Sense8 2×00 – A Christmas SpecialTEMPO DI LETTURA 7 min

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“Dunque signora, temo ci sia un piccolo problema di confusione sul titolo. Allora, lei si confonde tra La Compagnia Dei Celestini, Stefano Benni, Feltrinelli, e La Profezia Di Celestino, James Redfield, Corbaccio.”
“Ha ragione…”
“Calma, scusi un attimo, la prego. Deve sapere che il libro di James Redfield,
La Profezia Di Celestino, è un libretto new age del cazzo, e noi qui i libretti new age del cazzo non li abbiamo.”
“E’ vero, mai avuti.”

“Ha sentito il collega? Invece La Compagnia Dei Celestini è un best seller, e noi qui i best seller non ce li abbiamo, abbiamo solo libri di qualità, è chiaro? Prego, grazie signora si accomodi, quella è la porta.”

Questo bizzarro quasi-monologo, viene pronunciato da Bart, personaggio interpretato da Libero De Rienzo nel film “Santa Maradona” del 2001, scritto e diretto da Marco Ponti. Si potrebbe immediatamente chiedere: cosa c’entra con Sense8? Più nello specifico: cosa c’entra con lo speciale natalizio di una delle serie rivelazione della passata stagione televisiva (o delle passate due stagioni televisive, il tempo con Netflix è assai relativo)?
Cerchiamo di mettere in ordine le idee e fare un salto indietro, cogliendo un paio di autoreferenziali istantanee su come ci eravamo lasciati alla fine della prima stagione.

“Guardandoci indietro, dal pilot sino ad ora, non possiamo che renderci conto di aver appena assistito ad un enorme capitolo introduttivo, perfettamente congegnato per presentare tutti i protagonisti, le loro vite e la loro “nuova” razza.”

Oppure:

“Sense8 ha dato vita a personaggi a cui, prima di apprezzarne evoluzione, profondità e caratterizzazione, lo spettatore vuole bene.”

Alla fine della prima stagione, nella recensione di “I Can’t Leave Her“, senza saperlo, andavamo a descrivere alla perfezione “A Christmas Special”, primo vero tentativo di Netflix di adagiarsi sugli allori, rischiando anche un po’. Il successo della serie dei fratelli Wachowski si era retta per lo più su un parco personaggi altamente efficace da un punto di vista estetico ed empatico, oltre che all’estetica sgargiante disseminata nei vari episodi, soprattutto nelle memorabili sequenze finali.
Netflix sceglie la via di uno speciale natalizio, in una serie in cui uno speciale natalizio non ha una particolare ragion d’essere. Basti pensare come, insieme a Sense8, a giorni usciranno gli speciali di Inside No.9 (serie britannica di matrice antologica – prossimamente su questi schermi) e di Doctor Who, serie che fa della verticalità una sua matrice stilistica.
Sense8 aveva lasciato con un più che discreto cliffhanger alla fine della prima stagione. Un punto di svolta per i sensates che, al calore umano tra figure estremamente distanti tra loro, univa il primo vero momento di pericolo per la loro nuova entità. La stagione intera, come detto in una delle precedenti citazioni, si reggeva esclusivamente sul carattere introduttivo e della storia e dei personaggi, sezionando il minutaggio nelle questioni personali di ognuno di loro.
“A Christmas Special” tira una secchiata d’acqua al cliffhanger della prima stagione, si appoggia sull’unica interazione tra personaggi, ma lo fa – da qui il rischio – totalmente a freddo per lo spettatore che è a digiuno da Sense8 da un anno e mezzo circa. Si assiste ad un insieme di sequenze che magari avevano fatto la fortuna della stagione scorsa, ma che ora risultano come un insieme di immagini new age del cazzo fini a se stesse nel loro richiamo estetico ad un particolare momento seriale. Non si sente più il bisogno di conoscere i personaggi, i momenti orgiastici sono già entrati nel repertorio della serie, senza il bisogno di riproporli. Per questo motivo Netflix e i creatori di Sense8 sembrano adagiarsi sugli allori, cercando una via di mezzo tra il new age del cazzo e il best seller, tutti elementi che finora la piattaforma streaming – come la libreria del film – ci ha abituato a non avere.
Potremmo finire la recensione qui, chiudendo un occhio su questa, diciamo, paraculata che poco aggiunge alla trama, quando gli eventi di questo episodio potevano essere contratti in una normale season premiére che, sì, avrebbe fatto storcere il naso per un ritorno allo status quo della serie, ma avrebbe motivato un’intera nuova stagione. Soprattutto, gli stessi eventi riportati all’inizio di una seconda stagione, senza la pretesa dello speciale natalizio, non sarebbe durata la bellezza di 124 minuti. Perché c’è anche questo da dire – forse l’elemento più importante – la lentezza nella progressione di eventi, i momenti autoreferenziali e il tentativo di riproporre formule già collaudate, si districa nella bellezza del tempo cinematografico di due ore. Della serie: a malapena ci ricordiamo i nomi dei personaggi e voi già ci spiattellate un episodio che sa di celebrativo.

