The X-Files 11×09 – Nothing Lasts ForeverTEMPO DI LETTURA 5 min

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It began with an act of supreme violence– a big bang expanding ever outward, cosmos born of matter and gas, matter and gas ten billion years ago. Whose idea was this? Who had the audacity for such invention? And the reason? Were we part of that plan ten billion years ago? Are we born only to die? To be fruitful and multiply and replenish the earth before giving way to our generations? If there is a beginning, must there be an end? We burn like fires in our time only to be extinguished. To surrender to the elements’ eternal reclaim. Matter and gas… will this all end one day? Life no longer passing to life, the Earth left barren like the stars above, like the cosmos. Will the hand that lit the flame let it burn down? Let it burn out? Could we, too, become extinct? Or if this fire of life living inside us is meant to go on, who decides? Who tends the flames? Can he reignite the spark even as it grows cold and weak?[The X-Files 6×22 – Biogenesis]

Per la scorsa recensione abbiamo deciso di sfruttare una breve ed iniziale metafora per trasmettere a chi leggeva il pensiero generale di RecenSerie relativamente al protrarsi dello show sia con la passata e sufficiente decima stagione, sia con l’attuale undicesima. Questa settimana non occorre spremersi troppo le meningi perché Carter decide di presentare già insita nella puntata una sottile doppia lettura che risulta quasi difficile da non cogliere: la puntata si intitola “Nothing Lasts Forever” e tratta con forse una esagerata dose di gore dell’innaturale prolungamento di un qualcosa (la vita, nell’episodio) ben oltre i limiti naturali prestabiliti. Un meta-commento quasi Carter stesso si fosse reso conto dell’obbrobrio fin qui trasposto? Oppure mera suggestione dello spettatore che cerca giustificazioni lì dove non ce ne sono, per poter comprendere appieno il perché dello scempio che sta visionando?
Con la notizia dell’addio della Anderson, considerata la tematica stagionale (il figlio William) e valutati i promo mandati in onda sia per questo episodio, sia per il finale di stagione, un disegno ben preciso comincia a palesarsi di fronte agli occhi di chi The X-Files non lo vive semplicemente in relazione ai rapporti sentimentali dei due principali personaggi in scena.
Gli episodi fin qui trasposti hanno approfondito ed analizzato ulteriormente il rapporto tra Mulder e Scully, facendoli riavvicinare sia in campo lavorativo, sia in campo emozionale: “Ghouli” sotto questo punto di vista rappresenta forse il miglior episodio della stagione, data la sua caratura duplice di episodio stand alone e mitologico, considerate le svariate implicazioni trasposte. “Nothing Lasts Forever” cerca di conciliare due ambivalenti e funzionali elementi che hanno caratterizzato The X-Files: il primo, di cui si è già fatta menzione, è il gore e la violenza visiva della puntata; il secondo è invece la poetica e la profondità dei dialoghi.
Andando a ritroso, guardando agli episodi passati e di cosa è stato The X-Files si rimane sbalorditi dalla distanza siderale delle tematiche e dal modo in cui sono state trattate a cavallo tra anni 90 e primi anni duemila, rispetto a come allo stato attuale invece si cerchi di giocare sul semplice: lo scontro ideologico tra Scully e Mulder è stato presentato nella scorsa puntata con fare ironico, mentre in “Nothing Lasts Forever” lo stesso viene ripreso con tono più serioso ma senza un vero e proprio dibattito tra i due agenti. Mulder risulta essere molto più accondiscendente del passato, Scully ancora più religiosa e credente di quanto si ricordasse, portando in scena una dilatazione della realtà difficile da far risultare veritiera: Scully sembra, nuovamente, aver fatto piazza pulita di qualsiasi evoluzione caratteriale delle precedenti stagioni, apparendo ben lontana dal personaggio internamente combattuto dalla tematica religiosa, considerato quanto avesse visto.
Mulder fa da contraltare e appare ben lontano dal cinico e spietato personaggio che diventava quando la religione faceva capolino in scena.
In generale la puntata non risulta negativa o insufficiente, ma sicuramente ben lontana dai vecchi standard di The X-Files quando questi cercava il connubio tra scienza e fede. Perfino “Home Again”, puntata forse più introspettiva della decima stagione, appare lontana anni luce. La critica è da andare a ricercare in una piattezza generale della storia, nei personaggi secondari che appaiono-scompaiono per poi ritornare come veri e propri deus ex machina (si pensi alla Buffy di puntata), ma anche nei dialoghi molto banali e che cercano di giocare semplice senza impreziosire la puntata, quasi non intendessero farsi nemmeno prendere sul serio dallo spettatore.
Carter si salva in extremis utilizzando il più utilizzato dei cliffhanger, una frase sussurrata, per dare allo spettatore l’ultimo estremo motivo per concludere la stagione e vedere cosa ha in serbo il finale. Ma si tratta questo, appunto, dell’unico vero motivo: la serie è ormai stata svuotata di qualsiasi tipo di messaggio o valore.
Tanto vale lasciarla riposare in pace concedendogli, almeno, un valido commiato…

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Scully e Mulder
  • Commento meta di Carter sul revival
  • Gore
  • Dialogo finale in chiesa e frase sussurrata all’orecchio
  • Personaggi secondari assenti
  • Storia banale e mal trattata
  • Commento meta di Carter sul revival
  • Eccesivo gore?

 

In attesa dell’ultimo appuntamento stagionale, The X-Files si prende ulteriore tempo per approfondire il rapporto tra Mulder e Scully. Una cosa di cui, francamente, si poteva far benissimo a meno visto che si tratta dell’unico punto forte della serie stessa.

 

Familiar 11×08 3.46 milioni – 1.0 rating
Nothing Lasts Forever 11×09 3.01 milioni – 1.0 rating

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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