Dopo la deludente quarta stagione, Arrow ritorna alle origini, tuffandosi nuovamente in atmosfere urbane e coinvolgendo principalmente personaggi di stampo underground e, soprattutto, senza poteri o vaccate mistiche. Il peggior difetto della precedente stagione non fu tanto il piglio soprannaturale che gli showrunner decisero di valorizzare, quanto il modo in cui venne gestito, senza convinzione alcuna anche da parte degli stessi autori. Così, visto che le prime tre stagioni ricevettero plausi da parte di pubblico e critica per le atmosfere dark e urban che Arrow riusciva ad imbastire, la serie decide di riconquistare la fiducia dei suoi spettatori ripartendo proprio da questi apprezzatissimi elementi. Facciamo subito un piccolo spoiler, poiché si baserà questa recensione sui motivi dietro il giudizio di questa puntata: “Legacy” è un episodio da Save Them All. Seguono spiegazioni.
In questa season premiere va subito riconosciuto un pregio: la voglia di cambiare – pur mantenendo inalterate certe caratteristiche basilari e riconoscibili del serial – si avverte eccome. Tanto il pubblico quanto gli autori sono rimasti scottati dalla precedente annata andata a male e la voglia di ritornare a ruggire è palpabile e anche apprezzabile, ed è palese vedere (dalla parte della produzione) il desiderio di creare qualcosa che coinvolga veramente lo spettatore come nel passato soprattutto a livello di tematiche. Così la serie CW/DC Comics torna a valorizzare le atmosfere metropolitane e parlare di pura e semplice criminalità, farcita sì dei classici villain in costume, ma anche di anti-eroi della peggior specie. Questo aspetto è ulteriormente incentivato grazie ad introduzioni di personaggi mirati e focus su altre location di Star City, zone come inesplorati bassi fondi o altri luoghi da romanzo noir.
L’argomento magari non sarà dei più nuovi e innovativi ma è sempre e comunque attuale ed Arrow promette di trattarlo da più punti di vista per ottenere una panoramica a 360°.
Oliver Queen è ovviamente al centro di tutto, non solo della trama, ma anche della lista di punti di riferimento dello spettatore che osserverà la narrazione dal punto di vista di Freccia Verde e del Sindaco di Star City. Quest’ultimo, in particolare, è un ruolo da non sottovalutare in quanto carica che (se ben sfruttata) può aprire la strada per introdurre concetti della originale caratterizzazione del personaggio e delle sue ideologie politiche spiccatamente socialiste. I suoi panni di Arciere di Smeraldo, invece, saranno nuovamente messi in discussione a causa delle reclute che è intenzionato a prendere con sé: quasi tutti vigilanti stile Punitore della Marvel, se il serial deciderà di attenersi alla originale caratterizzazione. In ogni caso è chiaro come questi personaggi siano stati introdotti in quanto funzionali allo sviluppo delle tematiche: la differenza tra legge e giustizia e quanto giustificato può essere un omicidio.
Detto così potrebbe sembrare tutto oro colato e, infatti, potrebbe. Dipende tutto da come il trimurti Berlanti-Guggenheim-Kreisberg deciderà di mostrare tutto ciò e di come portarlo avanti perché, come è risaputo, a volte non è tanto il cosa dire ma il come dirlo che fa la differenza.
La troppa eccitazione per aver (forse) ritrovato la formula adatta per riproporre Arrow agli spettatori potrebbe trasformarsi in foga mal gestita e dare nuovamente i risultati deludenti della scorsa stagione. La fretta, o anche la voglia di mettere troppa carne al fuoco, possono indubbiamente nuocere all’enorme potenziale della quinta stagione. C’è infatti tanto materiale da gestire, a partire dalla creazione di un nuovo Team Arrow tutto composto da principianti, ma portare avanti troppe storyline potrebbe “nuocere alla salute”. La soluzione ottimale vedrebbe la serie abbandonare qualche stilema narrativo che ormai risulta nauseante e ridondante, come il morboso bisogno della presenza di una love story, in questo caso nuovamente portata avanti dalla sempre più irritante Felicity Smoak; se è vero che Arrow è un successo commerciale anche per l’inserimento di elementi da soap-opera, è altrettanto vero che è arrivato il momento di andare avanti e abbandonare qualcosa, sopratutto se si vuole valorizzare una certa presa di posizione.
