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Dopo uno degli episodi migliori di GLOW la serie riprende le fila non raccontando le conseguenze della frattura di Ruth ma mostrando l’episodio che lei e Sam hanno scritto per risolvere il disastro creato da Debbie. “The Good Twin” è geniale perché crea il giusto spaesamento nello spettatore; chi guarda si trova di fronte ad una puntata del programma televisivo GLOW realizzato per la rete K-DTV, in pieno stile anni ’80. Cosa si può fare se una delle protagoniste dello spettacolo si frattura la gamba? Facile, si finge che abbia una sorella gemella buona, uguale in tutto e per tutto a Zoya, a parte una sola, piccola differenza: un piede deformato dalla nascita. Con questo escamotage, Ruth può stare di fronte alla macchina da presa, nonostante l’incidente, si può portare avanti la storia senza bisogno che la donna lotti.
“The Good Twin” si concentra sulla narrativizzazione che sta dietro all’incontro di wrestling (qual è il motivo per cui le wrestler si scontrano?), sport che si mostra in tutta la sua teatralità; le botte, le acrobazie (il match tra Liberty Belle e le lottatrici che tengono prigioniera la sua bambina, quello tra Black Magic e Britannica) passano quasi in secondo piano rispetto a ciò che diventa il centro della storia. Da una parte la vicenda della Zoya buona che vuole ribellarsi aiutando la nemica della sorella che cerca disperatamente sua figlia, dall’altra quella tra Black Magic e Britannica, un divertente saggio sulla questione femminile (Britannica è intelligente e non ha un uomo, però si sente sola e, proprio per questa fragilità, le viene chiesto di barattare la cosa più importante, il cervello, con un uomo, un manichino trasformato in carne e ossa).
Godibile è il momento in cui Olga parte su un caprone alla volta dell’America, affascinata da tutto ciò che rende l’America ciò che è: le star, il cibo, lo spettacolo. Tanto Zoya odia il capitalismo statunitense quanto Olga ne rimane folgorata, tanto la prima è una malvagia frigida (così la chiamavano a scuola) marxista quanto la seconda spera di poter vivere una nuova vita, smascherando la sorella “cattiva”. Ruth, ancora una volta salva la situazione, costruisce uno sketch che fa ridere (molte sono le risate in pieno stile sit-com), che fa pensare e che deride i cliché tipici di un certo mondo. Siamo anche negli anni ’80 e l’URSS è ancora in piedi.
“The Good Twin” si concentra sulla narrativizzazione che sta dietro all’incontro di wrestling (qual è il motivo per cui le wrestler si scontrano?), sport che si mostra in tutta la sua teatralità; le botte, le acrobazie (il match tra Liberty Belle e le lottatrici che tengono prigioniera la sua bambina, quello tra Black Magic e Britannica) passano quasi in secondo piano rispetto a ciò che diventa il centro della storia. Da una parte la vicenda della Zoya buona che vuole ribellarsi aiutando la nemica della sorella che cerca disperatamente sua figlia, dall’altra quella tra Black Magic e Britannica, un divertente saggio sulla questione femminile (Britannica è intelligente e non ha un uomo, però si sente sola e, proprio per questa fragilità, le viene chiesto di barattare la cosa più importante, il cervello, con un uomo, un manichino trasformato in carne e ossa).
Godibile è il momento in cui Olga parte su un caprone alla volta dell’America, affascinata da tutto ciò che rende l’America ciò che è: le star, il cibo, lo spettacolo. Tanto Zoya odia il capitalismo statunitense quanto Olga ne rimane folgorata, tanto la prima è una malvagia frigida (così la chiamavano a scuola) marxista quanto la seconda spera di poter vivere una nuova vita, smascherando la sorella “cattiva”. Ruth, ancora una volta salva la situazione, costruisce uno sketch che fa ridere (molte sono le risate in pieno stile sit-com), che fa pensare e che deride i cliché tipici di un certo mondo. Siamo anche negli anni ’80 e l’URSS è ancora in piedi.
