Waco 1×02 – The Strangers Across The StreetTEMPO DI LETTURA 4 min

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“I Davidiani sono una setta religiosa avventista costituitasi nel 1955 in seguito a uno scisma con un movimento riformista, formatosi a suo volta nel 1930 all’interno della Chiesa cristiana avventista del settimo giorno. Il gruppo concentrò il proprio credo sulle tematiche dell’Apocalisse avventista, credendo di vivere in un periodo storico nel quale le profezie bibliche sul Giudizio Universale divino erano prossime all’avverarsi, in seguito al quale vi sarebbe stata una seconda venuta di Gesù Cristo sulla Terra.”
Dopo una season premiere eccelsa, Waco riparte con un episodio interlocutorio che pone le basi per il noto assedio di Waco, main theme dei prossimi episodi. Nonostante in alcuni momenti possa sembrare che la serie prenda le parti dei Davidiani, in realtà attraverso una più attenta osservazione si possono notare tanti piccoli dettagli (Michelle adolescente che diviene la seconda moglie di Koresh) che sottolineano anche le criticità della narrativa attorno al gruppo religioso guidato da David. In questo modo viene mantenuta l’imparzialità della narrazione, con un giusto  distacco tra l’FBI, l’ATF e gli abitanti di Mount Carmel, che permetterà poi allo spettatore di avere una ricostruzione storica da una panoramica generale e complementare di vari punti di vista e situazioni sociali differenti. Lo show ha il merito di mettere in atto un’indagine storica su uno dei fatti più controversi della recente storia americana, avendo il coraggio anche di evidenziare il comportamento anomalo delle forze federali statunitensi, decisamente più interessate a mettere in piedi uno show televisivo per mostrare a tutta la nazione, in diretta, i propri muscoli. Altra spiegazione non la riesce a trovare, infatti, per aver instaurato fin da subito un tramite con la stampa per predisporre la disposizione sul campo di militari e telecamere.
Il format scelto, una miniserie di soli sei episodi, risulta la scelta migliore per raccontare storie di questo tipo, evitando in questo modo il pericolo di dilungarsi in eccessive spiegazioni circa la formazione del gruppo religioso o dettagli sulle vite private dei suoi componenti, concentrandosi invece sui fatti di quei terribili giorni.
 David: “I’m the lamb.”
In questo episodio è interessante notare le peculiare personalità di David Koresh, che troppo pieno di sé, è convinto di poter convertire Jacob, nonostante le evidenti prove che in realtà sia un agente federale. L’interpretazione di Taylor Kitsch è superlativa nella gestualità, nelle espressioni e soprattutto durante i sermoni religiosi, dove grazie all’attore si percepisce perfettamente il grande carisma del leader dei Davidiani. Al contrario invece è molto basso il minutaggio riservato a Micheal Shannon, che nella sue problematiche lavorative/sociali  ricorda i tormenti dei negoziatori di Mindhunter, a loro volta sbeffeggiati e mal visti perché preferivano le parole ai proiettili. C’è da sperare che il suo personaggio trovi un maggior spazio nelle prossime puntate.
I dialoghi mai banali dei characters di Shannon e Kitsch e un cast di ottimo livello, tra cui spicca anche Paul Sparks (Boardwalk Empire, House of Cards) nel ruolo di Steve, fanno sì che la puntata non rischi mai di annoiare lo spettatore, nonostante non vi siano grandi avvenimenti.
L’intero episodio si concentra a Mount Carmel, dove lentamente la situazione inizia a precipitare; dall’arrivo di Jacob la tensione è palpabile e in costante crescita, fino a quando negli ultimi minuti dell’episodio cominciano ad arrivare le forze d’assalto. Il plastico maneggiato ad inizio episodio da Ed, capo dell’operazione per conto dell’ATF, è emblematico del fatto che tutto fosse stato deciso fin dal principio, senza valutare i pro e i contro di un’operazione militare all’interno di un ranch abitato da donne e bambini.
L’operazione Showtime, così denominata dall’ATF, è necessaria all’agenzia per ottenere dei buon risultati che siano subito spendibili agli occhi dell’opinione pubblica e  dei media, in un periodo di profonda crisi per l’agenzia governativa. Quindi alla fine poco importa se la setta di Koresh rappresenti o meno un vero pericolo per il resto della comunità o per gli abitanti stessi del ranch texano, l’apparenza è più importante di qualsiasi cosa.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Taylor Kitsch
  • Narrazione imparziale
  • Indagine storica su fatti controversi
  • Finale di puntata
  • Poco spazio per Micheal Shannon

 

Un episodio interlocutorio necessario per entrare nel vivo della vicenda ma che non annoia mai lo spettatore, grazie ad un’ottima realizzazione tecnica, dialoghi brillanti e un casti di livello. Se la serie riuscirà a mantenere questa qualità, potrebbe rivelarsi una della sorprese del mondo seriale, affollato più che mai ma con un livello qualitativo generale non certo elevato.

 

Visions and Omens  1×01 1.1 milioni – 0.3 rating
The Strangers Across The Street 1×02 ND milioni – ND rating

 

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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