Inoltre va detto che la squadra di autori potrebbe ancora essere sotto l’influsso della quarta stagione e avere ancora nella testa idee bislacche, cosa che potrebbe nuovamente compromettere la quinta stagione. La cosa si può capire dall’introduzione di Tobias Church e come si presenta. È chiaro che il villain della stagione sarà indubbiamente l’oscuro arciere comparso a fine episodio chiamato Prometheus ma, attualmente, la serie sembra voler spacciare per villain principale proprio Tobias “Charon” Church che non è minimamente paragonabile ad avversari più forti come Deathstroke e Ra’s Al Ghul. È solo ridicolo pensare che uno come lui possa essere messo anche solo in leggera difficoltà da un semplice capetto del crimine arrogantello. E il fatto che Arrow voglia convincere a tutti i costi gli spettatori della reale minaccia di Charon, beh, fa tanto “quarta stagione” e la cosa non va bene.
Inoltre, tutta “Legacy”, è pervasa da un generale senso di indecisione e poca chiarezza. Certo ci sono le promesse, i problemi, la voglia di tornare ai fasti del passato, ma la premiere non è esplosiva come una prima puntata di una nuova stagione dovrebbe essere.
- Quando all’inizio dell’episodio Thea parla con il capitano della polizia, sulla sua targhetta si può vedere il nome “Pike”. È un riferimento al personaggio di Star Trek Christopher Pike.
- Fa il suo debutto il personaggio di Wild Dog. Comparso per la prima volta su Wild Dog #1 del 1987, Jack Wheeler (dopo aver ottenuto il diploma frequentando le scuole serali e aver compiuto un po’ di missioni per i Marines) si fidanzò con una donna di nome Claire che rimase uccisa in uno scontro a fuoco. Unico beneficiario del testamento della donna, utilizzò quei soldi come capitale per finanziare le sue attività di vigilante molto simili a quelle del Punitore della Marvel.
- Fa il suo debutto anche Konstantin Kovar. Comparso per la prima volta su The New Titans #95 del 1993, Kovar si presenta prima come un archeologo invischiato in loschi traffici per permettere al figlio Leonid di ottenere dei poteri. Riuscitoci, sfortunatamente per il padre, Leonid mette le sue abilità al servizio dell’Unione Sovietica col nome di Red Star. Deluso e amareggiato per la decisione del figlio, diventerà malvagio e metterà le sue abilità al servizio dell’URSS.
- Nell’Universo DC esiste un personaggio il cui soprannome è Charon ma non ha nulla a che vedere con la versione cartacea del personaggio. L’originale Charon dell’Universo DC cartaceo è un piccolo boss della criminalità underground di Gotham. Pertanto Tobias Church risulta essere un personaggio inventato appositamente per Arrow.
- “Mr. Ski Goggles”, come lo chiama Felicity, è Vigilante: nome utilizzato da diversi personaggi del DC Universe. Qui verrà però riportata sola la storia della versione che in Arrow si è deciso di adattare, ovvero quella di Adrian Chase. Comparso per la prima volta su New Teen Titans Annual #2 del 1983, Adrian era un procuratore distrettuale di New York la cui famiglia era stata uccisa da mafiosi; sentendo che era l’unico modo per proteggere coloro che amava, Chase assunse l’identità di Vigilante. Alla ricerca di vendetta, il fuori forma Chase venne picchiato e smascherato in diretta tv, ponendo così fine alla sua identità segreta e costringendolo al suicidio. Dopo Adrian, prese il ruolo del Vigilante il fratello minore, Dorian Chase. A differenza del fratello, Dorian è un militare dei corpi speciali, estremamente aggressivo e si farà presto temere dai criminali.
- Vengono citate due città immaginarie del DC Universe: Hub City, difesa da The Question, e Bludheaven, difesa da Nigthwing.
- Su un camion compare l’insegna “A. Ross Paints”. E’ un tributo al disegnatore Alex Ross.
- Probabilmente qualcuno di voi ha un po’ riso di gusto nel vedere Oliver Queen utilizzare una freccia-paracadute per salvarsi la pelle nei panni di Freccia Verde. Beh, sappiate che nei fumetti Green Arrow ci dava dentro ancora di più con le stranezze delle sue frecce! Nella sua carriera, l’Arciere di Smeraldo ha usato una enorme quantità di frecce parecchio strane poiché i suoi originali creatori, Mort Weisinger e George Papp, volevano descrivere Freccia Verde come un vigilante votato alla non violenza. Per tanto il suo arsenale era pieno zeppo di gadget parecchio kitsch, tra cui quello più amato dai fan: la freccia con un guantone da box al posto della punta.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Schism 4×23 | 2.19 milioni – 0.8 rating |
Legacy 5×01 | 1.87 milioni – 0.7 rating |
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