“Uprising” è un classico episodio alla Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. Non vogliamo intendere questo commento come dispregiativo, bensì come espressione estremamente positiva. Facciamo quindi un bell’excursus sul significato del termine “classico”, specie quando usato come aggettivo. Ci aiuta Treccani, il quale dice che vuole significare: perfetto, eccellente, tale da poter servire come modello di un genere, di un gusto, di una maniera artistica, che forma quindi una tradizione o è legato a quella che generalmente viene considerata la tradizione migliore. Perché ci spariamo questa piccola lezione di semantica come introduzione di una recensione? Perché quello che può essere scambiato come un semplice episodio bello da vedere, rappresenta in realtà un importante traguardo per la serie.
RecenSerie, nelle recensioni di questo serial ABC/Marvel Studios, ha sempre elogiato la sua grande capacità di non essersi mai seduta sugli allori e aver sempre contribuito alla sua evoluzione e maturazione. L’evoluzione ha però un problema: il troppo cambiare e trasformarsi, può far perdere il senso dell’essenza e dell’esistenza del telefilm stesso; il rischio maggiore, quindi, è quello di non riuscire a creare elementi che il pubblico possa considerare “familiari” e sentirsi come a casa quando quest’ultimo li vede.
Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D., finora, è sempre riuscito nella miracolata impresa di riuscire contemporaneamente a mutare in qualcosa di diverso, senza però perdere gli elementi di base. Senza considerare, inoltre, la sua capacità di sapersi sempre adattare alle esigenze del Marvel Cinematic Universe e anche quella di presentare una evoluzione costante senza sacrificare però elementi del suo mythos, la serie dell’ex-Team Coulson nel corso delle sue quattro stagioni ha fatto dell’imprevedibilità il suo maggior vanto, padroneggiando, in cinquanta episodi e rotti, il genere spy-thriller puntando sempre di più sulla suspance. “Uprising” presenta semplicemente, nella forma più pura del suo essere, tutto gli elementi che hanno contribuito a dare a Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. una precisa e riconoscibile identità. Pertanto il terzo episodio della quarta stagione può essere considerato come una sorta di “puntata manifesto” del serial, perché se qualcuno dovesse chiedere ad uno spettatore di questo telefilm una puntata per poter capire cosa aspettarsi, “Uprising” è il candidato perfetto.
Cosa più importante, la puntata consacra ufficialmente gli elementi tali da poter servire come modello di un genere, di un gusto, di una maniera artistica, che forma quindi una tradizione. In “Uprising” il serial trova finalmente quegli elementi per cui verrà conosciuto al grande pubblico e che va a formare una tradizione e mythos interno. Come accennato prima, però, a volte il termine “classico” può anche essere inteso in senso negativo. A volte con “classico” si intere il tipico episodio che fa della sua unica priorità quella di toccare quei tre/quatto punti focali, quel tanto che basta per svolgere il compitino settimanale. Questo, al serial ABC/Marvel Studios, non succede poiché devoto al sacro vincolo del dover continuamente prendere in contropiede lo spettatore.
Dove avrebbe potuto essere più prevedibile, il serial opta per l’onestà intellettuale e continua a coltivare questa quarta stagione molto più spigliata e votata a temi e toni oscuri. S’impegna per caratterizzare Robbie Reyes e il suo rapporto alla Bonnie e Clyde con Daisy Johnson, creando questa strana coppia che si allontana ma (contemporaneamente) si attrae per le profonde diversità che differenziano e completano i due, creando questo mix di collaborazione forzata e complicità. Sul discorso Ghost Rider, ulteriori complimenti al serial per riuscire a renderlo un personaggio incisivo e interessante anche quando non si trasforma, rispettando una tradizione tipica della Marvel Comics che vuole vedere i suoi personaggi valorizzati sopratutto nell’aspetto della vita privata; prima “la faccia”, insomma, e poi “la maschera”.
Intanto che Quake e Ghost Rider fanno “amicizia”, dall’altra parte il telefilm rende concreta la minaccia degli scienziati spiritelli attaccando la salute di uno dei membri storici della serie: l’Agente Melinda May, che qui ha seriamente rischiato di metterci la pelle. Forse prevedibile il fatto che May non sarebbe morta, ma la cosa importante in questi casi non è mai il cosa ma il come; molti sono stati portati a pensare che forse May ci avrebbe lasciato le penne quel tanto da considerare quella sequenza narrativa una seria minaccia, e questo basta e avanza.
