Barry: “Who are you?”
Savitar: “I’m the Future, Flash!”
Finita la parentesi dei “gorilloni“, The Flash torna per fortuna sui binari dell’orizzontalità e affronta finalmente la principale storyline di questa stagione, arrivando a sciogliere molti dei nodi che tenevano in sospeso gli spettatori. “The Wrath Of Savitar” si pone esattamente (o quasi) in mezzo alla stagione e si caratterizza fin da subito come mid-season, in tutto e per tutto. Già dal teaser iniziale (vera e propria chicca di epicità e omaggi cinematografici alla metafora della corsa e della velocità) si ha una sensazione di rilassatezza ma, allo tesso tempo, di solennità. Si è appena conclusa una battaglia (quella contro Grodd e la sua armata) e l’atmosfera nel team-Flash è più goliardica che mai. Anche troppo in effetti, il clima da volemose tutti bene e la faccia melensa di Barry (una delle due che riesce a fare: l’altra, quella depressa/incazzata, rimarrà la stessa per tutto il resto della puntata) sembrano sul punto di far chiudere subito l’episodio in una patina di noia. Ma qui viene il bello: essendo, per l’appunto, un mid-season (non sulla carta) deve dare delle certezze agli spettatori sulle dinamiche finora viste ma anche spiazzare e riaprire completamente la storia. Ed è quello che fa la puntata in questione, da questo momento in poi. E lo fa nel miglior modo possibile: regalando quello che gli spettatori, arrivati fin qua, aspettavano da tempo, ossia l’arrivo di Savitar, forse il miglior villain che questo show abbia mai avuto. L’arrivo ovviamente è lasciato in sospeso fino all’ultimo, creando un’atmosfera di suspense in cui gli equilibri creati finora tra i personaggi vengono sgretolati lentamente, facendo venire fuori tutte le tensioni che erano rimaste sopite tra di loro.
In questo senso la puntata riabilita in parte anche quelle precedenti che appaiono, ora, come un lento preludio a questo particolare episodio. Un preludio che è servito a far prendere confidenza/affezionare ai personaggi e ai loro rapporti con il solo scopo di metterli poi in discussione grazie al gioco d’inganni (degno di un moderno Machiavelli) dello stesso Savitar che riesce (apparentemente senza fare nulla) a sgretolare le fragili basi del team, agendo da satanico manipolatore di menti altrui. L’angoscia che riesce a mettere il personaggio e la sua assenza (che è più acuta presenza in realtà) accrescono ancora di più l’attesa del suo ritorno che, puntualmente, avviene verso la fine della puntata e regala un cliffhanger degno di nota in cui uno dei personaggi migliori dello show sembra doversene andare per sempre (tranquilli niente spoiler). Il lato demoniaco del personaggio viene, inoltre, evidenziato molto bene grazie all’escamotage delle “possessioni mentali” a cui fa da cavia/vittima/Ouija vivente Julian Desmond (Tom Draco Malfoy Felton) che diventa in tutto e per tutto la “voce” di Savitar facendo da “chiave” per la sua fuga (è lui che insinua tutti i dubbi tra i protagonisti).
In tutto questo è notevole l’abilità di Tom Felton di cambiare letteralmente espressione facciale da quando è “posseduto” a quando non lo è, rivelando un’estrosità mai dimostrata finora. Si tratta di una delle prove eccezionali dimostrate, non solo da Felton, ma anche da tutto il resto del cast della serie, che rivela un’attenzione e una crescita sempre continua di ricerca e introspezione dei rispettivi personaggi (qui particolarmente evidente data la trama). Paradossalmente, invece, quello che sembra fare dei passi indietro, in questo senso, è proprio Grant Gustin nella sua interpretazione di The Flash, forse perché schiacciato sempre di più fra tanti comprimari eccellenti. Anche la CGI riesce finalmente a darsi una riassestata (dopo i gorilloni dell’episodio precedente) e a tornare ai soliti livelli. In generale, dunque, l’episodio si pone in un punto preciso della narrazione riuscendo a offrirne tutta l’epicità e la solennità. Si avverte il rigore e la consapevolezza della regia nelle inquadrature, nei dialoghi (a costo di renderli eccessivamente didascalici in alcuni punti) e nelle musiche d’effetto, oltre che nella recitazione controllata dei personaggi (o forse è perché i precedenti due episodi facevano proprio schifo!). Si ha, perciò, da spettatori tutta la consapevolezza di trovarsi di fronte a una delle puntate migliori mai viste nella storia di questa stagione.
- HR cita il film “Four Amigos” quando vede Flash, Kid-Flash e Jesse Quick assieme. E’ una citazione al film “¡Three Amigos!”.
- Quando Julian viene posseduto più volte da Savitar, Cisco lo paragona a Linda Blair, protagonista del film L’Esorcista.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Attack On Central City 3×14 | 2.79 milioni – 1.0 rating |
The Wrath Of Savitar 3×15 | 2.52 milioni – 0.9 rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!