Marvel’s Luke Cage 2×01 – Soul Brother #1TEMPO DI LETTURA 3 min

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A distanza di 1 anno e mezzo dalla prima stagione (e non dalla sua ultima apparizione datata invece Agosto 2017), ritorna con una seconda stagione (anche non richiesta) Marvel’s Luke Cage e la sensazione è delle più strane perché ci si approccia a questa nuova annata con uno spirito un po’ distaccato e quasi diffidente, visto il non proprio magnifico primo impatto avuto dai primi 13 episodi. Tutto carino, con un taglio sia scenico che musicale del tutto unico e atto ad identificare Luke Cage in maniera diversa dagli altri Defenders, ma comunque, un po’ troppo “pacato” nella realizzazione e anche lento in diversi momenti. Quasi a rimarcare che la formula dei 13 episodi del connubio Marvel/Netflix non debba essere proprio applicata a tutte le serie/stagioni.
Eppure Netflix, forse anche soddisfatta dei dati d’ascolto (cosa che non sapremo mai), ha rinnovato la fiducia al creatore Cheo Hodari Coker che ritorna nuovamente in veste di showrunner ed in questo caso anche di sceneggiatore.

Claire:You are not invincible. Somebody will figure out how to hurt you.
Luke:They already have.

Chi va cercando un senso dietro il nome di questo episodio non troverà alcun collegamento diretto con quanto messo in scena, infatti come per la 1° stagione tutti i titoli non erano altro che nomi di canzoni del gruppo Gang Starr, così questa 2° utilizza quelli del duo hip-hop Pete Rock & CL Smooth. Dietro il nome “Soul Brother #1” però, c’è molto di più rispetto ad una mera citazione, c’è infatti una season premiere che deve ricostruire quasi da zero una storyline che si era di fatto conclusa con l’arresto di Luke ed una Harlem lasciata incustodita.
Coker, conscio della situazione e agendo lentamente come fatto nella scorsa stagione, riporta in vita un quartiere ed i suoi abitanti di spicco (tra tutti Mariah, Shades, Misty, Bobby e Claire) provando a riprendere le fila di una storia che potenzialmente poteva considerarsi conclusa. “Soul Brother #1” rappresenterà quindi un grosso disappunto per tutti coloro che si aspettavano un inizio col botto, sarà invece più congeniale, ma comunque non eccelsa, a chi si è invece approcciato con un certo distacco e senza aspettative perché, da quanto visto sinora, si prospetta un discreto warm-up prima dell’inizio ufficiale delle danze.
Lo stile della puntata e per conseguenza indiretta il taglio dato alla stagione sono pressoché gli stessi visti nei precedenti 13 episodi: Harlem rimane il centro della narrazione, Luke continua ad essere il vigilante apprezzato dalla gente e temuto dalle gang di criminali, sullo sfondo c’è un eterno conflitto tra Mariah e Cage, mentre lentamente emerge un villain stagionale (prima Cottonmouth e poi Diamondback nella prima stagione, qui Bushmaster) che deve dar filo da torcere al protagonista mentre assurge alla conquista di Harlem. Le differenze che si possono incontrare sinora sono solo relative all’utilizzo di Misty Knight, uscita senza un braccio da The Defenders e ora reintegrata nel ruolo di detective, alla fama di Luke, che ora è seguito in tempo reale addirittura tramite l’app Harlem Heroes, e alla straniante relazione sentimentale-lavorativa tra Mariah e Shades. Tutto il resto è rimasto pressoché uguale, con tutto ciò che può comportare questa scelta.
Una postilla finale va doverosamente dedicata al faccia a faccia tra Luke e suo padre, il reverendo James Lucas, interpretato dal defunto Reginald Eurias Cathey che qui recita in uno dei suoi ultimi lavori. E fa un certo effetto assistere alla scena sapendo cosa poi è successo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Colonna sonora sempre molto rilevante
  • Importanza data alla relazione Luke-Claire
  • Bushmaster: per ora non male
  • Inizio molto lento, al solito
  • Alcune scene evitabili

 

“Soul Brother #1” non è l’inizio al fulmicotone che probabilmente la serie doveva presentare per creare quel hype da binge-watch che Netflix reclama, però è comunque un inizio dignitoso. Anche se siamo ben lontani da un Thank o un Bless Them All.

 

You Know My Steez 1×13 ND milioni – ND rating
Soul Brother #1 2×01 ND milioni – ND rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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