Interessante anche la nuova caratterizzazione dei Watchdogs che si allontana sì dalla sua originale caratterizzazione, ma resta funzionale al ruolo scelto dal MCU per gli Inumani: come, praticamente, gli X-Men di questo universo. Siccome gli Inumani sono dei “supplenti mutanti” in sostituzione a quelli originali, in funzione di ciò i Watchdogs hanno ora un comportamento molto simile ai Purificatori di William Stryker, leader della suddetta organizzazione terroristica che ha come principale obiettivo quello di sterminare, attraverso una guerra purificatrice, l’intera razza mutante, vista come progenie del diavolo. Essendo gli Inumani la razza più adatta del MCU a portare all’attenzione le tematiche di cui gli X-Men si facevano portavoce, attraverso questa svolta avremo anche uno spiraglio di attualità e argomenti sociali evergreen nelle puntate.
Ultimo ma non ultimo appunto, anche se “Uprising” va ricordato principalmente perché consacra il termine “classico” all’interno del serial e ne individua gli elementi che vanno riassunti sotto questo sostantivo, alla fine dell’episodio assistiamo ad una importante svolta: lo S.H.I.E.L.D. apre nuovamente bottega, tornando ufficialmente in attività. Qualcuno potrebbe non considerare questa mossa come geniale, ma pensate bene al contento in cui il Marvel Cinematic Universe vive: in piena ascesa del misticismo, coi Watchdogs che si comportano come il Kul Klux Klan e con in vigore gli Accordi di Sokovia. Il 1984 si avvicina?
- Con il nome “Uprising”, Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. identificava un arco narrativo che comprendeva gli episodi dal quattordici al ventuno della prima stagione del serial. Questa saga fu fortemente influenzata dal rilascio al cinema di Captain America: Winter Soldier e viene ricordata dai fan per l’episodio diciassette in cui avviene il tradimento di Grant Ward.
- Robbie cita lo zio Eli Morrow. Per sapere chi è veramente, consultate il nostro articolo speciale interamente dedicato alla storia dei Ghost Rider.
- L’attore che interpretata il nuovo direttore S.H.I.E.L.D. non è nuovo al mondo dei fumetti. Presta e ha prestato la voce a Batman nei lungometraggi animati: Son of Batman, Batman vs. Robin, Batman: Bad Blood, Justice League: War, Justice League: Throne of Atlantis e Justice League vs. Teen Titans.
La sua primissima apparizione avviene su The Human Torch #4 del 1941. Oggi però viene considerata come prima apparizione ufficiale quella avvenuta su Marvel Premiere #29 del 1976, visto che su quel numero avviene l’operazione di retcon che lo rende il terzo uomo ad aver vestito i panni di Cap.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Meet The New Boss 4×02 | 2.95 milioni – 0.9 rating |
Uprising 4×03 | 2.68 milioni – 0.9 rating |
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Su May me la sono fatta addosso li x lì. …. avevo pensato ad una morte dell'agente ma per far restare Ming Na nella serie creare un nuovo LMD con le sue fattezze,ma due LMD insieme con AIDA sarebbero stati troppi al momento!
Con lo SHIELD di nuovo allo scoperto ri-aumentano le probabilità di vederlo anche all'interno dell'MCU (dato il cast ampio che avremo in Infinity War) ma ci sarà da spiegare la "ricomparsa" dell'ormai di nuovo Agente Coulson agli Avengers! Clark Gregg un rientro sul grande schermo però se lo meriterebbe!
Per la CGI beh siamo a livelli di Cinecomics….la riproduzione del cervello di Melinda con il disturbo dato dal fantasma estratto da Redcliff faceva molto AgeOfUltron nella scena dell'IA di Ultron vs Jarvis!
Bello anche l'effetto usato per YoYo….e qui siamo al paragone con QuickSilver ….ma di Peters o di Taylor Johnson? XD
Un mix tra i due per Quicksilver sarebbe il top 😉
Per Coulson, sinceramente aspetto pure io un confronto con i Vendicatori, specialmente con Cap. Con il clima teso degli Accordi che c'è ora, sarebbe come gettare benzina sul fuoco 😀