Fear The Walking Dead è una serie nelle cui recensioni scatta da sempre l’inevitabile paragone con la sua serie madre. Questo particolare (e la serie di commenti probabilmente ripetitivi che caratterizzano il resto delle recensioni) ha spinto la redazione di RecenSerie ad un nuovo sistema di stesura. Lo sparuto team di superstiti che ancora persevera nel recensire suddetta serie svolgerà un lavoro cooperativo. I lettori avranno modo di seguire un’interazione spesso negata dalla scrittura distaccata delle restanti recensioni. I tre recensori (Fd, Fb, e Vl) interagiranno tra loro, instaurando una dialettica che, con la forma del dialogo (anzi, del trialogo), punterà a commentare questa terza stagione di Fear The Walking Dead. Ogni settimana uno dei tre recensori assumerà il ruolo di “intervistatore” stuzzicando gli altri due con tematiche e punti di interesse individuati durante la visione. Sarà un’estate molto lunga.
Fosse venuta prima quest’idea chissà se non ci fossero state più recensioni di Gotham in circolo.
Fb: Partirei subito con un quesito diretto ma secondo me fondamentale: qualcuno può spiegarmi cosa diavolo è successo nei primi tre minuti di puntata? Nulla da dire sull’effetto sorpresa. Questa volta effettivamente gli autori sono riusciti a smuovere un po’ la sostanziale monotonia della serie. Quello che però mi chiedo è se, secondo voi, c’è qualche possibilità che Travis torni dalla sua famiglia sano e salvo anche dopo un morso, uno sparo e un volo da svariate centinaia di metri di altezza? Perché a parer mio la risposta non è così scontata.
Vl: Una legge non scritta della narrativa asserisce che se il corpo non è visibile o se la morte non è esageratamente esplicita, allora non è mai da escludere una sopravvivenza. Si stesse parlando di un personaggio secondario non ci sarebbe neanche da porsi il problema, considerando la ferita al collo e il volo dall’elicottero. Ma Travis è uno dei protagonisti, non c’è stata nessuna musica straziante o scena a rallenty, era l’inizio dell’episodio, è l’inizio di stagione: c’è da aspettarsi di tutto. Ah, e stiamo sempre parlando di Fear The Walking Dead…
Fd: Se Dave Erickson ha veramente fatto tutto questo allora bisogna inchinarsi al suo cospetto. L’assenza di tempismo, l’assenza di pathos, l’assenza di una mera ragione per porre fine così alla vita di Travis sono totalmente coerenti con il DNA della serie. Inutile dire che cotanto coraggio era e rimane totalmente inaspettato, così come è inutile dire che in qualche modo e/o forma Travis ritornerà.
Fb: Sempre riguardo la dipartita di Travis, sostanzialmente l’unica cosa interessante di questo secondo episodio, credete che – nel caso gli autori non decidano di salvarlo miracolosamente mediante qualche folle espediente narrativo – la scelta di eliminare il suo personaggio dall’equazione si rivelerà una scelta vincente?
Vl: Sì, per due motivi. Il primo è l’inserimento all’interno di FTWD di uno degli aspetti “vincenti” del primo TWD, come di altre serie: chiunque può morire in qualsiasi momento. Oltretutto si può immaginare un ricambio di personaggio principale, evidente segno di idee da parte degli autori. Il secondo motivo è che il personaggio di Travis veramente boh.
Fd: Travis non era giunto alla fine del suo percorso, questo è abbastanza palese, ma la scelta di eliminare il personaggio va sicuramente interpretata in un’ottica più ampia che vede Madison come vero e proprio “Rick Grimes” (con tutte le virgolette del caso). L’eliminazione dell’interesse sentimentale della “nuova” protagonista va direttamente ad alimentare quel percorso solista che nel recente passato l’ha vista passare da madre di famiglia a spietata “leader” (con tutte le virgolette che si possono mettere visto e considerato il resto dei sopravvissuti). Quindi si: potenzialmente vincente.