“The Good Twin” è un chiaro esempio di ciò che è GLOW: una serie perfetta nel ritmo, coraggiosa, che non ha paura di rischiare e stupire. Dopo un episodio intenso che ha rotto nel vero senso del termine gli equilibri, arriva una puntata che cambia rotta, concentrandosi sui tipici elementi dello spettacolo anni ’80: la canzone “sociale” – “Don’t Kidnap” è un sipario in cui le wrestler invitano, ironicamente e paradossalmente, gli ascoltatori a non rapire -, i video musicali, l’oggettistica legata ai personaggi di uno show (Welfare Queen).
L’ottavo episodio ha pochissima trama orizzontale dal punto di vista della serie Netflix, è una sorta di divertissement ben scritto, scandito da tempi perfetti, mai ovvio, realizzato con cura, che gioca con le situazioni, i luoghi narrativi ma soprattutto con le atmosfere; allo spettatore sembra di essere tornato indietro nel tempo e si può godere una puntata con poche sbavature, ricca di colpi di genio (l’appuntamento tra She Wolf e il caprone con cui Olga è arrivata dalla Russia). Questo è un episodio che, per i più esperti in tema wrestling, può richiamare per certi versi la narrazione in stile ROH (acronimo di Ring Of Honor), forzata e divertente allo stesso tempo, oppure,per gli appassionati del genere sicuramente quanto visto può ricordare quell’incredibile macello di “The Final Deletion” della TNA.
GLOW, si sa, mette al centro le donne che cercano di cambiare per riscattarsi da un mondo di soli uomini, da una vita che non le soddisfa, da un’esistenza costruita su stereotipi e “The Good Twin” mette un altro tassello in questo discorso quando presenta l’incontro tra Black Magic e Britannica. La scienziata rappresenta una donna diversa, una voce fuori dal coro, per questo non accompagnata da uomini; nel momento in cui Black Magic le propone di donarle la cosa più importante che ha in cambio di un uomo vero, e non un manichino, lei è costretta a cedere la sua testa con cui fa di conto, risolve i problemi, legge e vive. Nel dialogo tra le due, come accade sempre in GLOW, si esemplificano molte delle tematiche care alle donne, l’indipendenza, il bastarsi da sole, il rompere gli schemi.
La serie si immerge quindi con creativi e riusciti voli pindarici nel mondo anni ’80 e penetra con sagacia tagliente nel mondo al femminile non tirandosi mai indietro ma scrivendo una pagina importante della serialità contemporanea.
GLOW, si sa, mette al centro le donne che cercano di cambiare per riscattarsi da un mondo di soli uomini, da una vita che non le soddisfa, da un’esistenza costruita su stereotipi e “The Good Twin” mette un altro tassello in questo discorso quando presenta l’incontro tra Black Magic e Britannica. La scienziata rappresenta una donna diversa, una voce fuori dal coro, per questo non accompagnata da uomini; nel momento in cui Black Magic le propone di donarle la cosa più importante che ha in cambio di un uomo vero, e non un manichino, lei è costretta a cedere la sua testa con cui fa di conto, risolve i problemi, legge e vive. Nel dialogo tra le due, come accade sempre in GLOW, si esemplificano molte delle tematiche care alle donne, l’indipendenza, il bastarsi da sole, il rompere gli schemi.
La serie si immerge quindi con creativi e riusciti voli pindarici nel mondo anni ’80 e penetra con sagacia tagliente nel mondo al femminile non tirandosi mai indietro ma scrivendo una pagina importante della serialità contemporanea.
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“The Good Twin” è un ottimo episodio che turba lo spettatore e lo affascina con canti, storie e match conducendolo verso il finale di stagione.
Nothing Shattered 2×07 | ND milioni – ND rating |
The Good Twin 2×08 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.