra le mani? Ecco, quella è stata l’espressione di milioni di telespettatori alla visione del cliffhanger finale. Un finale che lascia di stucco e che ha distrutto tutte le certezze fornite da Elliot sin dalla doppia season premiere. Ed è già la seconda volta in due anni che ciò accade. Elliot non si è mai recato da sua madre, non ha mai frequentato un gruppo di chiesa, non è mai stato imprigionato e sfruttato da Ray. Ciò che è stato mostrato fino ad ora è stato uno specchio deformante, uno specchio di quelli che si trovano nei circhi e nei luna park: noi ci troviamo nella parte opposta e la figura di Mr. Robot è costantemente intricata. Abbiamo visto la realtà ma totalmente camuffata, esattamente e analogamente a come Mr. Robot l’ha modificata per non far soffrire Elliot. Non è la prima volta che capita e sicuramente non sarà l’ultima, la creatura di Sam Esmail è affascinante quanto intricata.
“Mr. Robot was right. Control can sometimes be an illusion. But sometimes you need illusion to gain control. Fantasy is an easy way to give meaning to the world, to cloak our harsh reality with escapist comfort. After all, isn’t that why we surround ourselves with so many screens?”
Se in serie come Game Of Thrones e The Walking Dead vige la regola “Se non vedo non credo”, qui è totalmente l’opposto. Si vedono bugie, vengono raccontate verità parzialmente vere, non bisogna fidarsi della voce narrante, Elliot, volontariamente o involontariamente, manipola il telespettatore suo “friend“, gli fa credere quello che vuole e quello che lui crede di vedere. Le telecamere dirette da Sam Esmail (qui in doppia veste di regista e sceneggiatore) mostrano una prospettiva d’insieme, al di là dei personaggi, una visione generale di ciò che accade. Invece non è così, Elliot ricorda costantemente che la reale prospettiva è la soggettività di Elliot, ciò che lui vede è ciò che vede, ciò che crede, ciò che sente lo spettatore, dipende tutto da Rami Malek e dal personaggio da lui interpretato. È infatti palese che la visione distorta della realtà sia solo presente durante le scene in cui lui è protagonista, cosa che invece non accade quando i character protagonisti della scena sono Angela o Darlene.
Ciò che rimane certo, per ora, è la vittoria della battaglia (forse anche della guerra) della fsociety contro l’FBI. Il piano di Darlene, attuato da Angela, seppur con qualche intoppo, è andato in porto e l’archivio dei dati con gli indizi che portavano ai membri del gruppo di hacker è stato distrutto. Una vittoria dovuta all’entrata in gioco di Angela, la stessa Angela che nella prima stagione era stata solamente una pedina mentre adesso si trova in una posizione di potere, sia nei confronti della fsociety che della Evil Corp, una trasformazione che l’ha portata da vittima degli eventi a portatrice di cambiamenti. In tal senso è inquietante, ma anche elogiabile, la freddezza con cui Portia Doubleday riesce a recitare un ruolo ambivalente celando una tensione interiore enorme attraverso un’apparente mancanza di emozioni che perfino gli occhi azzurri da cerbiatta non trasudano. È un’evoluzione importante a livello di trama orizzontale ma quanto mai marginale nei confronti del nuovo rapporto tra Elliot e Mr. Robot.
Dopo una stagione e mezza passata a rinnegare l’assurda proiezione di suo padre, ora la situazione è cambiata e le due entità hanno imparato a coesistere grazie ad un Elliot convertito alla coesistenza con Mr. Robot, parte stessa del suo Io. Eccezionale in tal senso l’alternanza scenica avvenuta durante il pestaggio nel vicolo in cui, ad ogni pugno scagliato contro Elliot, si sostituisce il volto di Christian Slater, ad indicare la volontà di Mr. Robot di prendersi fardello del dolore fisico pur di non intaccare la sua debole controparte. Tutto questo, se non fosse ancora chiaro, è uno stravolgimento dell’incpit iniziale sia della stagione che della serie stessa, ormai evoluta e dannatamente maturata nonostante fosse già nata conscia della sua maturità. Il fondatore della fsociety aveva cercato in tutti i modi di nascondere e rinnegare la sua bipolarità, cercando con tutto sè stesso di avere una vita normale a casa della madre/carcere e tentando di scrivere in un diario ogni suo pensiero, in modo da poter controllare il suo stato mentale. Proprio la scena in cui viene dato fuoco al diario segna un cambio essenziale nella serie, un cambio che già dalla prossima puntata sarà visibile. Il prossimo episodio sarà fondamentale per capire la nuova direzione della serie, nuova perché le trame della prima parte di stagione si sono ampiamente concluse. Sembrerebbe (e sottolineiamo il condizionale) conclusa pura la questione Tyrell ma non ci sentiamo ancora di commentare questa questione, ci sarà sicuramente tempo e modo per tornare a trattare l’argomento .
“Eps2.5_h4ndshake.sme” potrebbe essere stato benissimo un finale di stagione e ritrovarselo come primo episodio dopo il giro di boa potrebbe risultare abbastanza destabilizzante, proprio per il totale cambio di look dato dalla nuova divisa arancione indossata da Elliot. Questo è però un punto di forza di questa serie che sta stregando il mondo ma non i telespettatori statunitensi: permettersi di inserire un episodio del genere a metà stagione significa avere molte altre risorse per sorprendere, segno che Esmail sà molto bene la strada che verrà percorsa. Prendendo in esame l’inizio dello scorso episodio e il finale di questo, si hanno davanti due modi completamente opposti di rappresentare lo stato mentale di Elliot ma, incredibilmente, coerenti con il personaggio. Tutti questi punti a favore citati nella recensione sono un modo semplice per dire che questa serie sta “rischiando” di risicare la perfezione e questo episodio ne è un perfetto esempio.
Parlare dell’incredibile regia, delle magistrali performance di Rami Malek & Co. e delle stupende colonne sonore che accompagnano la serie non ha nemmeno più senso, si rischia di essere ripetitivi. Fidarsi è bene, non fidarsi di Elliot Alderson è meglio.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Eps2.4_m4ster-s1ave.aes 2×06 | 0.57 milioni – 0.2 rating |
Eps2.5_h4ndshake.sme 2×07 | 0.65 milioni – 0.2 rating |
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.
Complimenti per la recensione, degna di questo finale di puntata da pelle d'oca.Ah, posso dire complimenti al doppiatore italiano di Elliot?!Grandissimo
Grazie mille! Flavio Aquilone è un doppiatore che si sa fare in effetti!