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Come era già stato menzionato nelle precedenti recensioni, ogni episodio di Origin si focalizza sul passato di uno dei superstiti, alternando questa simil trama verticale con quella orizzontale del principale mistero che ha dato il via alla serie. Questo modus operandi non è insolito in campo televisivo e seriale, basti pensare al recentissimo The Haunting Of Hill House, dove ogni protagonista aveva una puntata a lui dedicata. “God’s Grandeur”, quindi, pone sotto la luce dei riflettori il personaggio del dottor Henri Gasana, interpretato dall’attore britannico Fraser James. Con la visione dell’episodio scopriamo che Gasana risiede (anche se sarebbe meglio dire “risiedeva”) a Cape Town ed è un geniale genetista, rinomato e famoso nel suo campo. Lo scienziato, una sera, viene avvicinato da una esponente del Governo Sudafricano, la quale chiede la sua collaborazione per risolvere una spinosa questione che avrebbe portato ad una vera e propria guerra civile. Gasana si convince a partecipare a un trial clinico, il cui scopo è quello di modificare alcuni geni di una specifica persona per “attivare” una malattia ereditaria, altrimenti dormiente. L’esperimento ha successo, ma il dottore, corroso dai sensi di colpa per aver tradito il giuramento di Ippocrate e vanificato tutto quello in cui credeva, rimane profondamente scosso dall’accaduto e si evince che sia questo il motivo della sua partenza per Thea.
Il rimorso del dottor Gasana, però, si ripresenta anche nella storyline ambientata nel presente, a bordo della Origin: Henri, infatti, sembra destinato a non riuscire a liberarsi del pesante fardello aggrappato alle sue spalle, come se fosse sempre costretto a sacrificare qualcosa, o qualcuno in questo caso. Negli ultimi minuti della puntata precedente il pubblico era venuto a conoscenza di come la cella 50 avesse “rilasciato” anche un altro passeggero, infiltratosi nel gruppo dei sopravvissuti e, sicuramente, ospite del parassita alieno. “God’s Grandeur” è, quindi, un episodio di lotta tra gatto e topo, durante la quale il primo (Shun, Lana e in misura minore gli altri) insegue il secondo (Eric), ma anche un episodio in cui vengono aggiunti piccoli tasselli all’enigma motore della serie. Si scopre che il parassita ha la capacità di ancorarsi al cervello dell’ospite e di controllarne tutto, dai pensieri alle azioni e movimenti; coloro che vengono a contatto con esso, infatti, subiscono dei black out di memoria, dove non si ricordano ciò che hanno detto o fatto. Nonostante una netta differenza con Alien, nel quale l’alieno usava l’essere umano semplicemente come incubatrice, la tematica di alieni infestanti non è una novità in campo sci-fi e quindi Origin fallisce l’obiettivo di destare curiosità nello spettatore. Certo, la regia è sempre di buon livello e l’estetica delle riprese compensa questa carenza di originalità, anche se con il passare delle puntate la noia potrebbe avere la meglio e rovinare il quadro d’insieme.
Pertanto, ciò che funziona in “God’s Grandeur” non è la componente fantascientifica o d’azione (sebbene il cliffhanger finale sia apprezzabile), ma quella puramente tecnica e d’introspezione dei personaggi: Fraser James riesce nel compito di interpretare un uomo divorato dal senso di colpa, in continua lotta tra ciò che è giusto fare e la propria coscienza. Gli altri protagonisti sono ancora in fase embrionale, tranne per il fantastico duo composto da Shun e Lana, che continua a rubare troppo minutaggio.
Il rimorso del dottor Gasana, però, si ripresenta anche nella storyline ambientata nel presente, a bordo della Origin: Henri, infatti, sembra destinato a non riuscire a liberarsi del pesante fardello aggrappato alle sue spalle, come se fosse sempre costretto a sacrificare qualcosa, o qualcuno in questo caso. Negli ultimi minuti della puntata precedente il pubblico era venuto a conoscenza di come la cella 50 avesse “rilasciato” anche un altro passeggero, infiltratosi nel gruppo dei sopravvissuti e, sicuramente, ospite del parassita alieno. “God’s Grandeur” è, quindi, un episodio di lotta tra gatto e topo, durante la quale il primo (Shun, Lana e in misura minore gli altri) insegue il secondo (Eric), ma anche un episodio in cui vengono aggiunti piccoli tasselli all’enigma motore della serie. Si scopre che il parassita ha la capacità di ancorarsi al cervello dell’ospite e di controllarne tutto, dai pensieri alle azioni e movimenti; coloro che vengono a contatto con esso, infatti, subiscono dei black out di memoria, dove non si ricordano ciò che hanno detto o fatto. Nonostante una netta differenza con Alien, nel quale l’alieno usava l’essere umano semplicemente come incubatrice, la tematica di alieni infestanti non è una novità in campo sci-fi e quindi Origin fallisce l’obiettivo di destare curiosità nello spettatore. Certo, la regia è sempre di buon livello e l’estetica delle riprese compensa questa carenza di originalità, anche se con il passare delle puntate la noia potrebbe avere la meglio e rovinare il quadro d’insieme.
Pertanto, ciò che funziona in “God’s Grandeur” non è la componente fantascientifica o d’azione (sebbene il cliffhanger finale sia apprezzabile), ma quella puramente tecnica e d’introspezione dei personaggi: Fraser James riesce nel compito di interpretare un uomo divorato dal senso di colpa, in continua lotta tra ciò che è giusto fare e la propria coscienza. Gli altri protagonisti sono ancora in fase embrionale, tranne per il fantastico duo composto da Shun e Lana, che continua a rubare troppo minutaggio.
Mancano ancora diverse puntate al finale di stagione (e di serie?) per cui un giudizio sullo show in generale risulterebbe ancora troppo affrettato; Origin, però, è una serie di fantascienza e non può, perciò, andare avanti solo grazie alla spinta della caratterizzazione dei personaggi. C’è bisogno di quel quid in più, che per ora parrebbe essere trascurato.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Origin continua il suo percorso con una puntata che, purtroppo, pecca di troppo poca originalità. I parassiti che controllano il cervello umano è un qualcosa che abbiamo già visto, in tutte le salse possibili. Buono, invece, il focus su Henri Gasana e i sensi di colpa che continuano a perseguitarlo.
Bright Star 1×03 | ND milioni – ND rating |
God’s Grandeur 1×04 | ND milioni – ND rating |
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.