Passato e presente, questa volta su più versi e non limitatamente solo a Camille, continuano a fondersi, lasciando spesso e volentieri confuso lo spettatore su cosa realmente stia vivendo la protagonista e cosa effettivamente le sia capitato in passato: risulta infatti complicato e impossibile scindere con certezza quelle che sono le visioni attuali da quelle che sono le visioni passate (flashback). L’abile montaggio delle scene e la musica spesso psichedelica ed ammaliante perfezionano questa funzione evidenziando, quindi, come sia proprio un obbiettivo della regia quella di non dare eccessivi punti di riferimento allo spettatore, con la volontà di lasciarlo in stato confusionale e combattuto su ciò che avverrà dopo.
Tutto ciò rappresenta sicuramente una caratteristica della serie sia nel bene che nel male: purtroppo, infatti, nonostante narrativamente la serie riesca ad essere accattivante proprio per questi sbalzi continui, gli stessi finiscono per svilire la logica stessa della costruzione, indebolendo la presa di determinate scene visivamente impeccabili e disturbanti (autolesionismo di Camille o la scena-presagio dello stupro di gruppo).
“Repeating the words over and over again makes them lose their meaning, and the pain that they carry inside calms down.”
Le parole ed il loro significato assumono sempre e comunque un peso fondamentale nella vita delle persone. Specialmente se, come a Wind Gap, spesso e volentieri queste parole riflettono giudizi, etichette e nomignoli affibbiati a giovani della città. Tramite quella che può essere immaginata come una spietata selezione naturale, i giovani dotati della scorza più dura e robusta rimangono indifferenti al passaggio dell’adolescenza. Altri, più introversi e sensibili forse, ne risentono fino ad immagazzinare il giudizio esterno finendo per sentirlo parte della propria persona. Camille per poter fuggire dal proprio passato e dal giudizio delle persone della propria città pare aver cercato rifugio in diverso modo: autolesionismo, fuga dalla propria città natia ed alcool. L’instabilità mostrata in scena, elemento che comporta i continui flashback mentre la mente della protagonista vaga annebbiata dall’alcool, rappresenta quindi un ritorno in superficie proprio di questa naturale insicurezza che sembra averla accompagnata per così tanto tempo.
Eppure, nonostante la puntata possa apparire scialba per via del minutaggio sprecato nel temporeggiare relativamente a dilemmi inutili (vedasi le molte scene faziose in casa Preaker), basta un semplice e ben orchestrato guizzo nel finale per permettere all’episodio di lievitare la propria votazione generale: una serie di flash ed immagini che rimangono impresse a fuoco nella mente dello spettatore, consapevole che parte di ciò che ha visto è accaduto (nel passato o nel presente). Deve solo essere contestualizzato. Ed è proprio per questo campo, il contesto, che non resta che guardare con speranza al prossimo episodio, sperando che permetta a Sharp Objects di alzare la posta in palio ulteriormente.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Fix 1×03 | 1.03 milioni – 0.3 rating |
Ripe 1×04 | 0.93 milioni – 0.3 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.