Marvel’s Runaways 1×05 – KingdomTEMPO DI LETTURA 3 min

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“Perché fanno cose orribili?

 Perché sono persone orribili.”

 

A metà del percorso di questa prima stagione, si può tranquillamente dire che Runaways è una buona serie, godibile e appassionante, che cerca di riprendere un genere, il conflitto tra figli e genitori, recentemente un po’ caduto in disgrazia in favore di altri.
Questo episodio ne è un po’ la summa.
Si arriva finalmente ai primi confronti/scontri diretti tra le due diverse generazioni, in precedenza solo teorizzati, e avendo a disposizione un cast molto numeroso, i vari rapporti vengono esplorati in tutte le loro sfaccettature, offrendo la possibilità di vedere come ognuno, nella sua situazione specifica, cerca di affrontare il grande problema morale che sta alla base della serie: il potere usato per atti criminali da persone apparentemente insospettabili.
Ad accompagnare le motivazioni dei protagonisti, soprattutto quelli della vecchia generazione, c’è il tema della necessità (compiere un determinato atto per un bene che si pensa superiore) e il senso di colpa derivato dal male generato compiendolo.
Aver sviluppato questa tematica, portandola all’estremo, la serie riesce a dipingere i genitori non solo come semplicistiche incarnazioni del male senza troppe sfaccettature, cosa fatta da ogni adolescente per spiegare il proprio senso di inadeguatezza rispetto al mondo, ma anche come evoluzioni sbagliate proprio rispetto a quell’inadeguatezza che può portare chiunque a diventare adulto senza prendersi realmente le proprie responsabilità.
Difficile dire che si possa in qualche modo empatizzare anche con loro, ma resta comunque interessante vedere cosa questi hanno da dire soprattutto quando in alcuni di loro comincia quello che sembra un processo di redenzione tardivo.
La scoperta del passato di Geoffrey è quindi funzionale proprio a questo: far vedere come le sue motivazioni nascano dalla necessità di poter dare un futuro migliore non sapendo che proprio questo lo ha allontanato dal figlio.
Quindi non più figure genitoriali estremamente manichee, come in altre serie teen similari, ma criminali che si trovano ad essere anche genitori, spostando il punto di vista di quel tanto che serve a rendere interessante il prosieguo della visione della serie.
Una scrittura che tenta quel qualcosa in più anche se lungi dal recensore pensare che raggiunga livelli colti e originali. Semplicemente si adagia meno su certi meccanismi tentando nuove strade.
Un altro esempio di confronto, stavolta positivo, è quello presentato nella storyline di Chase, cominciando a scavare nel rapporto con un padre di cui, stranamente, non si è mai nascosta una certa tendenza ad alzare le mani verso moglie e figlio.
Un altro tema interessante di questo episodio è l’opposto atteggiamento verso la fiducia tra le due parti, di come cambi a seconda della prospettiva da cui si cerchi di coglierla.
I genitori sembrano più o meno devastati dal senso di colpa e quasi pentiti da quanto fatto. Provano comunque amore (malato?) per loro figli, che forse vedono come portatori ancora di speranza e innocenza, quindi di quell’umanità che loro hanno perso. Tutto questo viene solo accennato, quasi che fosse un cosa del tutto inconsapevole da parte loro. Sicuramente una visione pesantemente condizionata da quel senso di ineluttabilità che segna le loro vite, ormai manipolate dalle azioni del misterioso uomo in coma che ha bisogno di un sacrificio umano per ritornare in vita (interpretato dal faccia da schiaffi Julian McMahon).
Dall’altro lato, ci sono i figli, ormai rassegnati a considerare i loro genitori solo come criminali, capaci di cose orribili, quindi orribili loro stessi. A questo punto lo scontro sarà inevitabile e non si può che prevedere una tragedia all’orizzonte, chiunque vinca o perda, da entrambi le parti. Perché, si sa, da un conflitto in famiglia non possono uscire mai buone cose se si perde la fiducia.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Un ottimo dosaggio del minutaggio tra i diversi personaggi e storylines
  • Situazioni già viste ma comunque appassionanti
  • Non si osa molto e basterebbe poco per fare moltissimo

 

Tra tante serie imperdibili per temi e personaggi, Runaways si fa spazio tra quelle dedicate al puro intrattenimento, ottima per passare una serata senza troppi pensieri ma offrendo una buonissima qualità

 

Fifteen 1×04 ND milioni – ND rating
Kingdom 1×05 ND milioni – ND rating

 

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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