“Frankly, my dear, I don’t give a damn”.
Fu Clark Gable, nel 1939, a pronunciare una delle frase più celebri di uno dei film più celebri di sempre, “Via col vento”. 78 anni dopo, noi di Recenserie immaginiamo i responsabili della programmazione di Sundance TV rispondere in questo modo a chiunque chieda loro come mai abbiano deciso di rilasciare online il secondo episodio della seconda stagione di Hap And Leonard.
Negli ultimi anni, alcune reti cable (tra cui HBO, che ha cancellato vari show, tra cui Vinyl, a causa di ascolti deludenti) hanno iniziato a dare sempre più importanza agli ascolti (che, per quanto riguarda molti show, stanno sorpassando sempre più spesso quelli delle reti broadcast, risultato impensabile fino a qualche tempo fa). L’atteggiamento generale di questi network, però, è ancora “quality over ratings”. L’esempio più lampante, tra le cable più celebri, è rappresentato da FX, che ha garantito archi narrativi assolutamente soddisfacenti a show amati dalla critica, ma poco seguiti dal pubblico: The Americans (che è stata rinnovata addirittura per una sesta e ultima stagione), Baskets, Louie, Jutified e molte altre.
Sundance TV non ha certamente il pedigree di FX, avendo prodotto soltanto due show originali, Rectify (consigliatissima) e, per l’appunto Hap And Leonard (oltre ad aver trasmesso Gomorrah). L’atteggiamento, però, sembra lo stesso: puntare tutto sulla narrativa, sul racconto, senza preoccuparsi troppo di ascolti, indici di cancellazione e affini. Non deve sorprendere, dunque, la scelta di rilasciare online il secondo episodio, anche se non si sa bene quale sia il motivo esatto.
Esattamente come FX e Sundance, è tempo per la persona che vi sta scrivendo di concentrarsi sulle prime due puntate e smetterla di parlare di rating, quindi chiudiamo questa piccola introduzione.
Tutti gli spettatori, anche se non lettori di Joe Lansdale, avevano ben chiaro il tema centrale di questa seconda stagione sin dal finale della precedente, quando nello scantinato di Chester Pine fu inquadrato un cadavere del quale era ormai rimasto soltanto lo scheletro. Nonostante non venga quantificato con precisione, è abbastanza certo che non sia passato molto tempo dall’epilogo dei fatti narrati in “Savage Season”. L’indizio più evidente a sostegno di questa teoria è la consegna ad Hap delle ceneri di Trudy, morta per mano di Soldier. Leonard, nel frattempo, si è trasferito a casa di Chester dopo la distruzione della sua (sempre per mano di Soldier) e, casualmente, trova lo scheletro di cui sopra. Nonostante sia stato lui (insieme ad Hap) ad aver avvertito la polizia, viene subito inserito nel registro degli indagati e arrestato
Uno degli aspetti più intriganti e particolare di Hap And Leonard è, da sempre, la caratterizzazione di Leonard Pine: nero, omosessuale, repubblicano e fiero veterano del Vietnam. Mentre nella scorsa stagione tutto ciò non era stato affrontato quasi per nulla, “Mucho Mojo” e “Trickling Mojo” mostrano una decisa inversione di tendenza. Affrontare i temi legati alla comunità afroamericana nel Texas (non proprio lo Stato più liberal che possa venire in mente) degli anni ’80 è quasi d’obbligo, visto che Leonard ora vive nella casa del defunto Chester, in pieno quartiere afroamericano. Gli autori, sulla scia di Lansdale, decidono sin da subito di raccontare la comunità in maniera non edulcorata e senza ipocrisie; vediamo, dunque, sin da subito una gioventù sbandata e totalmente dedita alla criminalità, contrapposta a quella parte di comunità molto unita, lavoratrice e religiosa, ma anche diffidente nei confronti della polizia e della giustizia, che non fanno mai nulla per aiutarli e poi chiedono supporto quando è tempo di elezioni. Il totale disinteresse delle forze dell’ordine si traduce anche in un elevatissimo numero di giovani scomparsi e mai ritrovati, sui quali le indagini non sono mai davvero iniziate. Questo menefreghismo, inoltre, rappresenta la causa scatenante di tutti questi eventi, visto che Chester iniziò ad indagare per conto suo, insieme ad Illion Moon, un anziano praticante riti voodoo , in preda alle apparizioni dello spirito del bambino nascosto nello scantinato di Chester.
Tornando a Leonard, la sua omosessualità, che già aveva compromesso i rapporti con Chester, pare essere malvista anche da chiunque altro nella comunità, dalla gang di Melton (il vicino) al reverendo Paul e all’ispettore Hanson (personaggio assai importante nei libri), il quale si trova in una posizione di limbo: pur disapprovando (ovviamente) i maltrattamenti della polizia nei confronti degli afroamericani, perpetuati anche su Leonard, non sembra avere, per ora, il coraggio e la forza necessari a denunciare il tutto. A differenza di Hanson, l’avvocatessa Florida Grange (alla quale Chester ha pagato l’università), che decide di difendere il personaggio di un sempre straordinario Michael K. Williams.
Avendo, fino ad ora, parlato di pregiudizi e discriminazione, era ovvio che si affrontasse anche il tema del rapporto tra bianchi e neri. La scena simbolo, in questo senso, è senza dubbio quella della funzione domenicale, durante la quale nessuno sembra disposto a far sedere Hap, ad eccezione della anziana vicina di Leonard, MeMaw. L’uomo, ben presto, ha iniziato a farsi ben volere anche da Florida, che ammira il suo attaccamento a Leonard.
“He’s the only white man I like”.
Dall’altro lato della barricata, invece, c’è quella parte di popolazione caucasica che non ha alcuna intenzione di trattare la comunità afroamericana come sua pari e non ha interesse a risolvere i problemi e a soddisfare la loro sete di giustizia. Come ci si può aspettare giustizia da una persona che dice ad Hap “Sai, la vittima è nera. Sai come funziona” o, ancora peggio, da un uomo come Beauregard Otis? Non si può, molto semplicemente. Per questo motivo, Chester ha iniziato ad indagare e, involontariamente, ha messo nei guai il nipote. Ora che Illion è morto e la gang di Melton sembra essere coinvolta nell’omicidio del bambino, le cose si fanno sempre più complicate. Si prospettano quattro episodi di altissimo livello, pregni dell’umorismo tipico della serie e, allo stesso tempo, di tematiche sociali più che mai attuali.
Menzione speciale per il bambino albino di cui Leonard dovrà prendersi cura (nonostante lui esegua, costretto, gli ordini della gang per incastrarlo). Questo rapporto, questo dovergli fare da padre, un po’ come Chester fece con lui, ci permetterà sicuramente di vedere un altro lato di lui, in modo da dare ancora più tridimensionalità ad un personaggio già estremamente caratterizzato.
Va segnalata, inoltre, una performance più convincete di James Purefoy, che sembra entrato molto meglio nel personaggio. Non è ancora ai livelli di Michael K. Williams, ma non possiamo che essere soddisfatti di questo miglioramento.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Eskimos 1×06 | 0.19 milioni – 0.05 rating |
Mucho Mojo 2×01 | ND milioni – ND rating |
Tickling Mojo 2×02 | ND milioni – ND rating |
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.