“Everything Is Now” non è sicuramente un episodio privo di difetti, ma considerando il suo difficile ruolo il proprio compito lo svolge in maniera più che valida e, anzi, sparge ulteriori quesiti sulla montagna di quelli già presentati fino ad ora. Tuttavia è d’uopo supporre che la maggior parte delle domande non riuscirà a trovare soluzione, a meno di una stupefacente gestione del tempo rimanente, con l’episodio conclusivo. Ma come esattamente lo spettatore viene preparato per affrontare il finale?
1953
Nella linea temporale più arretrata, la narrazione riprende lì dove si era conclusa la scorsa puntata: Ulrich, certo di aver alterato con le proprie azioni la linea temporale viene arrestato per quegli stessi omicidi per i quali è giunto nel passato in cerca di rimedio. L’elemento della circolarità, per quanto concerne il personaggio di Ulrich, viene proposto e trova il suo compimento, quindi.
Per quanto concerne Helge, invece, poco viene aggiunto per riuscire a ricollegare quel bambino svenuto e ferito nella stanza buia e dismessa a quello (sempre ferito) nella stanza delle torture/esperimenti apparso alcuni episodi fa. Criptico e di difficile interpretazione il ruolo di Helge relativamente ai crossover temporali, vero elemento che permette a sceneggiatori e registi di destreggiarsi in completa libertà narrativa ed interpretativa, soggiogando il proprio pubblico a più riprese.
E’ in questa linea temporale che l’interrogativo relativo a dove il professore Tannhaus avesse preso l’idea della macchina richiesta dallo Straniero trova risposta: è Claudia, la nonna di Bartosz, a fornire all’orologiaio il disegno e le modalità con la quale costruirla.
“There’s nothing but chaos out there. Pain… and chaos! People are bad. Malicious, evil. Life is nothing but a spiral of pain. And the world is doomed to be destroyed. But this here… This is our ark. And I’m Noah. If we can harness this energy, we can change everything. Then we decide the world’s fate, far removed from all the evil and from all pain. We’ll create a time machine that reorders everything, the beginning and the end.”
1986
Un cilindro si alza. Un meccanismo scatta ed ecco che la linea temporale avanza verso il presente, soffermandosi sul 1986.
E’ in questa linea temporale che lo Straniero contatta Tannhaus per poter ottenere il marchingegno con il quale rimediare al wormhole ed è qui che si ripresenta con insistenza l’elemento della centrale nucleare. A tal proposito è giusto rinfrescare la memoria relativamente a due fatti di cui lo spettatore viene a conoscenza: il primo fattore è che il wormhole si è generato nelle caverne successivamente allo sprigionamento di una determinata quantità di energia; il secondo fatto è che viene ricordato nella serie che la centrale è occorsa in un “piccolo problema”. Ora, volendo tirare qualche filo di collegamento si potrebbe fare un paragone con Lost ed i fatti conclusivi della quinta stagione: Jack, tremolante ma deciso, getta la bomba-H nel pozzo per evitare che la botola venga costruita, che Desmond non si dimentichi di premere il pulsante e che quindi l’aereo Oceanic 815 non precipiti in quel luogo dimenticato da Dio. Tuttavia, proprio con quella bomba, per evitare i fatti del futuro, Jack avrà condannato tutti e sarà lui stesso l’artefice del proprio destino. Se il focus si fosse perso a causa di questo dilungamento: lo Straniero, mettendo in opera il proprio piano risolverà il problema o effettivamente lo creerà lui stesso? Questo è un dubbio che, almeno fino al termine della prossima puntata, rimarrà probabilmente nell’aria.
“Charlotte, the question isn’t who kidnapped the children, but when? I was right. Helge Doppler. Not now, but in 1986.”
2019
La trama relativa all’arco del presente ha poco da aggiungere se non analizzare ed approfondire i drammi familiari relativi ad Hannah e Katharina e quelli più teen riguardanti Jonas e Martha.
Così come nelle precedenti linee temporali, anche qui compare Noah (ovviamente minimamente intaccato dal tempo) che sembra aver stretto una sorta di legame con Bartosz, un personaggio momentaneamente inclassificabile e di dubbio interesse, dato il minutaggio esiguo e per di più improntato a spalla o artefice di quella venatura teen che tanto ricorda una soap.
Il presente è però anche dove lo Straniero riesce a ritrovare i barili radioattivi precedentemente scomparsi dalla caverna di Winden e già apparsi nella linea temporale del 1986.
Tannhaus: “What’s that supposed to be?”
Claudia: “It’s something that will set the course of time straight.”
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.