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Bisogna decidere cosa fare in caso di rimbalzo. Si può decidere di schiacciare, di respingere, di subire, di lottare, di fermarsi. Spesso però ci si convince che non è possibile fare alcunché. Ma non è mai troppo tardi per cambiare direzione alla palla. O, quantomeno, tentare di farlo.
Si può fare come Marnie?
Spogliata di tutto: madre, padre, marito, casa e scoprire che la propria vita è fondata su molte bugie. Dove tutti hanno grandi colpe ma la principale è stata quella di non riconoscere le proprie. Le serve arrivare fino a pignorarsi i suoi stessi ricordi per riuscire a capirlo. E solo un rigattiere, uno sconosciuto, riesce a rompere il muro che finora l’ha sempre protetta dalla verità: ammettere le sue colpe e conviverci. Forse, per la prima volta, si riesce ad empatizzare davvero con lei. Quando lo spettatore scopre che ogni gesto di affetto mostrato dei suoi genitori in passato non era altro che una finzione: una storia da raccontare ad una bambina che non ha mai avuto voglia di abbandonare il suo mondo escapista e calarsi nella realtà. La telefonata conclusiva fatta a Desi dimostra questa presa di coscienza: non serve la presenza di nessun altro che lei stessa per essere onesta verso i propri comportamenti. Nessuno le deve nulla, finalmente. Lei lo deve solo a sé.
Si può fare come Elijah?
Cioè cogliere la palla al balzo. Nel suo caso letteralmente, partecipando ad un musical sul basket. Il tutto mentre ritorna un disperato Dillard nella sua vita più intima, mettendolo duramente alla prova. Tra tutti i personaggi di Girls di quest’ultimo periodo, Elijah è quello che ha fatto un lento e progressivo percorso di crescita, spesso in secondo piano rispetto a quello delle ragazze. Finora quello che si era visto di lui è stata una crudele schiettezza nella visione del mondo e un deciso supporto verso le persone più care. Ciò che mancava ancora era una certa propensione alla decisione e alla costanza. Stavolta però si presenta l’occasione per affrontare il suo grande cruccio: prendere una strada nella sua vita e dargli una direzione che non lo veda solo come supporto. Nonostante quindi l’incapacità di far rimbalzare una palla da basket, riesce comunque a cogliere al volo il rimbalzo offertogli quasi per caso durante l’audizione, ricorrendo semplicemente alle proprie capacità. Emblematico il dialogo con Athena, una ragazza conosciuta durante i provini, e il monologo a Dill di rientro a casa dove dimostra come non sia mai troppo tardi per autodeterminarsi.
Si può fare come Hannah?
Decidere di avvertire il padre di suo figlio con la speranza di coinvolgerlo e beccarsi le conseguenze di tale confessione. Nel suo caso, il rimbalzo è percepito come una respinta, non solo alla sua innata determinazione ma a tutta quella costruzione, estremamente ideale, fatta intorno al concetto di indipendenza. Non poteva essere altrimenti: Hannah deve fare i conti col fatto che non si può ottenere tutto ciò che si vuole e che ogni propria scelta ha determinate conseguenze anche nelle persone che ci circondano. Nel suo caso dovrà crescere un figlio sapendo di essere da sola, senza l’idea e la remota speranza che qualcun altro debba farsi carico delle sue scelte.
Si potrebbe considerare che ognuno di loro quindi percepisca inizialmente il rimbalzo come farebbe un bambino, cioè totalmente fuori dal suo controllo, adducendo solo responsabilità esterne che possano essere piegate al proprio volere tramite qualche capriccio. Arriva però quel giorno in cui di colpo ci si ritrova adulti. Quando si determina il proprio destino rendendosi consapevoli e responsabili delle proprie scelte. Solo allora la palla può prendere direzioni diverse da quelle che ci si è sempre aspettati. Una volta raccolta tra le nostre mani, cosa ne dobbiamo fare?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Il livello medio di questa stagione è altissimo e la serie non sembra risentire affatto delle sei stagioni complessive. La questione Adam/Jessa/Hannah è ancora rimasta in sospeso rispetto al finale dallo scorso episodio, ma in fondo la narrazione sta andando avanti egregiamente.
Full Disclosure 6×06 | 0.57 milioni – 0.26 rating |
The Bounce 6×07 | 0.65 milioni – 0.37 rating |
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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.