“La trama innovativa proposta dai Wachowski, il sapore multietnico che ha regnato per tutta la stagione lascia lo spazio a scazzottate, ad improbabili uno contro tutti (ok per l’aiuto di Kala dentro la cucina, ma la sparatoria precedente richiede il coma farmacologico dell’incredulità), a battutine ammazza-tensione da film d’azione di serie Z, trans tormentati che improvvisamente diventano hacker visti e stravisti…”

Sempre riprendendo la recensione del precedente season finale, non si può che citare, con una certa dose di amarezza, alcune sequenze, in questo speciale natalizio, degne dei più puri cinepanettoni (d’altronde il periodo è quello). Ad esempio Kala che “irrompe” mentre Wolf fa sesso con una sconosciuta, il tutto con un’allegra musichetta sullo sfondo, dando così vita ad un irresistibile siparietto con il marito allupato. Marito che, cadendo dal letto, naturalmente, si rompe il pene, scatenando l’ilarità del medico (italiano). Fosse uscito fuori Christian De Sica, come in Mozart In The Jungle, sarebbe stata la chiusura di un cerchio.
E non bisogna dimenticarsi del recasting sul personaggio di Capheus, con l’inevitabile scelta di un attore che, almeno in questo primo impatto, non riesce a sostituire il volto evidentemente scelto appositamente per un personaggio. La battutina con l’amico riguardo ad un cambio di aspetto sembra voler liquidare così il tutto, in maniera comunque apprezzabile anche con il gioco di luci ed ombre proprio durante il dialogo.
Ovviamente, in due ore, la trama ha anche modo di andare avanti. O meglio, di mostrare piccole progressioni nei personaggi, utili a porre le basi per la seconda stagione. Nomi e compagna sono braccate, Will si fa di eroina in Islanda con la compagnia di Riley, Lito è uscito allo scoperto con conseguenti problemi alla sua carriera, Sun è in guerra con il fratello, Wolf si trova al centro di un vuoto di potere, Kala… vabbè già ne abbiamo parlato.
A onor del vero “A Christmas Special” compie alla perfezione ciò che è richiesto ad un episodio natalizio. Gli errori, come già detto, sono due: la durata eccessiva e la scelta ricaduta su una serie che sta ancora costruendo la sua fortuna. Semplicemente Sense8, come poi tutte le serie che si reggono quasi del tutto su una trama orizzontale, non è il tipo di serie a cui è applicabile un episodio speciale, quindi autoconclusivo. Se ne sarebbe potuto parlare dopo 3-4 stagioni, non a metà del primo cliffhanfer. L’impressione – speriamo sbagliata – che si ha, visto questo episodio, è che in futuro la storia sarà inevitabilmente subordinata al voler dare i personaggi sempre di più in pasto al fandom, evidente motore trainante del successo di uno show.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’estetica di regia e fotografia
  • Tutto sommato, è un piacere rivedere questi personaggi
  • Le scene di azione
  • Sun
  • Happy new fucking year
  • 2 ore!
  • Sequenze intere che sembrano video musicali o spot di telefonia mobile
  • Sequenze da cinepanettone
  • Poca progressione di trama
  • Capheus macchiettistico più che mai

 

Netflix merita fiducia, Sense8 merita fiducia. Attendiamo ora, però, la seconda stagione con un pizzico di sospetto in più. Queste due ore, per i motivi sopraelencati, hanno annacquato non di poco quanto di buono avevano portato i 12 episodi precedenti. Ma proprio questi, oltre all’innegabile sapienza tecnica, ci danno ragione di ben sperare per il futuro e di salvare per il rotto della cuffia questo quasi inspiegabile episodio natalizio.

 

I Can’t Leave Her 1×12 ND milioni – ND rating
A Christmas Special 2×00 ND milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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