Demelza: “I want to tell you that I wish I could be two people. One, your loving wife, the mother of your children, content in our life, as I am, and as I ever wish to be.”
Ross: “And the other?”
Demelza: “Someone else, someone new… who could love another just for a day. […] Laugh with him, kiss him, love him, just for a day, without feeling disloyal to the man I truly love.”
Chi, alla luce dell’episodio scorso, temeva una violenta ed esplosiva rottura della coppia più amata di Cornovaglia può stare tranquillo: il buonsenso che Ross raccomandava a Demelza, quando scherzava sul corteggiamento del tenente Armitage ritenendolo qualcosa di poco conto, ha avuto il sopravvento e la rossa non ha voluto replicare quanto il moro fece tempo addietro, nella seconda stagione, cedendo alla passione del momento e finendo a letto con Elizabeth. Evento, quest’ultimo, che George ancora ignora, perché le rivelazioni di zia Agatha non si sono spinte fino a tal punto; ciò che il Warleggan non ignora, e che la discussione col dottor Enys conferma piuttosto che confutare, è che suo figlio Valentine molto probabilmente non è suo, biologicamente parlando (per averne la certezza bisognerebbe ricorrere al test del DNA, ma nel 1796 è un po’ presto per la sua invenzione).
Per il nuovo membro del Parlamento britannico (sì, è riuscito a farsi eleggere, visto che l’unica persona che poteva fermarlo ha pensato bene di comportarsi da imbecille farsi da parte) scoprire che il proprio erede potrebbe non essere nato dai propri lombi è un duro colpo che gli impedisce di godersi appieno la vittoria appena conquistata, così come glielo impedisce la reazione di Ross quando i due si incontrano al Red Lion e il Warleggan sbatte in faccia al rivale di sempre il proprio successo: pacata, contenuta, diplomatica e nello stesso tempo tagliente, niente scazzottate o bicchieri rotti ma solo parole misurate e nel contempo capaci di fare male più di mille insulti o pugni, compresa una involontaria e inconsapevole allusione alla vera paternità di Valentine (quando Ross dice che il figlio di Elizabeth è un Poldark chiaramente si riferisce a Geoffrey, ma lo spettatore sa che anche l’altro suo figlio lo è). Il chiarimento con Elizabeth non arriva, per il momento, semplicemente perché George non vuole affrontare il discorso (forse per paura di avere una conferma definitiva e soprattutto di scoprire l’identità del vero padre del nascituro? Non è da escludere) e preferisce evitare la donna e il bambino, ignorarli, degnarli a malapena di uno sguardo o di una parola quando strettamente necessario; difatti, Elizabeth riesce a risalire alla reale natura dei sospetti del marito solo ragionandoci, facendo come si suol dire due più due sulla base anche delle ultime parole della zia Agatha e confrontandosi con Ross, che le suggerisce come agire per fugare ogni dubbio sulla paternità di Valentine.
L’incontro tra Ross ed Elizabeth al cimitero, dove entrambi si sono recati per rendere omaggio alla defunta Agatha Poldark (sepolta, a quanto si scopre, in fretta e furia, senza una cerimonia degna di questo nome né una lapide commemorativa, quasi George volesse sbarazzarsi il prima possibile e senza lasciarne traccia di una donna che ha odiato con tutto se stesso e che gli ha avvelenato l’anima poco prima di morire), è uno dei momenti più importanti non soltanto della puntata ma dell’intera stagione, innanzitutto perché è il primo vero incontro di Ross ed Elizabeth da soli dopo gli eventi conclusivi della seconda stagione. Soprattutto, è l’occasione in cui Ross può fare i conti con una pagina importante del suo passato, dimostrando fuori di ogni dubbio e in maniera incontrovertibile di essersi lasciato alle spalle l’infatuazione per Elizabeth: non è un caso che parli del loro amore al passato (“the woman I once loved”) e che nei teneri baci con cui le ricopre il volto al momento di congedarsi ci sia affetto, ma non desiderio carnale o passione. E infine, l’incontro tra i due è fondamentale perché il consiglio di Ross di dare a George un altro figlio e di far sembrare che anche questo sia nato prematuramente a otto mesi avrà sicuramente conseguenze importanti in futuro.
