Dopo nemmeno un anno di attesa è tempo di rituffarsi nella splendida Cornovaglia di fine Settecento (anzi, ormai in piena epoca delle guerre rivoluzionarie della Francia contro tutto il resto del mondo) per tornare a seguire quello splendido feuilleton moderno che è Poldark, l’adattamento della saga nata dalla penna di Winston Graham ormai giunto alla sua terza stagione. La storia riprende esattamente da dove si era interrotta alla fine della seconda stagione, con un timeskip di qualche mese che non altera affatto la continuità delle vicende: Ross Poldark è in una situazione economica finalmente favorevole grazie ai proventi della Wheal Grace e il rapporto con Demelza si sta lentamente ricomponendo; George Warleggan si è insediato a Trenwith dopo il matrimonio con Elizabeth, senza sospettare che il figlio che lei porta in grembo in realtà è di Ross e insieme allo zio sta controllando pian piano tutto il settore bancario cornico; Dwight Enys è per mare, imbarcato come medico nella Royal Navy, e la sua amata Caroline Penvenen attende il suo ritorno assistendo amorevolmente il morente zio Ray. In tutto questo, il giovane Geoffrey Charles Poldark, il figlio di Francis che fino alla scorsa stagione era troppo piccolo per avere un ruolo attivo nella trama, si inserisce nella narrazione con tutto il potenziale per essere un Ross 2.0, sperando che non pensi con l’uccello come lo zio sia più razionale di lui: il fatto che tenga testa, con le sue risposte sagaci e taglienti, al patrigno George farà sicuramente felici quanti volevano qualcuno che desse manforte alla zia Agatha nella contestazione contro il nuovo padrone di Trenwith, oltre ad aprire interessanti scenari narrativi che rendano più articolata la solita rivalità tra Ross e George, ormai spina dorsale della serie.
Chi ha seguito Poldark finora sa che in questa serie non c’è mai una gioia vedere felice e in buone condizioni di vita un qualsiasi personaggio principale che non sia George Warleggan è uno spettacolo raro, perché in fondo sono le disgrazie delle figure che affollano lo schermo a mandare avanti la trama più che le loro gioie: una struttura narrativa che ha l’indubbio vantaggio di rendere ancora più gradevoli e gratificanti per lo spettatore le agognate, seppur momentanee, vittorie dei “buoni”, ma anche particolarmente frustrante la visione nei momenti in cui la sfortuna (che a differenza della fortuna ci vede benissimo) decise di intervenire. Questa volta la disgrazia tocca a Dwight e Caroline, che finalmente convolano (segretamente) a nozze nell’unico giorno di licenza ottenuto dal dottore e non possono consumare la loro prima notte coniugale per via del travaglio di Elizabeth (fortuna che avevano avuto la brillante idea di consumare già tempo prima). Valentine, questo il nome del nascituro, è chiaramente figlio di Ross, concepito in quella sconsiderata notte di passione della seconda stagione, ma questa verità così lampante agli occhi della sempre adorabilmente caustica zia Agatha e di Demelza non sembra sfiorare la mente dei due padri nemmeno come ipotesi remota (in verità nemmeno quella del Dottor Enys, convinto che sia un parto anticipato dal trauma di una caduta in realtà simulata da Elizabeth).
Ma accanto alla nascita dell’erede dei Warleggan, la season premiere è foriero anche di decessi e di arrivi, di uscite di vecchi personaggi e comparse di nuovi. A lasciare questo mondo sono, in quella stessa notte maledetta dalla luna nera in cui nasce Valentine, Ray Penvenen e il padre di Demelza, personaggio che non si vedeva da un po’ e che sicuramente non ha lasciato nello spettatore un bel ricordo nemmeno in punto di morte, preso com’è dal fanatismo religioso che lo spinge quasi a imporre ai figli maschi di continuare la sua attività di predicatore e a chiedere a Demelza di abbandonare la vita con l’amato Ross, che sarà sicuramente un uomo pieno di problemi e di difetti ma almeno non la riempie di lividi come il genitore. Il montaggio delle scene alterna e intreccia la morte e la vita, due elementi dello stesso ciclo vitale, come se la nascita di Valentine e la sopravvivenza al parto di Elizabeth necessitassero di altrettanti tributi di vite umane, in un’atmosfera resa ancora più lugubre dall’ombra della luna oscurata dall’eclissi notturna, quasi a voler maledire fin dal principio la nuova vita e quella di sua madre, su cui pesa la colpa dell’adulterio di Ross.
Il decesso del signor Carne è funzionale anche all’introduzione del primo dei nuovi personaggi di questa terza stagione: Drake Carne, fratello di Demelza, un giovanotto poco propenso a seguire le orme del padre come predicatore e più interessato invece a forgiare il proprio destino per il mondo. La seconda new entry del cast di protagonisti è Morwenna Chynoweth, la cugina di Elizabeth giunta a Trenwith per badare a Geoffrey Charles Poldark, e non c’è dubbio che il suo cammino e quello di Drake siano destinati a intrecciarsi strettamente, forse già dal prossimo episodio. Se così fosse, i due replicherebbero ancora una volta il topos dell’amore irto di difficoltà tra un esponente della classe aristocratica e uno del popolo: un copione già visto proprio con le coppie Ross-Demelza e Caroline-Dwight, la cui bontà e qualità dal punto di vista narrativo saranno determinate dal modo in cui verrà sviluppato.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episode 10 2×10 | 7.19 milioni – ND rating |
Episode 1 3×01 | 6.69 milioni – ND rating |
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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.