Fb: Non vi sembra che Fear si stia limitando a replicare le stesse identiche dinamiche della sua opera madre, riproponendo le medesime situazioni soltanto in delle location diverse? Tanto per fare un esempio, sembra che la serie si muova, esattamente come The Walking Dead, secondo la logica del “il gruppo si stanzia in un posto/il gruppo si impone sugli abitanti del luogo/qualcuno distrugge tutto/il gruppo cerca un altro posto da occupare” e così fino alla completa disgregazione delle gonadi dello spettatore, pensate che in Fear ci sia qualcosa di diverso?
Vl: Assolutamente sì. Ma bisogna spezzare una lancia in favore dell’opera madre, dove la conversione a “predatori” da parte dei protagonisti è sempre motivata da un bisogno che li porta ad una graduale trasformazione verso gente senza scrupoli. In quello l’inserimento di Negan ha creato un buon contrasto riportando tutti a essere delle prede a rischio. In FTWD – e il discorso di fine episodio di Madison ne è la dimostrazione – le scelte sono più estemporanee. Alicia la scorsa stagione ammazzava uno da un momento all’altro, di sorpresa. Nella puntata precedente Madison infila il cucchiaio nell’occhio del tipo quando avrebbe potuto sopraffarlo in altri modi. C’è un sadismo di impianto che porta alla fine la protagonista a dire “vabbè sentite, questa è una serie dove i personaggi devono diventare cattivi, buttiamola in caciara anche in questa fattoria, non perché ci sia un vero pericolo, ma perché mi va”.
Si può sintetizzare il tutto dicendo che in un mondo ancora non totalmente disastrato come in quello di TWD, i protagonisti di Fear sono teste di cazzo già in partenza.
Fd: Verissimo ed è anche abbastanza innegabile, tuttavia va fatta una doverosa nota: qui non esistono antagonisti significativi. Non ci sono Governatori, Negan o qualsiasi altro character di rilievo ma semplicemente un’accozzaglia di attori che devono sbarcare il lunario e recitano alla “benemmeglio” personaggi che hanno una durata di vita di circa 2-3 episodi al massimo. D’altronde in una serie in cui si fa fatica a ricordarsi addirittura il nome dei protagonisti cosa ci si dovrebbe aspettare dai villain?
Fb: Cosa ne pensate del lavoro, a livello narrativo ma anche di caratterizzazione, compiuto dagli autori nei confronti di Victor Strand?
Vl: Che non ricordavo se effettivamente fosse un medico o no e che devo ancora ricordare bene dove si trovasse, chi sono quelli che sta aiutando e che senso ha introdurre un nuovo personaggio da affiancare ai protagonisti per poi separarlo e creargli una storia a sé. Scontatissima una futura reunion. Se poi gli avevano detto che non poteva prendere una macchina, perché se ne va tutto tranquillo nel garage e prende anche la più sgargiante?
Fd: Devo subito ammettere che non mi ricordavo fosse ancora vivo ma è sicuramente uno, se non IL, character meglio costruito. Piccolo problema: la sua gestione è discutibilissima ed insensata. Perchè lasciarlo da solo nell’hotel per poi spostare la narrazione in lidi totalmente diversi?
Fb: A giudicare da questo ben poco incoraggiante avvio stagionale, quali pensate potranno essere le sorti del telefilm dopo questa terza annata?
Vl: A livello qualitativo la serie era già segnata dalla prima stagione. Purtroppo è un marchio talmente imponente che la AMC si guarderà bene dal cancellarla, anche con un notevole calo di ascolti.
Fd: A parte i continui series low che la serie segna puntata dopo puntata, purtroppo i dati di visione in differita tengono in qualche modo in vita questo spin-off che non merita alcun rispetto. Si potrebbe tranquillamente chiudere la serie da un momento all’altro, a distanza di qualche settimana probabilmente non ci si ricorderebbe nemmeno di averla vista.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Eye Of The Beholder 3×01 | 3.11 milioni – 1.2 rating |
The New Frontier 3×02 | 2.70 milioni – 1.0 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.