“Do not ask me for a kiss,
Life is short but love is long.
You may never know that bliss,
So I offer you this song.“
Se il capitolo Ross-Elizabeth è ormai, salvo improvvise e inopportune ricadute future, definitivamente chiuso, altrettanto non si può dire del triangolo che si è creato fra Ross, Demelza e Hugh. Come già detto all’inizio della recensione, non si consuma nessun reale adulterio fisico e il contegno di Demelza nella gestione della faccenda è encomiabile: la ragazza non può negare di provare qualcosa per il tenente Armitage, ma sceglie da un lato di non cedere alla passione e rifiutare le avances del giovanotto, dall’altro di rendere partecipe Ross della propria situazione rivelandogli la verità; e Ross, a sua volta, invece di sbottare o di perdere le staffe incassa il colpo senza scomporsi, seppur deluso e addolorato (perché l’amore di Demelza è forse l’unica cosa che il moro ha sempre ritenuto certa nel suo mondo e adesso vede vacillare anche quello), consapevole che si può solo aspettare e vedere come si evolveranno le cose. Del resto, Demelza non sembra avere dubbi sul fatto che quella per Hugh sia solo un’infatuazione temporanea e che l’uomo a cui appartiene veramente è quello che ha di fronte: “Just be patient with me as I have been patient with you”, dice al marito, come se fosse compito del tempo sistemare tutto e Ross decide di rimanerle accanto perché si è ormai reso conto che sua moglie è una parte fondamentale della sua vita e del suo essere (e per questo è un peccato che decida di non dirle quelle parole immaginate nella sua mente dopo il ritorno dal cimitero, quel “I have changed because of you” che fa capire quanto il moro debba alla sua ex-sguattera).
Chi se la passa davvero male in amore è Morwenna, protagonista sicuramente della storyline più angosciante della stagione se non dell’intera serie: separata dall’uomo che ama (con cui riesce comunque ad avere un contatto indiretto con tramite Geoffrey Charles, ritornato a Trenwith in questo episodio), prigioniera di un matrimonio infelice, sottomessa a un uomo lussurioso e volgare che pretende di soddisfare le proprie voglie incurante del suo stato di salute (che sia gravida o puerpera) e con la sola compagnia di una sorella, Rowella, che a quanto pare ha puntato gli occhi proprio sul cognato. Tuttavia il comportamento della ragazza è piuttosto ambiguo e non si capisce fino a che punto seduca il reverendo per risparmiare ulteriori rapporti sessuali alla sorella o piuttosto nella speranza di ottenerne qualche vantaggio personale.
E’ interessante notare come Poldark abbia accolto in questa terza stagione tra i suoi personaggi principali ben due uomini religiosi, completamente antitetici: da una parte il reverendo Osborne Whitworth, ministro di culto della Chiesa anglicana che usa la religione a proprio vantaggio (per giustificare gli abusi su Morwenna, ad esempio), che si preoccupa solo delle entrate che vengono dalle parrocchie che amministra e che arriva persino a pregare Dio di far morire la sua attuale moglie per risposarsi; dall’altro lato Sam Carne, sostenuto da una sincera vocazione, interessato solamente alla salvezza delle anime, sempre pronto a pregare per gli altri e talmente puro da concepire l’unione con una donna soltanto nei termini del matrimonio, unione santa benedetta dinanzi a Dio. Proprio questo fanatismo sembra costituire al momento il vero ostacolo nella possibile relazione tra il maggiore dei fratelli di Demelza ed Emma Tregirls, la figlia di Tholly che preferisce vivere nel peccato piuttosto che nella purezza (laddove per “peccato” si legga “vita piena di divertimento e soddisfazioni fisiche e carnali”), confermando la regola non scritta secondo cui i Carrne, in amore, sono i più sfigati di tutta la Cornovaglia.
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Episode 7 3×07 | ND milioni – ND rating |
Episode 8 3×08 | ND milioni – ND rating |
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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.